Il New York Times elimina il public editor e lo sostituisce con un robot

L'intelligenza artificiale sbarca al New York Times: Jigsaw, sistema di intelligenza artificiale di Google, viene potenziato e sostituirà il public editor

Il New York Times ha sostituito il proprio public editor con un sistema di intelligenza artificiale che modererà i commenti dei lettori. L’annuncio è stato dato ieri, la figura viene eliminata a 14 anni dalla sua creazione; il New York Times aveva infatti istituito questo ruolo a seguito dello scandalo di Jayson Blair, giornalista vincitore del Pulitzer, che violò le regole di base della deontologia professionale e costrinse l’allora direttore della testata, Howell Raines, a dimettersi.

A seguito dello scandalo, l’obiettivo della figura del public editor era quello di garantire una maggiore trasparenza e responsabilità nei confronti dei lettori, una sorta di intermediatore tra la redazione e il pubblico. In questi 14 anni, sei diversi redattori hanno ricoperto questa posizione e quella attuale, Liz Spayd, sarà l’ultima. Al suo posto, il New York Times creerà un “reader center” guidato dalla giornalista Hanna Ingber, che avrà il compito di rispondere a domande degli utenti, preoccupazioni, reclami.

Il sistema di intelligenza artificiale Jigsaw di Google è invece preposto all’individuazione dei troll e degli hate speech presenti nei commenti dei lettori. Finora, Jigsaw era riuscito però a gestire solo il 10% degli articoli pubblicati dal Times; con l’annuncio di ieri, la testata ha chiarito che il sistema prenderà in esame una percentuale molto più alta di articoli, fatto che, come ha dichiarato Arthur Sulzberger Jr.,  presidente della New York Times Company, segna un cambio decisivo nella  capacità del Times di servire i propri lettori.

La lettera di Sulzberger ai colleghi parla della necessità di avere un rapporto sempre più stretto col proprio pubblico, responsabilità di cui ogni giornalista deve sentirsi investito.  La costante crescita dei commenti, spiega Sulzberger, dev’essere gestita con la massima cura, obiettivo non raggiungibile solo attraverso il lavoro della redazione. La partnership con Google ha esattamente questo scopo: mantenere ad alti livelli gli standard del Times, come forma di rispetto per i lettori che ogni giorno scelgono la testata e partecipano alla sua community.