L'irresistibile (e incomprensibile) ascesa di Twitter

"La genialità di Twitter è che riesce a essere anche più stupido della tv. E' così stupido che è brillante" scrive Daniel Lyons su Newsweek. E' lo stesso paradosso che mi affligge da qualche tempo, esacerbato dall'aggravante che io non riesco neppure a coglierne la brillantezza. Tra le tante cose che non capisco, infatti, le ragioni del successo del sito di microblogging mi risultano particolarmente ermetiche. Frustrato - mica parliamo del principio di indeterminazione di Heisenberg -, mi sono anche ascoltato un podcast di un'ora e mezza della Columbia University che spiegava ai giornalisti cosa farsene. L'unica cosa che ricordo è che può essere utile a chi vuole "costruirsi un brand". Più o meno quel che è rimasto a Woody Allen dopo aver divorato Guerra e pace con le tecniche di lettura rapida: "Parla della Russia". Di passaggio da San Francisco ho provato anche a farmi spiegare dai suoi genitori l'irresistibile successo della creatura. Ma non avevo prenotato l'incontro con sufficiente anticipo e tutto quel che sono riuscito a vedere è la reception dei bellissimi uffici con le bici parcheggiate dentro, che fa molto "non c'ho pensato". In quell'occasione ho anche scoperto che dietro l'angolo si trova la sede di Wired, bibbia della cultura digitale, e si è impadronito di me il pensiero malizioso che questa vicinanza non abbia nuociuto all'hype che ha trasformato il cinguettìo in ruggito.

Resto dell'idea che sia la definitiva arma di distrazione di massa. C'è l'autore televisivo chi ti comunica che "sta sotto un tendone e aspetta che lo spettacolo cominci". Wow! L'adolescente ke ti avverte in diretta: "giornata sì, approfittatene con saggezza". E infine la mamma esausta: "mi rilasso su una spiaggia calabrese mentre i bambini fanno castelli di sabbia". C'è anche un sacco di gente intelligente, ovvio. Per esempio il mio amico Luca de Biase, prova ontologica dell'esistenza di un senso in tutta la faccenda. Eppure ancora mi sfugge. Ancora Newsweek: "A nessuna persona con un quoziente di intelligenza sopra 100 potrebbe fregare qualcosa di ciò che Ashton Kutcher o Ashlee Simpson hanno da dire su niente. Eppure il primo ha 3,5 milioni di suguitori e la seconda 1,5. (...) Un pubblico maggiore di tanti programmi televisivi". Neppure la circostanza che per ora il servizio non abbia di fatto prodotto utili ma funzioni sulle speranze - e sui finanziamenti - dei venture capitalist può esser considerata prova di alcunché. "Liquidare il suo potenziale sarebbe come guardare la tv nel '48 e stroncarla come fenomeno passeggero". Perché un giorno, presto, Twitter inserirà della pubblicità nei suoi pensierini. E anche se saranno pochi soldi, saranno tutti guadagnati perché, a differenza dalla tv Twitter non paga i propri contenuti. Siete voi a produrli. Perché? Il mistero si infittisce.

Condividi su facebook

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
 

33 commenti

  • Credo che Twitter abbia due nature. Da una parte, evoluzione ed espansione del diario liceale, il cui scopo sociale era decisamente prevaricante rispetto alla sua funzionalita' di base. In bilico tra il personale e il collettivo, offriva la possibilita' gia' in epoca analogica di costruirsi "un brand", selezionando episodi della nostra vita, citazioni, canzoni. Twitter permette probabilmente di soddisfare un desiderio di "pancondivisione" che forse e' stato latente in molti di noi fino all'avvento del giusto strumento digitale.
    Dall'altra parte, credo sia il mostro creato dal qualunquismo informativo, per cui le fonti valgono sempre meno e scavare tra le informazioni "alternative", cercando nelle miniere dei siti d'informazione non ufficiali di ogni genere e natura e' ormai la pura normalita'. "Ho trovato questa notizia su Internet" e'l'equivalente del"l'hanno detto in tv" di qualche anno fa. Per cui per molti e' ormai un processo spontaneo accettare un consiglio o un opinione politica e da chiunque.

  • Riguardo "al tuo pensiero malizioso" sulla vicinanza all'"hype che ha trasformato il cinguettio in ruggito": mi ricorda la stessa enfasi emotiva che ho provato trovando un campo da basket accanto a Wall Street. Per fare due tiri, al volo, in New York City, prima di riprenderli tutti camminare sui tombini (li hai mai guardati attentamente?) fuori dal bandierone metropolitano a stelle e strisce. Aria di New York, aria di casa.

  • Dimenticavo: un saluto speciale a Luca De Biase.

