Osservatorio Mobile Device & Business App

MOBILITY

gioca un ruolo sempre più di primo piano nell’innovazione delle aziende italiane, ma con un netto disequilibrio tra le imprese sopra i 250 dipendenti, che vedono nel mobile un’opportunità di business, e le PMI restie a cavalcare l’onda.

È quanto emerge dalla ricerca 2013 condotta dall’Osservatorio Mobile Device & Business App del Politecnico di Milano su un campione significativo di realtà italiane (oltre 200 grandi aziende e 421 di medio-piccole dimensioni).

Lo spaccato restituito dall’analisi è incoraggiante: gli smartphone tradizionali (con display inferiori ai 5”) e i new tablet (dotati di connettività WiFi e cellulare, con dimensioni dai 7 ai 10’’) sono già entrati rispettivamente nel 68% e nel 57% delle aziende. Meno capillare invece l’introduzione dei telefonini intelligenti di grande formato, degli ultrabook (portatili sottilissimi e leggerissimi) e degli Slate PC (computer touch, con architettura x86 e sistema operativo per desktop).
Le “tavolette” di nuova generazione vengono fornite soprattutto a Executive e C-level (64% delle risposte); la forza vendita è il secondo destinatario con una perentuale di adozione inferiore (41%), ma risulta un target ad elevata velocità di adozione. Le altre catergorie professionali coinvolte nella dotazione di new tablet sono i manutentori (17%) e, in pochissimi casi, i trasportatori. Il dato più significativo riguarda però il livello di soddisfazione dei responsabili It riguardo all’introduzione dei nuovi dispositivi, pienamente positivo nel 62% delle dichiarazioni.

Gli investimenti delle aziende italiane destinati all’adozione di device mobili, allo sviluppo di business app e all’implementazione di Enterprise Application Store stanno crescendo. Ma se i progetti mobile sono considerati una priorità dalla metà delle grandi imprese, le PMI sono ancora in genere riluttanti, per cultura e limiti di budget. Ecco i risultati della ricerca 2013 condotta dall’Osservatorio Mobile Device & Business App del Politecnico di Milano.

LE PMI

rimangono indietro. Il panorama della mobility italiana ha le sue zone d’ombra. Penalizzate da budget It limitati (l’86% del campione dispone di massimo 15.000 euro all’anno per iniziative mobile), stagnanti o in contrazione nell’87% dei casi (dato 2013 su 2012), le PMI faticano ancora a percepire il potenziale competitivo di smartphone, tablet e app. Solo il 30% delle realtà intervistate attribuisce ai progetti di mobility una priorità “alta” o “medio-alta” (percentuale che sale di 7 punti nel 2014). Per contro, la diffusione dei nuovi device in azienda è radicata e in crescita, soprattutto per quanto riguarda gli ultrabook (adottati dal 25% delle realtà intervistate) e i new tablet (quelli fino a 7” sono impiegati da un terzo delle PMI, mentre un’impresa su quattro ha optato per quelli con display da 9-10”; i principali utilizzatori sono gli addetti alle vendite e il management, rispettivamente nel 63 e nel 30% dei casi).

Meno rosea, invece, la situazione sul fronte delle Mobile Business App, introdotte solo nel 25% delle PMI (percentuale destinata a crescere di 6 punti nel breve periodo) e completamente “snobbate” dal 47% degli intervistati. Viene da sé che anche l’interesse verso gli Enterprise Application Store scarseggia e solo il 14% sul totale delle piccole e medie imprese ha implementato il proprio market place.

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