L’ex ministro libanese delle Finanze, Mohammad Shatah, è rimasto ucciso in un attacco kamikaze a Beirut, che ha causato almeno 5 vittime e 70 feriti. Shatah, esponente del movimento al-Mustaqbal (Il Futuro), era molto vicino all’ex premier libanese Saad Hariri, figlio ed erede politico di Rafiq Hariri, assassinato in un attacco a Beirut il 14 febbraio del 2005. L’esplosione è stata causata da un’autobomba, nella strada più prestigiosa di Beirut, dove ci sono banche, ministero e anche il “Serail”, il complesso roccaforte del governo e dove si trova l’ufficio del premier, Najib Mikati.

La tv libanese ha mostrato diverse auto e corpi in fiamme nelle strade vicino al luogo dell’esplosione, non lontano dall’ufficio del primo ministro. Sul posto ci sono vetri in frantumi fino all’ottavo piano del palazzo Starco che dà il nome alla piazza e ospita numerosi servizi tra cui un grande teatro. Si rincorrono freneticamente i soccorsi con un gran numero di ambulanze. Schegge dell’esplosione si notano fino a oltre 500 metri dal luogo della deflagrazione.

Shattah era il braccio destro dell’ex premier Saad Hariri e leader dell’opposizione parlamentare vicina all’Arabia Saudita e ostile agli Hezbollah e all’intero asse filo-iraniano in Libano e nella regione. Shatah aveva ricoperto la carica di ambasciatore libanese negli Stati Uniti e consigliere dell’ex premier Fouad Siniora. Ultimamente l’ex ministro era stato incaricato di gestire a Beirut le relazioni politiche e con i media per conto di Hariri, da tempo residente all’estero per timore di esser ucciso nel suo Paese.

Pochi minuti prima di essere ucciso, Shatah aveva scritto sul suo profilo Twitter un commento molto duro nei confronti del regime siriano e degli Hezbollah, alleati dell’Iran. Shatah è morto mentre si trovava a bordo della sua auto, diretto a una riunione della coalizione dell’opposizione parlamentare in un palazzo poco lontano dal luogo dell’esplosione.

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