  • Gentile Riccardo, ti ringrazio di aver scritto (perchè non ho capito bene tutto il senso delle tue parole e la difficoltà mi fa sentire che il cervello lavora e funziona) e di aver scritto sul tema twitter. in effetti trovo incomprensibili tutti i social network (ed in particolare odio la pervasività di facebook che distrugge ricordi, altera la percezione dei legami e invade anche la privacy di chi ne resta fuori), ma a twitter ahimè 4 giorni fa mi sono iscritta. non so se ci resterò, ma quando ho letto che dall'iran molte persone potevano descrivere cosa stesse accadendo al resto del mondo anche tramite twitter, questo strumento ha colpito la mia curiosità. forse non è del tutto dannoso o inutile. ancora non ho deciso che fare e in effetti mi sono sentita un po' stupida a scrivere il mio primo tweet e forse questo dipende da me e (ho veramente voglia di dire qualcosa a tutti i costi?), e non dallo strumento. il successo di twitter me lo spiego col bisogno di sentirci parte di qualcosa, di sentirci legati anche in un mondo che spinge all'individualismo estremo, e col bisogno di esibirsi in una società che, a parte l'immagine, spinge pochi altri valori (tipo il denaro!). Saluti.

  • ma se non ha senso twitter, perché dovrebbe averlo il tuo blog?

  • Leggo, ed un irrefrenabile istinto di evangelizzazione mi invasa e mi costringe a lasciare questo commento.
    "Twitter? non lo capisco, quindi e' stupido". No. Il fatto e' che probabilmente Twitter e' talmente stupido che non c'e' nulla da capire. L'unica cosa ancora piu' stupida di Twitter e' cercare di capirlo e/o spiegarlo.
    Quattro spunti di riflessione:

    1 - un podcast di un'ora e mezza che spiega ai giornalisti cosa farsene di Twitter manca completamente il bersalglio. Twitter e' uno strumento il cui scopo ed utilizzo dipende esclusivamente dal singolo utente.

    2 - per parlare con Jack Dorsey non serve andare fino a San Francisco a fare anticamera in attesa di un incontro. Basta scrivere a @Jack

    3 - aggiungere in fondo al blog un pulsante per la condivisione dell'articolo su Twitter (e non solo su Facebook) puo' aiutare a comprendere la portata e il funzionamento di Twitter hands on e dimostrare che su Twitter non si seguono solo le celebrita', ma di base ci si scambia informazioni

    4 - Twitter e' talmente stupido da essere brillante: la brillantezza sta nel fatto che un sistema di comunicazione cosi' scarno riduce la fuffa all'osso e resta solo contenuto nudo e crudo. Il livello di questo contenuto e' tutto da verificare, e siamo d'accordo, ma contro il mito "dell'apparire" e' una bella rivincita per "il dire"

    Twitter puo' non piacere per mille motivi, e puo' non essere utilizzato per mille motivi. Ma da capire, proprio, non c'e' nulla. Daiiii... prova!

  • Un articolo sulla futilità di twitter e la vacuità del fenomeno social network in espansione, tante belle parole e in fondo cosa si vede?? il link ''Condividi su FACEBOOK?''

    all'apice della contraddittorietà, oltre che estremamente ridicolo

  • Twitter è comodo ed essenziale... non ruba tutto il tempo che ruba facebook, nè ruba la privacy visto tante cose sono ridotte all'osso. Ed è bello vedere cosa fanno personaggi famosi senza esserne per forza "Amico"

  • Sentito il podcast. Bene. Gli agnostici di Twitter si ricrederanno, non ti preoccupare Ricky (anche se temo che lo sia anche tu, grazie comunque per averlo messo a disposizione, nonostante le tue riserve). Della brillantezza, più o meno compresa da Newsweek, come puoi ben immaginare, non me ne importa una pippa. Per il resto, ben felice che in Italia escano anche gli e-book. Mi è venuta un'idea grandiosa ascoltando il podcast, ma voglio limarla un po', farci sopra ancora un bel 24h di riflessione per capire se si può realizzare.

  • Twitter?

    E' un ramo dell'Ego. :)

  • ... dove non sempre gli uccellini cinguettano. :)

  • Entrata per prova su Twitter da qualche mese mi pare effettivamente un "social" sopravvalutato, ma con un grande PERO'. Se sei di quelli che pensano che sia il cavallo a dover guidare il fantino non vedrai le potenzialità di una piattaforma dalla flessibilità formidabile come Twitter: ci puoi fare tutto quello che vuoi, e gratis, a patto che tu voglia qualcosa che abbia a che fare col web. Farcelo stare in 140 caratteri, poi, tira fuoti il genio che è in te. Se invece pensi, alla Elton John, che senza internet si stava meglio e lo dici da un blog... be'... ;-)

  • @Ipathia
    la fuffa si annida anche in 140 caratteri. E ciò che hai scritto tu è fuffa? No, merita di esser letto, anche se non si è d'accordo. Non avresti potuto su Twitter.
    Twitter è un buon supporto (e un forte acceleratore, temo) di una nevrosi diffusa di cui siamo vittime - non è una prima persona plurale retorica, me ne riconosco affetto in misura grave - che è l'abbassamento della soglia di attenzione. Vogliamo avere tanti stimoli poco impegnativi, piuttosto che pochi che ci coinvolgano.
    Twitter è come una caramella per i bulimici.

