Ci serviva proprio una nuova app di messaggistica fantasma? A quanto pare sì. E, a ben vedere, la torta dev’essere così ricca che i vari intrecci proprietari non sembrano avere molto peso. Altrimenti non si spiegherebbe come mai Instagram, controllata da Facebook, abbia appena lanciato la sua chiacchieratissima alternativa a Snapchat: Bolt.
Così come poche settimane fa la stessa Facebook aveva presentato Slingshot, programmino per inviare foto e video che si autodistruggono (in questo caso senza limiti di tempo e più orientato agli invii di gruppo) già disponibile anche in Italia.
Senza contare che, va bene il target parzialmente diverso, ma a Menlo Park stanno ancora digerendo il gigante WhatsApp, inghiottito in un sol boccone lo scorso inverno.
La caratteristica di Bolt sembra essere la massima rapidità: il nuovo gingillo battezzato dall’app di foto e videosharing più popolata del mondo permette agli utenti di spedire un messaggio con un semplice tap sullo smartphone, eliminando in pratica ogni altro passaggio. Perfino l’accesso alle immagini della propria libreria.
C’è stato – e in fondo continua a esserci – un certo mistero dietro ai reali progetti per Bolt. Che oltre tutto, significando “fulmine” in inglese, promette di procurare qualche pasticcio onomastico con altre app già registrate. È il caso, per esempio, di una che serve a effettuare chiamate e inviare sms. Ma sono quisquilie per il gigante che c’è dietro, con Mark Zuckerberg in cabina di comando, che certo non si farà influenzare dalle suppliche arrivate dall’omonima applicazione.
Il programma è al momento disponibile per iOs e Android in mercati secondari come Nuova Zelanda, Singapore e Sudafrica: “Ci espanderemo presto in altre aree – ha detto un portavoce di Instagram a The Verge – iniziamo con pochi territori per essere sicuri che possiamo gestire al meglio la situazione”. In fondo il 65% dell’utenta di Instagram è fuori dagli Stati Uniti, impossibile non pensare in un veloce – anzi, fulmineo – sbarco in ulteriori Paesi.
Come funziona questa nuova alternativa a Snapchat? Ci si registra col proprio numero telefonico (curioso che non si passi da Facebook) che verifica ovviamente il Paese di residenza, e Bolt – come tutte le app simili – pesca i contatti dalla rubrica. Oltre a consentire di creare una lista di preferiti. Un selfie scattato al volo come profilo e, differenza interessante, non c’è un bottone con cui fare la foto: scorri fino a individuare il cerchietto con la faccia dell’amico a cui vuoi inviare lo scatto (ma solo fino a 20 preferiti) e la tappi. Proprio come su un’altra app concorrente, molto più indie, Taptalk: “Sappiamo di avere un bel prodotto, dunque i cloni non ci colgono di sorpresa” ha raccontato Onno Faber a TechCrunch. Oppure come Mirage.
Tornando a Bolt, se tocchi e mantieni premuto per un attimo inizi invece a girare un breve video che sarà recapitato al destinatario appena terminato. Questi non ha limiti di tempo come su Snapchat – può rimanere impalato di fronte alla tua immagine anche per un mese, limite massimo di memorizzazione, a patto di non usare l’app per altro – e può eliminare il contenuto scorrendo il dito in orizzontale.
Poche le ulteriori funzionalità a parte il flash, la scelta della camera e l’aggiunta di un testo (nessuno schizzo o disegnino come in Slingshot né sticker come su Snapchat). E se hai sbagliato e vuoi interrompere la trasmissione? Scuoti al volo il telefono e il gioco è fatto.