1) L'APPLAUSOMETRO
L'applausometro incorona Di Battista ma non punisce Di Maio. Appena sale sul palco, il primo si becca dalla base un applauso di 21 secondi, che raggiunge il suo picco di 99 decibel. Poi parla per 14 minuti di Pippo e Anna incontrati sul traghetto Napoli-Catania, della feta greca, delle arance marocchine, dell'olio tunisino e riesce a raggranellare 16 applausi. Il vicepresidente della Camera affronta la folla teso, insicuro della sua reazione (per tutto il giorno è rimasto nascosto dietro il palco).
E si accontenta di un applauso di appena 10 secondi e di 98 decibel. Poi però riconquista fiducia e riesce a raccogliere 20 applausi in appena 15 minuti. Rimane più a bocca asciutta il resto del Direttorio, formato da Roberto Fico (7 applausi in 9 minuti, 95 decibel), Carla Ruocco (4 applausi in 6 minuti, 90 decibel) e Carlo Sibilia (7 applausi in 7 minuti, 83 decibel).
2) GLI STAND
Tra le aree del campo allestito al Foro Italico, la No Tax Area («Per calcolare il risparmio sulle tasse universitarie»), lo Stand Difesa Animali, l'Area soccorso Anti-equitalia («Per scovare l'errore nella tua cartella») e l'Area Bimbi, con l'invito «Compostiamoci bene». A proposito di compost, tra gli oggetti che hanno catturato più la curiosità dei presenti, c'era il Lombricolàge: un compostatore da fondi di caffè e lombrichi fatto con la stampante 3D. «Lei mette qui dentro il caffè e dei lombrichi», spiega la gentile addetta, «e in quattro mesi avrà il suo concime».
3) LA MAZURKA DI GRILLO
Più che una fase 2, quella annunciata da Grillo sabato sera è un ritorno alla fase 0: direttorio azzerato, personalismi azzoppati, regolamento ridefinito e interventi in Tv centellinati. Il comico, complice anche la scomparsa del mediatore Gianroberto Casaleggio, è stato costretto a «ritornare» come capo politico. Spiega di avere fatto un passo di lato, poi uno indietro, e ora uno in avanti. Praticamente, una mazurka.
4) «LUIGI E ALESSANDRO»
La figura del capo politico però difficilmente impallerà quelle di Di Maio e Di Battista. E anzi potrebbe avvantaggiarle, proteggendole dalle opposizioni del resto del Direttorio ormai svuotato di potere. «Luigi e Alessandro» continuano a essere raccontati come i due fratelli coltelli pronti a farsi la guerra per la corsa a Palazzo Chigi. Sabato sera, però, sono rimasti a parlare a lungo dietro al palco. Di Maio in giacca, Dibba con la birra. Due anime dello stesso Movimento.
5) GIGI D'AGOSTINO E LA CASALEGGIO
Ha fatto ballare gli attivisti con il dj set di sabato sera. Ma pochi sanno che Gigi D'Agostino frequenta già da nove mesi, sembra in qualità di cliente, gli uffici della Casaleggio Associati. Per il team milanese, il dj si sarebbe fatto realizzare anche un trailer video.
6) LO STAND DI BATTISTA
E' l'unico parlamentare ad avere, di fatto, uno stand tutto suo. Alessandro Di Battista arriva a Palermo alle 17.02 in sella allo scooter e con tanto di giacca da motociclista. Parcheggia la moto nel gazebo intitolato #Iodicono e dedicato al suo tour di 4.476 chilometri per spiegare il suo No alla riforma costituzionale. Poi si sfila il casco e si concede alle domande dei giornalisti e all'assalto degli attivisti. Nello stand campeggiano le foto del suo viaggio. Gli attivisti fanno le foto in sella al suo Piaggio MP3. E il casco viene mostrato come una reliquia.
7) 5 STELLE SOLO SUL PALCO
Sotto il palco, Grillo si fa bastare le 3 stelle dell'Hotel Posta in cui alloggia: 20 camere, 90 euro a notte. L'hotel nel centro di Palermo è stato occupato dal comico dai ragazzi del direttorio e da metà degli uomini dello staff. E' andata meglio all'altra metà, che alloggia al più lussuoso Nh di fronte al Foro Italico, con tanto di giardino e piscina. E' qui che Grillo si rifugia a pranzo, per un piatto di pasta alla norma con i due collaboratori più fidati.