  • Twitter è l'uso che se ne fa.

  • cara paola, ma lei crede sul serio che io pensi che "senza internet si stava meglio"? questa è un'affermazione bombastica, in linea col suo nickname. si faccia prima un giro su google prima di spararle grosse. poi ne riparliamo
    rs

  • Chiedo scusa, preciso che ho usato il "tu" in senso impersonale e mi spiace per il disguido. Stavo pensando più che altro ad alcune esternazioni - puntualmente via internet - un po' semplicisticamente avverse alle novità di internet.
    In realtà i suoi dubbi sono in linea con quelli di altri esperti del campo: ho letto critiche di economisti altrettanto increduli sul successo di Twitter che invitano ad investire altrove il tempo. Non fatico certo a crederlo, ma ho bisogno di dare un senso a numeri così straordinari e uno lo trovo senz'altro nell'apertura ad ogni possibilità di uno strumento molto semplice e immediato. Semplicità, immediatezza e gratuità seminati in internet significano quasi sempre raccolta di successo.
    Un successo che qualche volta capisco solo nelle notti insonni ;-) Un saluto boombastico! :-)

  • social network = the closest thing we have to democracy

  • Nel Twitter, per esempio, io ci metto citazioni dai romanzi. Ogni giorno un romanzo che parla di quel giorno. Sì, lo so, mi sono spiegato male. E soprattutto non so cosa metterci fra un anno.

  • social network = the closest thing we have to reality shows

  • Ricky ammazza come sei formale. Stabiliamo una regola: qui, nello spazio umano cosmico e algoritmico ci si darà tutti del "Tu".
    Leggiti il tuo caro amico Zambardino, ti risponde oggi su Twitty, tutte le altre ciance sono fuffa.
    Sì sì "perdamasco", è un solido ramo dell'ego:)

  • concordo, non ne afferro senso ed utilità. trovo "esilarante" però che alla fine della piacevole lettura del tuo pezzo campeggi un "condividi su facebook" che sembra contraddire il pezzo stesso. da un inutile condivisione (twitter) ad una inutile esibizione (fecebook). il cane che si morde la coda. opinione mia ovvio, che non uso né l'uno né l'altro. ma è lo specchio dei tempi, esibire, comunicare (?), provare di esser vivi e prendere consensi. in una parole: sadness.com. ovviamente 2.0.

  • caro alessandro, non capisco bene? esibire che? io penso che facebook sia utile per allargare il giro dei lettori, arrivare per via virale anche a chi lettore (di repubblica) non è e, in questo modo, allargare il dibattito su una cosa che capisco poco (twitter). dove sta, esattamente, la tristezza?

  • La notizia virale avviene allo stesso modo su Twitter, solo che è visibile a chiunque (su Facebook devi essere iscritto).

  • Social Network: the closest thing we have to democracy or the closest thing we have to reality shows??? This is the question...

  • Carissimo, e' uno strumento.
    Chi non sa scrivere non sa che farsene di una biro. Twitter ha inventato una nuova forma di comunicazione, quindi nasciamo tutti ignoranti di questa nuova idea.

    Dov'e' la ricchezza di Twitter: nella brevità con la quale tutti possono informare di quello che stanno facendo o leggendo, e nella brevità con la quale tutti possono trovare altri che si informano di quello che ti interessa.

    La gestione dei follower e' determinante per questo. Trovi nuovi amici, parli di nuovi argomenti, trovi collaboratori o vieni chiamato per quello di cui hai parlato.

    E' a metà tra le pagine gialle ed uno strumento che informa, senza spam. Sei tu che decidi di seguire chi ti interessa. Certamente girano moltissime idee ed interessi.

    Su una cosa sono d'accordo: c'e' talmente tanto che si fa fatica a mettere ordine in tutto.

    Per questo sono nate mille applicazioni per consultare i contenuti in modo piu' ordinato. Sono talmente pazzo che ne ho fatta una anche io, usata da avvocati pensa un po', Aiuta a tenere i tweets ordinati per argomento. Quello che, al momento, con twitter da solo non e' facile da fare, anche usando gli hashtag (parole chiavi per tracciare le novità su un argomento).

    L'importante e' non fare filosofia di uno strumento ma, come le ricette di cucina, farle e spiegare come si fanno.

