Quasi un miliardo di persone soffre la fame o è affetta da malnutrizione. Il problema non risiede certamente nella mancanza di risorse. Basti pensare come la maggior parte dei raccolti di mais e soia coltivati viene utilizzata per nutrire bestiame, maiali e galline.
Secondo la FAO (Food and Agricolture Organization), le terre destinate all’allevamento del bestiame costituiscono il 30% delle superfici terrestri emerse non ricoperte da ghiacci. Nel Brasile, ogni cinque mesi vengono distrutte 1250 miglia quadrate di foreste, per far spazio ai pascoli e nutrire gli animali da carne. Negli Stati Uniti, circa tre quarti dei problemi legati alla qualità dell’acqua, sono causati dalla produzione di carne.
Produrre carne comporta il consumo di un elevatissimo numero di risorse e questa attività è responsabile di un quinto delle emissioni di gas serra del pianeta. Più di tutte le automobili, le moto e gli altri mezzi di trasporto messi assieme. Come dire, un maiale da macello inquina più di un fuoristrada. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di produzioni industriali e di larghissima scala, vere e proprie catene di montaggio della carne, che richiedono grandi quantità di energia, inquinano le acque, generano emissioni di gas serra, provocano disboscamenti.
La domanda globale di carne è cresciuta a dismisura negli ultimi anni, sulla scia di un benessere crescente. La campagna Meno Carne vuole sensibilizzare sulla necessità di ridurne il consumo: si tratta, in fin dei conti, di rispettare tanto gli animali quanto il nostro ambiente.
Organizza una cena vegetariana
Ippl.org
Lo studio delle specie viventi e un adeguato rapporto con la natura sono condizioni necessarie per un futuro sostenibile: se poi ci si avvicina ad animali con i quali si possono intrecciare relazioni, tutto il proprio stile di vita cambia, dall’alimentazione (si mangerà sempre di meno carne) al rapporto con le altre persone. È questo il caso di Shirley McGreal, animalista e ambientalista, fondatrice nel 1973 della Lega internazionale per la protezione dei primati (IPPL) con cui, nel corso dei decenni, ha lavorato per la sensibilizzazione dei cittadini su questo tema e per la creazione di aree naturali protette, in tutto il mondo. Nata e cresciuta in Inghilterra, dove aveva intrapreso gli studi per diventare insegnante, durante un viaggio in Thailandia, all’inizio degli anni ’70, è colpita dal trattamento riservato alle piccole scimmie che venivano vendute: da allora sarà questo il suo campo di attività. Shirley McGreal vive dal 1977 negli Stati Uniti in mezzo a una riserva naturale per primati, da lei istituita nella Carolina del sud. Insignita di numerosi premi internazionali, è oggi una delle animaliste più note del mondo.
Per approfondire.
Diventa fan di Unimondo su Facebook
Il testo è riproducibile in parte o in toto da tutti i media italiani citando la fonte e dandone comunicazione a Unimondo.