Saranno i capelli perfettamente stirati e l'eyeliner nero che circonda i suoi occhi da cerbiatta, ma Lodovica Comello sembra più grande dei ventisette anni che ha. Complice una sicurezza invidiabile e un curriculum di tutto rispetto, che l'ha portata in tempi brevissimi alla fama internazionale e all'ultimo Festival di Sanremo, dove si è piazzata dodicesima.
Ora, per il secondo anno consecutivo, eccola al timone di Italia's Got Talent, con Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Nina Zilli e Frank Matano in giuria e lei, Lodovica, dietro le quinte a dare man forte ai talenti di quest'edizione.
Stesso meccanismo, stesso cast, ma una novità: la possibilità per la Comello di premere il Golden Buzzer e spedire un concorrente direttamente in finale, esattamente come i giudici. A chi avrà regalato il suo grande «sì»? In attesa di scoprirlo da venerdì 24 febbraio alle 21.15 su Tv8, è il momento di scoprire qualcosa in più della «ragazza dai milioni di follower»: definizione che, ormai, le sta un po' stretta.
Partiamo dal promo della terza edizione di Italia's Got Talent: è un po' in stile La La Land.
«Esatto, ci siamo voluti cimentare con il musical per dimostrare che anche noi giudici e conduttrici abbiamo del talento. Scherzi a parte è stato molto divertente, il rap di Frank, poi, è qualcosa di sublime».
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Secondo anno alla conduzione, cosa dobbiamo aspettarci?
«Al di là di una nuova carrellata di artisti, vedremo una giuria più agguerrita. Sono andati troppo d'amore e d'accordo fino ad ora, mentre a questo giro ci sarà qualche scaramuccia. Io, invece, piango tutto il tempo. Quest'anno avevo la lacrima facile, non so perché».
Si commuove facilmente?
«Sì, perché mi rispecchio molto con chi sale sul palco. Ho la fortuna e l'ingrato compito di vedere i concorrenti prima che si esibiscano e immediatamente dopo: riesco a conoscerli un po' di più rispetto agli altri, percepisco la loro emozione prima di esibirsi, li vedo tremare, piangere, caricarsi. Un po' come me agli inizi: so cosa voglia dire riporre in 3 minuti tutte le aspettative che hai. Non è facile e li ammiro tanto per questo».
Intanto continua a essere impegnata con Singing in the car: la settimana scorsa l'abbiamo vista travestita da Sailor Moon insieme a Cristina D'avena.
«È stato il picco più alto della mia carriera, la realizzazione di un sogno. Ora non mi resta che ballare con Bruce Springsteen sulle note di Dancing in the Dark».
Altre trasformazioni in vista?
«Le dico solo che oggi mi sono travestita da Jessica Rabbit con Valeriona Marini: vedrà cosa abbiamo fatto insieme».
Ha un curriculum ricco, ma spesso il numero di follower che ha sembra prendere il sopravvento sulla sua esperienza professionale. Le dà fastidio?
«Mi rendo conto che sia diventato un biglietto da visita, ormai: "Lodovica Comello, quella che ha milioni di follower". Essere seguita sui social fa piacere, è un punto a mio favore, ma mi dispiace che sia l'unica arma con cui spesso mi presentino. Anche perché ho la mia esperienza, ho fatto tante cose e mi piacerebbe che sottolineassero più questo».
Nell'era digitale, quanto conta il numero di follower per aprire le porte del mondo dello spettacolo?
«Conta tanto. Se ti presenti con un notevole bagaglio di follower desti più l'attenzione rispetto agli altri, inutile prenderci in giro».
Intanto è reduce da Sanremo, dove è arrivata dodicesima.
«Sono felice di averlo fatto e di come sia andata: sono arrivata in finale, ho dato tutta me stessa, ho cercato di fare del mio meglio e va benissimo così, non ho mai pensato alla gara e non ho mai puntato a vincere. Me la sono goduta fino all'ultimo istante».
Eppure qualche critica c'è stata, soprattutto per la sua cover delle Mille bolle blu di Mina...
«È stata una scelta priva di strategie, una scelta di cuore. Voelvo portare un pezzo che divertisse me e chi mi guardava: volevo rendere omaggio alla grande Mina in modo personale, lungi da eguagliarla o superarla. È stato un rifacimento a modo mio e, poi, sono molto contenta di averla fatta scoprire a molti giovani che non la conoscevano».
Ha recitato in tv e al cinema, ha condotto, ha girato il mondo, ha fatto Sanremo: cosa le resta da realizzare, ormai?
«Ho un pallino: il musical. Penso che sia l'unica cosa che ti permetta di esperimerti a 360 gradi. Il mio sogno è quello di portare Mamma Mia!, il mio musical del cuore, su un grande palco e con un grande pubblico. Chissà che non succeda davvero».