    Poi diremo anche che la ricetta buona e il piatto piace o non piace, ma prima bisogna mettere le mani nella farina, e versare l'acqua...

    Viva la lezione da un'ora e mezza ... Dovevi cercare un video di 3 minuti, non di un'ora e mezza.

  • i vari servizi cercano di saturare lo spazio all'interno di un modello di comunicazione finito. la strada da fare è ancora molta, e molto dipenderà dall'interfaccia (schermo-tastiera, touch screen, neural interface). quello che fa la gente non ha senso se non viene condiviso: twitter è un modo, uno dei tanti, per dare senso al senso stesso

  • Ricky sia ieri che oggi hai avuto una prova che la mia posizione riguardo a Twitty è imprescindibile. Rispettivamente dal Wall Street Journal e dall' "affaire Guardian".
    Te l'ho detto che il ramo è solido, abbi fiducia una buona volta: vedo bene lontano, e vicino.

  • Per Spataro che è un avvocato e ha capito Twitty:

    leggi quel che è successo con il Guardian, oggi, mi viene da dire e correggimi se sbaglio che "Twitter oggi ha creato un caso inglese che fa e farà giurisprudenza".
    Per diritto e giornalismo.

  • Io lo uso per esprimere brevi opinioni che estrapolo ad esempio dal mio blog, oppure per linkare siti e per gli aggiornamenti di siti che mi interessano.
    Non capisco tutto questo dilungarsi nel cercare di comprenere twitter.
    Piuttosto parliamo di facebook e delle sue mille cavolate!

  • La sintesi è nel titolo, non hai compreso.

    Viviamo una grande rivoluzione e come ogni grande rivoluzione divide le coscienze:
    - Hai qualcosa di cui scrivere? Usa un blog. Hai qualcosa da condividere, vuoi creare un gruppo con tanto di iscritti? usa Facebook. Fotografie? usa Flickr. Hai qualcosa da comunicare: quello che leggi, quello che pensi, quello che hai scritto sul blog? usi Twitter.

    tutto qui.

    Twitter è democratico e si basa sulla ri-distribuizone dei tweet stessi (re-tweet), solo le notizie migliori raggiungono tutti, le altre sono scartate. E' veloce, le notizie ti raggiungono mentre qualcuno le sta scrivendo. Così conosci persone, realtà, punti di vista, società, iniziative e articoli... tipo questo.

    Ho raggiunto quest'articolo da Twitter e leggendo commenti tipo: "meglio nn essere troppo pieno di sè" e "non c'è niente da capire, provalo". Parlare di twitter, anche negativamente, ha portato un po di visibilità pure a te ( e non mi dire che non ci hai messo malizia). Quindi nonostante non hai capito come, twitter ha fatto il suo mestiere, Tweettare.

    Poi se uno di mestiere fa il comunicatore (dovresti essere giornalista no?) ci sono delle regole da seguire e se posso farti un'appunto tu un paio non le hai seguite, chissà forse potevi informarti. Magari provando twitter per una settimana piuttosto che perdere un'ora ad ascoltare un podcast (beato te che hai tempo).

    Sta' notizia della vicinanza di twitter a wired che voleva significare? volevi farci vedere qualche inciucio? non perché non c'é, sul serio non ne' scrivere più dai...

    Un'ultima cosa. 3.5M di persone seguono Ashton Kutcher perché è un bel ragazzo (credo che siano molti di più quelli che seguono amici per lo stesso motivo e poi spendono 2 euro a settimana per farsi mandare lo 'sfondino per cellulare')
    ma lo sai che ci sono 3,5M di persone che seguono Mashable (http://ow.ly/uG1n)?

    sui social, gratis, ci sono decine di professionisti (seri) del settore raggiungibili con un tweet, senza bisogno di referenze né presentazioni. Vuoi comprendere Internet? Chiedi a loro, chiedi a noi e ti verrà risposto. Prova dai! se domani entri su twitter sarò il tuo primo follower! :D

    C'è una nuova rivoluzione nell'aria e si chiama 'condivisione' (li vedi i bottoni colorati sotto la scritta "Condividi su facebook?" la seconda è twitter!), non averne paura.

    Se hai veramente qualcosa da dire c'è spazio anche per te :D
    Sbrigati però che tra un po' arriva Google wave!

  • sono su twitter da un bel po' di tempo, gentile professorino pandaziri. e continuo ad avere i miei dubbi. beato lei che non ne ha.

  • Ricky sentito quali movimenti ci sono attorno a Twitter?
    Non che mi paragoni a Bill, perchè sono Jobbsiana, ma già il 7 ottobre che ti avevo detto? Lasciami solo iniziare a lavorare in questo ambiente dal 2010, e poi ci rivedremo in Borsa. Non la borsa della spesa, ovviamente.

  • Ricky il punto non è da quanto tempo ci stai su Twitter, ma come ci stai.