8) L'INTERVENTO PIU' FICO
Toh, per la prima volta spicca Roberto Fico. Il membro del Direttorio, da sempre mediano del Movimento, per la prima volta ha abbandonato i toni concilianti per tenere l'intervento più polemico di sabato sera. Se l'è presa con quelli che agiscono «con la fretta dei Tweet e dei post su Facebbok, senza riflessione» (la Raggi?); ha invitato tutti «ad abbandonare la vippaggine inutile e farsi meno selfie» (Di Battista?); e ha promesso «mai più leader» (Di Maio?). Fino a lanciare le accuse di accordi sottobanco tra esponenti M5S e giornalisti: «Ci sono giornalisti proni anche al M5S. Perché si parlano, si vedono ogni giorno…». Che sia nato un attaccante?
9) BARBARA L'ESCLUSA
L'anno scorso a Imola aveva conquistato tutti grazie a un pancione e una rara arte oratoria. Quest'anno, Barbara Lezzi torna da mamma ma anche da esclusa. La preparatissima senatrice pugliese paga le forse troppo esplicite critiche dirette a Luigi Di Maio per il caso Muraro e viene tenuta fuori dagli interventi sul palco del sabato (quelli che contano veramente). Amata dalla base, efficace nei talk show, ma poco legata ai «poterini forti» interni.
10) PAOLA E ROBERTA SOTTO AL PALCO
Non trovano pace neanche Paola Taverna e Roberta Lombardi. Le due parlamentari romane pagano lo scontro interno a Roma nella giunta Raggi e a Palermo si accontentano di rimanere al di sotto del palco. La prima fuma sigarette assieme al parlamentare Stefano Vignaroli: «Sono tra amici, qui», assicura. «Rivendico il diritto di criticare». La seconda gira per gli stand col walkie talkie in mano a controllare che tutto fili liscio.
11) MAGLIETTE MADE IN BANGLADESH
Gli stand più frequentati dagli attivisti? Quelli del merchandising, che vendono bandiere (15 euro), cappelli (10 euro), caricabatterie portatili (10 euro), tazze (5 euro), bracciali e collane targate M5S (2 euro). Tra le novità di quest'anno, la coppola siciliana e il bicchiere portatile. Il prodotto più venduto sono invece le magliette (Made in Bangladesh) a 10 euro con gli slogan e le frasi di Gianroberto Casaleggio: «Mira alla luna, se la mancherai atterrerai tra le stelle» e «Keep calm and M5S al Governo».
12) LA QUESTIONE SIMBOLICA
Piccolo simbologate negli stand. Molti attivisti hanno protestato perché i gadget in vendita avevano ancora il simbolo vecchio del Movimento, quello con la scritta Beppegrillo.it (fatta togliere da Grillo l'anno scorso). La questione non è di poco conto: la battaglia per la rimozione di quella scritta è durata 7 anni e rappresentava la voglia di indipendenza del movimento dal blog di Grillo. «Perché non sono state aggiornate anche le spille?». Un'obiezione simbolica ma non troppo.
13) ADDIO RISOTTO BIO
Festeggiano finalmente gli attivisti dal palato più esigente. In Sicilia, i soliti burger di quinoa, risotti bio e muffin vegani cui erano stati costretti nei morigerati raduni precedenti, sono stati sbaragliati dalle più sostanziose prelibatezze isolane. E orde di attivisti hanno assaltato i banchi arraffando arancini, friarielli, sfincione e panini con la milza. «Chiaramente tutto a km zero», precisa dal palco Claudio Gioè.
