Economia e Lavoro
24 Luglio 2014
Il fondatore Ppf preoccupato per il cambio di rotta di Eni: "Investimenti nel libro dei sogni, per Ferrara solo bocconi amari"

Allarme petrolchimico, Tavolazzi contro politica e sindacati

di Ruggero Veronese | 4 min

basell sciopero“Le bioraffinerie e gli impianti green a Ferrara rimangono nel libro dei sogni (o delle balle per mantenere consenso elettorale), mentre ai ferraresi al momento vengono serviti bocconi amari quali smantellamento, disoccupazione e inquinamento”. L’allarme per il dietrofront di Eni sugli investimenti nel settore della chimica si estende dal mondo dei sindacati anche alla politica. A intervenire sull’argomento è il fondatore di Progetto per Ferrara, Valentino Tavolazzi, che in una dura lettera critica sia la nuova linea impostata dalla nuova dirigenza del colosso industriale italiano (presidente Emma Marcegaglia e amministratore delegato Claudio Descalzi, nominati dal governo Renzi) sia le scelte passate dell’amministrazione ferrarese per quanto riguarda il petrolchimico, a partire dal mancato insediamento di nuove imprese fino alla costruzione della centrale Turbogas.

Tavolazzi denuncia il silenzio attorno ai primi problemi di approvvigionamento delle materie prime – un fatto su cui si era già soffermato il segretario Femca, Stefano Mantovani, intervistato da estense.com -, causato dal lungo stop dell’impianto di cracking di Porto Marghera. Un fatto che secondo il leader di Ppf potrebbe fare da anticamera alla “prossima tragedia a Ferrara in materia di economia e occupazione. Tutto – è la ricostruzione di Tavolazzi – parte da Marghera e dall’impianto Eni/Versalis, il cracking che produce l’etilene per Ferrara ed i petrolchimici di Mantova e Ravenna, 490 addetti, parte dei quali (cracking) già in cassa integrazione da mesi. L’allarme a Venezia è alto, si teme l’abbandono della chimica di base da parte dell’Eni. L’accordo sindacale che prevedeva la riapertura dell’impianto in agosto non sarà rispettato. La proroga chiesta da Versalis all’uso di vecchie caldaie, è stata respinta dal Ministero dell’Ambiente, che ne pretende la manutenzione o la sostituzione. Il cracking dunque non riaprirà a breve, continuando a lasciare a secco Ferrara e gli altri petrolchimici. Ma le vere cause dello stop sono la bassa domanda di etilene, il surplus di offerta a prezzi stracciati da parte di produttori asiatici, che fanno perdere a Eni mediamente 200 euro a tonnellata. Problemi noti da anni, che né il Pd, né i sindacati, né le istituzioni hanno mai voluto affrontare”.

E l’ex esponente del Movimento 5 Stelle non le manda a dire né alle istituzioni politiche né ai sindacati che, a suo avviso “con il solito metodo talpa che tanti danni ha prodotto, lavorano sottotraccia per limitare il disastro, cercando accordi con le aziende in stanze chiuse e limitando la protesta alle iniziative nazionali. Nessuna presa di posizione pubblica per informare la città dell’imminente tzunami, che si sta abbattendo sul fabbricone, ampiamente previsto da chi scrive e non solo. Nessun coinvolgimento dei cittadini e delle famiglie che saranno colpite da nuova disoccupazione. Massima attenzione a non perdere voti”. Ma ancora più netta è la condanna verso l’amministrazione ferrarese: “I ponti d’oro da decenni offerti a Eni (il regalo più grande lo fece Tagliani da vice sindaco con l’inutile ed inquinante centrale turbogas) non sono serviti a fermare il progressivo “smantellamento” di pezzi di petrolchimico e la perdita di migliaia di posti di lavoro in due o tre lustri. Al tempo stesso le bonifiche del sito rimanevano un miraggio, come il promesso insediamento di nuove attività produttive in un brown field (le arre del petrolchimico dismesse), pur servito da importanti utilities. La nuova occupazione ed il risanamento del sito, che dovevano compensare il pesante impatto ambientale di turbogas e la triplicazione dell’inceneritore di Hera, si sono dimostrate menzogne che in tanti avevamo denunciato nel 2007, anche con un referendum popolare cui parteciparono 11500 ferraresi”.

Una politica che secondo il fondatore di Ppf si è basata sulle “disastrose scelte fatte dal Pd nelle persone di Bratti, Tagliani, Montanari, Sateriale e assecondate da sindacati subalterni, ci hanno lasciato in eredità solo inquinamento e disoccupazione. Ricordo Bratti silente in Comune mesi fa, quando Eni venne in una commissione chiesta da Ppf a raccontare il nuovo investimento green a Ferrara. Forse il deputato Pd sapeva che Descalzi, il nuovo amministratore di Eni, doveva e dovrà mettere a posto i conti lasciati da Scaroni con inevitabili svolte strategiche, dismissioni e tagli”.

Nel frattempo continua l’agitazione nei sindacati, che oggi (24 luglio) si riuniranno in un’assemblea con i lavori a cui prenderà parte anche il segretario nazionale di Femca, Sergio Gigli, mentre il 29 luglio è stato annunciato uno sciopero nazionale che a comporterà la fermata degli impianti, una manifestazione a Roma e un presidio presso la portineria del Petrolchimico di Ferrara. “Senza il cracking di Marghera – si chiedono le Rsu delle aziende insediate a Ferrara -, quali saranno le prospettive per Ferrara unitamente alle incognite sull’approvvigionamento di etilene e propilene via nave? E a quali costi? Quali prospettive a questo punto per gli impianti produttivi di Ferrara? Quali saranno i nuovi assetti industriale di Eni e gli orientamenti del business della chimica nazionale? Il sindacato con questa vertenza nazionale rivendica il rispetto di tutti gli accordi e la conferma degli investimenti annunciati nei vari territori”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com