Dylan Dog, il film è solo il primo passo

Dal crowdfunding alla distribuzione in rete: Luca Vecchi e Claudio Di Biagio ci raccontano la loro avventura, con la speranza di farne una webserie

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È partita dal crowdfunding, ad aprile 2013, l’avventura di Claudio Di Biagio, Luca Vecchi e Valerio Di Benedetto. Su idea di quest’ultimo, è nato il progetto di fare del più famoso personaggio comic d’Italia un web-movie. A dirigerlo Claudio, a interpretarlo Valerio nei panni dell’indagatore dell’incubo e Luca in quelli del baffuto Groucho. Nel mezzo nomi autorevoli come Alessandro Haber nei panni dell’ispettore Bloch e Milena Vukotic in quelli di Madame Trelkovski, accanto a quelli di un folto reparto tecnico e artistico giovane e preparato, che ha lavorato a costo zero. Perché l’idea di base di Dylan Dog - Vittima degli eventi - di cui già Tiziano Sclavi si è complimentato - è sempre stata una: “Riuscire a portare sul web il primo personaggio italiano della cultura pop: un melting pot di riferimenti letterari, cinematografici, artistici - raccontano a Wired Di Biagio e Vecchi, incontrati al Giffoni Film FestivalE dimostrare la forza di un filone cinematografico dimenticato in Italia, che può ancora dare molto”.

A posteriori, il crowdfunding ha funzionato?

Claudio Di Biagio: "Eccome. Intanto abbiamo imparato che conviene partire dal basso: nella prima campagna su Indiegogo chiedevamo 30mila euro e ne sono arrivati solo 15mila, mentre nella seconda campagna, durata fino ai primi di gennaio, da 2mila euro richiesti ne abbiamo ottenuti 12mila. Questo prova che la gente all'inizio si spaventa, non si fida. Ma se poi si fida, e crede nel progetto, ti dà tutto.

Luca Vecchi: "Le cose sono migliorate quando abbiamo fatto uscire il trailer. Le immagini convincono, meno la virtualità del passaggio monetario: molti volevano darci i soldi in mano, non sapevano neanche cosa fosse PayPal, è una questione culturale. Però ci hanno sostenuto persone di tutte le età e mestieri: io e Claudio 'copriamo' dai 15 ai 25 anni, Dylan Dog fa il resto, arriva almeno fino ai 60".

Quando avete scoperto Dylan Dog?

CDB: "Io presto, a sei anni: il fumetto circolava a casa, lo leggeva mia sorella, e fino a un anno fa non conoscevo altri comics. È stato mio primo approccio al cinema, viste le numerose citazioni cinefile che contiene".

LV: "Io invece l’ho scoperto tardi, verso i 18 anni, prima mi appassionavano di più fumetti giapponesi e americani".

Personaggio preferito?

CDB: "Bree Daniels. Sarebbe perfetta per Dylan, però non è mai positiva: rappresenta più di tutte il limite umano del protagonista, che trova la donna della sua vita ma è sbagliata, per mille motivi".

LV: "Groucho. Un personaggio scomodo, difficilmente funzionale alla storia perché sempre petulante, fastidioso. È l’amico che la sa lunga, una figura che sento molto affine, essendo anche un grande estimatore dei film dei fratelli Marx. O forse perché alle feste ogni tanto mi vestivo da lui, chissà".

Come avete risolto la questione "diritti"?

LV: "I diritti sono in parte degli americani e in parte della storica casa editrice italiana, noi abbiamo saltato direttamente la questione perché questo film è solo un omaggio: ci abbiamo rimesso soldi in primis, è un regalo a Bonelli, portiamo le nuove generazioni che sarebbero fuori dal loro ideale bacino di utenza. Sulle prime ci sono state difficoltà, Recchioni era reticente, poi invece si è appassionato".

CDB: "Addirittura dopo avergli mostrato una scena ci ha detto: 'Immaginavo proprio così Groucho'. Insomma, noi non siamo niente di ufficiale per il momento, giusto qualcosa che Bonelli vede di buon occhio".

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Il film esce a ottobre: dove?

LV: "Prima faremo delle proiezioni gratuite in giro per cinema, e ovviamente lo mostreremo in anteprima a chi ha donato soldi".

CDB: "La piattaforma ideale di distribuzione per ora è Youtube, sul channel dei The Jackal che in Italia sono i migliori sia a livello autoriale che di qualità audiovisiva".

E poi?

LV: "Poi vorremmo farne un serial italiano. Abbiamo tutte le potenzialità per farlo, sarebbe bello stimolare la Bonelli e in generale chi detiene i diritti delle storie italiane a fare qualcosa di interessante insieme".

CDB: "Anche perché non sempre chi ha provato a raccontare Dylan Dog ci è riuscito. Finora siamo soddisfatti solo della prova di Michele Soavi: abbiamo apprezzato molto Dellamorte Dellamore, anche per l'atmosfera".