Camera: se l'open data è solo per smanettoni

Chi cerca un dataset sui nostri parlamentari lo deve richiedere usando linguaggio SPARQL. Una soluzione non adottata da nessun portale di open data e che ostacola la partecipazione e la trasparenza

La Presidenza della Camera dei Deputati sta dimostrando un'attenzione senza precedenti ai temi della rete, dei diritti digitali e dei dati aperti come bene comune con un crescente numero di iniziative, dall'hackathon Code4Italy ospitato alla Camera al recente lancio dei lavori sull'Internet Bill of Rights.

Questa attenzione è benvenuta perché penso che l'accesso all'informazione sia un presupposto fondamentale di una democrazia avanzata come ha dichiarato di voler diventare anche il nostro Paese aderendo all'Open Governement Partnership.

Purtroppo questa attenzione all'accesso e alla partecipazione dei cittadini sembra non permeare tutti gli uffici della Camera e, in particolare, gli uffici tecnici. Proprio mentre in Parlamento si discutono riforme che cambieranno l'assetto delle nostre istituzioni centrali, infatti, i dati che descrivono le stesse sono solo nominalmente accessibili a tutti i cittadini.

La settimana scorsa, il 22 luglio, alla ricerca degli incarichi dei nostri eletti, sono infatti arrivato sulla pagina dati.camera.it/ sperando di trovare un file facilmente scaricabile, in un formato facilmente importabile in programmi come excel, un programma disponibile su tutti i computer o emulato dalle molte versioni gratuite.

Mi aspettavo di trovare un elenco di dataset come quelli disponibili sulla maggior parte dei portali open data come quello della P****rovincia di Roma (qui, per esempio quelli sul wifi) o che mette a disposizione Istat attraverso il suo dati.istat.

Arrivato alla sezione di download mi si offre invece la possibilità di scaricare file in formato "rdf" illeggibile dai programmi normalmente disponibili su un computer.

Un po' frustrato scrivo ad assistenza-dati@camera.it per indicazioni su dove trovare una versione dei file leggibile dalla mia macchina. La risposta è arrivata il 29 luglio ed è precisa e puntuale.

Il servizio di assistenza mi spiega che i dati nel formato che vorrei io ci sono, ma bisogna scrivere una "query", una richiesta in codice, "in linguaggio SPARQL - tipico del web semantico - in cui si indichino i parametri di ricerca e di selezione".

A questo punto panico... ho sempre voluto imparare un po' di codice, ma SPARQL non l'avevo mai sentito e non so da dove cominciare. Penso già a quale degli amici hacker chiamare o segnalare la cosa a PAdaincubo.it.

Perfortuna il servizio di assistenza ha pensato anche agli SPARQL-analfabeti come me e mi spiega che:  "Per agevolare il reperimento dei dati anche agli utenti che non conoscono la sintassi SPARQL, sul sito dati.camera.it sono riportati alcuni esempi di query SPARQL. Tra queste ne risultano alcune che corrispondono al profilo di suo interesse sui dati.

"In particolare in http://dati.camera.it/it/esempi-query-sparql.html le consigliamo di considerare gli esempi 8 e 9. Se copia il testo delle query e lo riporta su http://dati.camera.it/sparql, selezionando CSV o Excel come output e mandando in esecuzione la query, dovrebbe avere il contenuto di dati che desidera".

Mi copio il testo evidenziato nell'esempio numero 8, smanetto un po' con la pagina in cui inserire la mia "query" (nella finestra c'è del testo di default che va eliminato) e clicco "Run query" incrociando le dita.

Magicamente il file si scarica, in pochi secondi ho i dati sul mio desktop e posso finalmente leggerli.

Una domanda però rimane senza risposta: perché il servizio dati della Camera abbia adottato un sistema così diverso da tutti gli altri portali di open data e scegliendo soluzioni decisamente ostiche per un cittadino **SPARQL-analfabeta **(io li stimo intorno al 99,9% della popolazione italiana)?