Dopo che nelle scorse settimane abbiamo analizzato quanto, e in che termini, si parli dei leader del centro-destra e di quelli del centro-sinistra, oggi prendiamo in esame i principali esponenti del M5S.

Prendiamo dunque in considerazione le citazioni, il passaparola, a partire dal 7 Gennaio al 20 Febbraio, su Twitter, Facebook, Instagram, YouTube, Tumblr, Blog, Forum e Siti di News, relativamente a Luigi Di Maio, Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista.

Partiamo proprio da colui che è candidato premier per la lista del Movimento Cinque Stelle: Luigi Di Maio.

Nel periodo preso in considerazione sono 374.359 le citazioni relative a Di Maio per un totale di 2.3 miliardi di di impression potenziali, di quelle che gli addetti ai lavori definiscono le “opportunity to be seen”, ovvero le opportunità che il totale dei post hanno avuto di essere viste. Un dato da calibrare decisamente al ribasso poiché mediamente le visualizzazioni effettive si attestano attorno al 5%. Si tratta comunque di un esposizione mediatica online che si aggirerebbe dunque attorno a 115 milioni di visualizzazioni effettive. Volumi abbastanza al di sotto di quelli rilevati per Berlusconi e Renzi, per stare ai leader più citati delle coalizioni avversarie al M5S, soprattutto se si considera il maggior arco temporale (nell’analisi conclusiva del 2 Marzo prossimo venturo normalizzeremo e parificheremo il tutto), ma che restano comunque di tutto rispetto.

L’attenzione nei confronti di Di Maio, oltre che naturalmente dai media del nostro Paese, arriva anche da numerose testate di rilevanza internazionale. The Economist gli dedica un’ampia analisi in cui parla di grande popolarità ma anche di grandi dilemmi. Le Monde lo ha intervistato il 15 Febbraio scorso ponendo l’accento sul nuovo orientamento più moderato, meno anti-europeista, così come il canale televisivo satellitare statunitense CNBC (Consumer News and Business Channel), che si concentra sullo stesso argomento, e il quotidiano tedesco Zeit che parla di “Italexit”, richiamando la Brexit in chiaro riferimento alla possibile uscita dalla UE nella caso di vittoria del M5S.

Ancora una volta, così come era emerso dalle precedenti analisi, è prevalente un “sentiment” (le emozioni e le reazioni suscitate associate alle verbalizzazioni che lo citano) negativo in associazione a Luigi Di Maio. Elemento che non sorprende vista la forte caratterizzazione di ostilità e aggressività che caratterizza questa campagna elettorale, come documenta l’indagine IPSOS svolta per conto di “Parole Ostili”, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole. Così come avevamo verificato per gli altri schieramenti, anche in questo caso abbiamo un, una “top hater”, tale @AlvisiConci che dedica al candidato premier del Movimento Cinque Stelle ben 775 tweet nel periodo preso in considerazione, pari ad una media di 17.6 citazioni/die.

Le citazioni di Di Maio sono maggiormente associate a Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, come mostra l’infografica sottostante. Solo 5.742, pari a circa il 2% del totale, quelle invece associate ai tanto controversi congiunti del candidato premier.

Circa un quinto (19.4%), 72.849, le menzioni di Beppe Grillo, a testimonianza di un ruolo volutamente defilato tanto da rinviare due date del suo tour come attore/comico.

Più che di basso profilo, parlano di vero e proprio allontanamento sia The Guardian dedica le sue attenzioni, così come Le Figaro, mentre Clarìn, uno dei principali quotidiani argentini, nazione con una vasta quota di popolazione di origine italica, si concentra su “rimborsopoli”.

Allontanamento, o comunque basso profilo, che emerge anche dalle citazioni maggiormente associate al comico genovese con “Grillo non Parla” che pesa circa il 10% delle menzioni, pari a 7.180 citazioni della questione.

Resta ancora evidenza dello scalpore, e delle successive polemiche che ne erano scaturite, delle dichiarazioni di voto in favore di Grillo, quando, a metà Gennaio, ancora non vi era ufficialità del parziale distacco da parte di Orietta Berti a RaiRadio1.

Ancora inferiori rispetto a quelle di Grillo le citazioni di Davide Casaleggio che si attestano a 57.195 menzioni per un totale di circa 12 milioni di visualizzazioni effettive stimate.

Il “capo assoluto” del Movimento Cinque Stelle, secondo la documentazione dello statuto dell’associazione Rousseau, non pare godere dell’attenzione mediatica a livello internazionale riservata invece a Di Maio e Grillo. Infatti, tra i cinquanta autori/account più autorevoli che citano Casaleggio in Rete e/o sui social non figura alcuna testata estera, mentre un articolo di questo giornale si piazza tra i primi tre in termini di influenza.

Anche per il figlio di Gianroberto a prevalere è un “sentiment”, così come definito, negativo. Oltre il triplo, 28%, rispetto a quello positivo, al 9% del totale delle citazioni. La conferma, se necessario, che si tratti di una costante dell’attuale periodo.

Su Twitter a citarlo maggiormente sono l’account di Luigi Di Maio, quello del M5S e quello di Beppe Grillo. Tutti oltre le 1.300 menzioni. Per contro, complessivamente, le citazioni di Casaleggio jr sono associate per il 72% dei casi a M5S (31%), Rousseau (22%) e Grillo (19%), mentre viene associato con Di Maio sono solamente 3.121, il 5% del totale.

Anche se non candidato alle elezioni del prossimo 4 Marzo Di Battista resta non solo attivo ma anche un riferimento.

Sono 80.780, un numero inferiore solo a quelle di Di Maio, le citazioni per Di Battista, pari a 21.5 milioni di visualizzazioni effettive stimate. Un ruolo da giocatore non direttamente in campo che a livello internazionale viene ripreso dal The Guardian in riferimento alle accuse mosse a Berlusconi relativamente a presunti legami mafiosi.

Mentre risuona l’allarme dei Servizi relativamente a possibili “cyber campagne” di influenza per condizionare il voto, le citazioni di Di Battista provenienti dalla Russia sono solamente lo 0.15% del totale, molti dei quali di @marinaM5S, evidentemente in trasferta temporanea. Davvero poca cosa per farne un caso.

[*] Analisi a cura di DataMediaHub, effettuata su dati The Fool/Crimson Hexagon

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