«Qual è la natura della coscienza?» si chiedono gli scienziati di Transcendence, ragionando sulle possibilità di evoluzione delle intelligenze artificiali su cui lavorano. E se lo chiederà anche il pubblico del film di Wally Pfister, in sala dal 17 aprile.
Johnny Depp indossa bene le vesti (materiali, poi virtuali) del dottor Will Caster, geniale ricercatore dedito alla costruzione di un computer senziente, il PINN (Physically Independent Neural Network). Il sogno dello scienziato, condiviso se non addirittura esasperato dalla moglie Evelyn (Rebecca Hall) – «è lei che vuole cambiare il mondo, io mi accontento di comprenderlo» – è quello di riversare tutti i dati del sapere collettivo universale in una mente consapevole, completa dell’intera gamma di emozioni umane.
Praticamente, il progetto di costruzione di un intelligenza artificiale, o più verosimilmente di una divinità artificiale: è l’obiezione su cui gli stessi scienziati (nel film e nella realtà) si interrogano. «Una volta online, una macchina senziente supererà rapidamente i limiti della biologia…Il suo potere analitico sarà più grande dell’intelligenza collettiva del sapere universale. Immagina una tale entità con l’intera gamma delle emozioni, perfino la coscienza d sé. Io la chiamo Trascendenza».
È stato bravo Depp a interpretare lo scienziato travolto dalla propria genialità ed è una gran bella prima prova di regia per Wally Pfister, nome noto nel firmamento hollywoodiano per essere stato direttore della fotografia in tanti film, molti del regista Christopher Nolan, da Memento alla saga The Dark Knight, fino a Inception, per il quale Pfister ha ottenuto l’Oscar.
Pfister ha messo in campo un cast di tutto rispetto, capitanato da Johnny Depp e che vanta Rebecca Hall, Paul Bettany, Cilian Murphy, Morgan Freeman, in una pellicola che mescola elementi di action-movie, riflessioni etico-scientifiche – ci sono anche i terroristi dell’organizzazione estremista Revolutionary Independence From Technology (RIFT) – e una bella (e drammatica) storia d’amore in un film di fantascienza molto denso. «Si può amare una persona e odiare quello che ha fatto: una macchina non può accettare questo binomio», riflette Evelyn.
Da anni il cinema ci ha abituati a computer, cyborg, intelligenze artificiali che interagiscono con l’uomo, l’ultimo esempio risale appena a pochi mesi fa: ricordate Her di Spike Jonze, il sistema operativo con la voce di Scarlett Johansson?
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Transcendence si spinge un po’ oltre, portando a riflettere non solo sul necessario e, chissà, forse invalicabile confine tra scienza e onnipotenza, ma anche su Internet e sulle più avanzate biotecnologie utilizzate in area medica e ambientale.
«La gente ha paura di ciò che non conosce», ripete come un mantra Depp/Caster, trasformatosi in un’intelligenza artificiale onnipresente, una sorta di dio meccanico che gestisce la materia planetaria. Tirando le somme, forse il vero problema sarebbe stabilire quale uomo possa assumersi un simile potere: nell’eterno conflitto della natura umana, tra cuore e sentimento, la domanda completa è forse questa: «Quale è la natura della coscienza? C’è un’anima? E se sì, dove si trova?».