Castoldi (Amundi Sgr): “Azionario e credito le asset class da preferire, ma con maggiore selettività”

Stefano Castoldi, head of Multi-Asset Income Strategies di Amundi Sgr
Stefano Castoldi, head of Multi-Asset Income Strategies di Amundi Sgr 
Atteggiamento costruttivo sui mercati, un po’ meno rischio nei portafogli per il prosieguo dell’anno
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Il quadro macro resta positivo, ma per Stefano Castoldi, head of Multi-Asset Income Strategies di Amundi Sgr, sono emersi alcuni elementi di preoccupazione con cui dovremo confrontarci nei prossimi mesi.   

“Da un punto di vista statico, la situazione è ancora estremamente favorevole, il ciclo economico si sta riprendendo vigorosamente dopo la recessione dello scorso anno, la ripresa si sta allargando a livello mondiale e permangono i fortissimi stimoli sia monetari che fiscali. Se guardiamo invece i mercati dal punto di vista dinamico, c'è qualche segnale di decelerazione nel ritmo di crescita che si percepisce soprattutto in Cina e anche un po’ negli Stati Uniti. L’altro aspetto che in parallelo ha preoccupato i mercati in agosto e lo farà per il resto dell'anno è la considerazione che, con la ripresa economica viene inevitabilmente la necessità da parte delle banche centrali, Fed in testa, di avviare un processo di normalizzazione delle politiche monetarie. E’ del tutto naturale, ma in mercati ormai abituati ad abbondante liquidità, ogni discorso sul cosiddetto tapering, sulla riduzione della quantità di liquidità, può creare trambusto, soprattutto se l'inflazione dovesse continuare a dare segnali di essere forte”.

Cosa implica questo scenario in termini di asset allocation?

“Per il prosieguo dell'anno stiamo ancora mantenendo un atteggiamento costruttivo sui mercati, anche se il livello di rischio complessivo che assumiamo nei portafogli è un po' inferiore a quello che abbiamo avuto nella prima parte dell'anno, abbiamo scalato una marcia, diciamo così. A livello di classi di attivo, la preferenza relativa va ancora all'azionario e ai mercati del credito: anche se le valutazioni non sono più particolarmente basse, il miglioramento del quadro economico sta sostenendo i profitti delle imprese. Chiaramente con queste nubi dobbiamo essere molto selettivi, in Amundi mettiamo tantissima enfasi sulla selettività dei nomi che andiamo a comprare sia nell’azionario che nel credito”.

C’è qualche area o settore che ritenete più interessante?

“Abbiamo sempre uno zoccolo molto importante di esposizione al mercato americano che peraltro in questo momento è quello che offre i tassi di crescita più elevati. Dopodiché ci sono delle fasi, come quella che stiamo attraversando, in cui la ripresa ciclica dagli Stati Uniti si espande anche altrove e ci sono quindi anche altre aree che possono diventare interessanti, penso ai mercati europei, che hanno una componente ciclica importante, e penso anche al Giappone. Sugli emergenti c'è qualche punto di domanda, non perché non ci piacciano i fondamentali, ma perché nell'indice c'è un grosso peso della Cina, che in sé offre tante opportunità, ma la stretta regolatoria impressa dalle autorità cinesi va monitorata, perché sta un po’ allontanando gli investitori internazionali. Ecco, direi che in questo momento i mercati sviluppati offrono qualche maggiore garanzia rispetto a quelli emergenti.

E per quanto riguarda il reddito fisso?

“C’è molto poco valore nel rischio tasso, quindi nelle obbligazioni governative consigliamo le scadenze più brevi, più paesi periferici che core, e soprattutto manteniamo una componente di portafoglio in titoli indicizzati all'inflazione, perché l'inflazione è un tema che nei prossimi trimestri, anche nei prossimi anni andrà monitorato con grande attenzione, anche se non abbiamo scenari catastrofici.

Altre componenti per diversificare il rischio di portafoglio?

“Abbiamo una buona esposizione al dollaro, un po’ perché l'America garantisce tassi di crescita interessanti, ma anche perché nei momenti di tensione il dollaro è sempre un porto sicuro. Abbiamo un po’ di esposizione all’oro e anche ad altre materie prime, come per esempio il petrolio, che in un portafoglio multiasset, nei dosaggi giusti, contribuiscono molto a dare grande stabilità”.