14) VIRGINIA , C'E' ANCORA MALAGO'
La neosindaca di Roma arriva a Palermo un giorno dopo per il crollo di una palazzina a Ponte Milvio, ma lo fa con il peso di una giunta ancora in via di formazione. I nomi della vigilia che avrebbero riempito le ultime caselle vuote non sono più così scontati. Salvatore Tutino, probabile nuovo assessore al bilancio, era stato criticato di far parte della casta nel 2013 da Di Battista e Carla Ruocco. «La Raggi si documenti, prima di nominarlo», ha tuonato a Palermo Fico. Il probabile responsabile dell'AntiCorruzione Gianluca Berruti potrebbe pagare una «colpa» ben meno grave. Pare che il fratello, l'attore Giulio Berruti, abbia una frequentazione con Vittoria Malagò. Sì, proprio la figlia del noto Giovanni, acerrimo nemico della sindaca.
15) CHIARA MA NON TROPPO
La star della giornata è Chiara Appendino. La neosindaca di Torino, molto più vicina alla riservatezza casaleggiana che all'estroversione dibattistiana, non tradisce il suo spirito piemontese. Assalita dagli abbracci dei fan, sommersa dalle richieste di selfie, Chiara si lascia sfuggire: «Così è un po' opprimente…».
16) UN AMORE COSI' GRANDE
La colonna sonora dell'edizione è il brano lanciato nel 1976 da Mario Del Monaco. E' stato lo stesso figlio del tenore scomparso, Giancarlo, a telefonare dalla Spagna a Grillo e a «donare» al Movimento la canzone, senza alcuna pretesa di copyright. «Il brano rappresenta quello che provo per voi», ha detto Grillo, «quello che noi siamo».
17) MAI DIRE ROUSSEAU
La fantomatica piattaforma di politica condivisa, continuamente annunciata e rimandata, è finalmente sbarcata a Italia 5 Stelle con tanto di gazebo. Sabato gli iscritti hanno potuto votare quali proposte di legge far presentare in Parlamento tra le 193 elaborate dagli attivisti. Dentro c'era di tutto: dall’istituzione del reato di posteggiatore abusivo alla creazione di case famiglia per cani abbandonati, dal limite di mandato per i presidenti delle pro loco alla riforma del Codice civile perché venga meno anche il rapporto con la suocera in caso di divorzio.
18) DAVIDE CONTRO GOLIA
E proprio davanti allo stand Rousseau, Davide Casaleggio trascorre i suoi minuti più sereni. Camicia blu e sneakers, il figlio di Gianroberto (qui il ritratto) se ne sta lì, inosservato, ad ascoltare le domande e i dubbi degli attivisti sul funzionamento della sua creatura. Certo, è costretto pure a qualche selfie con degli attivisti. E appena viene individuato dai cronisti Davide si rifugia nella zona off-limits limitandosi a frasi di circostanza: «Bella location», «Lavoriamo tutti insieme». Riservato come il padre.
19) ACQUA ALLA SPINA
Come ogni anno, al raduno è presente la raccolta differenziata e vietata la vendita di bottigliette di plastica. In compenso, l'acqua è gratuita e alla spina. Per servirsi al distributore, gli attivisti possono comprare agli stand la borraccia targata M5S: 6 euro, un euro in più rispetto al 2015.
20) DAJE AL GIORNALISTA
Avete presente le donne di Scampia che si stracciano le vesti durante i blitz dei Carabinieri per provare la loro fedeltà ai clan? Ecco, la stessa scena si ripete ogni volta che Beppe Grillo fa un giro del Foro Italico. Decine di militanti fanno a gara a chi la urla più grossa contro i cronisti che assediano il loro capo. «Beppe lascia stare i piranha», «Venduti», «Pennivendoli, scrivete quello che sentite», e così via. Quest'anno si è distinto Gaetano, attivista di Cuorgné, che ha spintonato una troupe siciliana. A calmare gli esagitati è un Dibba ineditamente democristiano: «Abbiate più rispetto per i giornalisti! Io dopo 3 anni ho iniziato a capirli e gestirli».
21) IL M5S IN ROMANIA
Avvistati tra il pubblico, il sosia di Beppe Grillo, l'uomo con al collo il tiro a segno dei politici, Clara, la «collezionista di abbracci di persone speciali» con al collo la foto di Grillo e del presidente uruguayano Jose Mujica e Tiberiu, immigrato rumeno che vuole esportare il Movimento nella sua nazione d'origine. «Non è facile, ma ce la faremo». Quella, sarà la fase 2.