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M5s, Di Maio: 'Denuncerò massoni 5 Stelle per danno immagine. Comunque continuiamo a crescere'

Post su Facebook: 'Chi mente non la passerà liscia'

Redazione ANSA

"Ci sono tre candidati che ci hanno mentito: non ci hanno detto che facevano parte della massoneria. Ma questi non solo li abbiamo espulsi dal M5s ma li denuncerò per danno di immagine al M5s". Così Luigi Di Maio in un video su Fb in cui aggiunge: "gli chiederemo anche di rinunciare alla proclamazione, visto che anche Michele Ainis sostiene come noi che si può fare".

"Chi ha mentito a me e agli elettori non la passerà liscia", aggiunge. "Come si vede dai sondaggi, non solo non ci stanno facendo male ma stiamo crescendo. Renzi perde e noi guadagnamo".

LA VICENDA

Altri due massoni tra i candidati M5s: sono Piero Landi a Lucca e Bruno Azzerboni in Calabria. Insieme a Catello Vitiello il Movimento li mette alla porta e annuncia una richiesta di danni. Intanto, sarà chiesto loro di rinunciare al seggio e saranno inibiti dall'uso del simbolo.. "Catello Vitiello e Piero Landi al momento della sottoscrizione della candidatura non hanno detto la verità e non ci hanno informato di far parte di una loggia massonica - aveva riferito L'M5s in un comunicato -. Per questa ragione non possono stare nel M5S e sempre per questo motivo gli sarà richiesto di rinunciare al seggio. Li inibiamo dall'utilizzo del simbolo e ci riserviamo di agire nelle opportune sedi al fine di risarcire eventuali danni di immagine cagionati al M5S".

"Al momento della sottoscrittura della candidatura Azzerboni e Piero Landi non ci hanno informato, non hanno detto la verità. Per questa ragione non possono stare nel Movimento 5 Stelle e sempre per questo motivo gli sarà richiesto di rinunciare al seggio", afferma il Movimento riservandosi il diritto di "agire nelle opportune sedi al fine di risarcire eventuali danni di immagine".

CASO RIMBORSI M5S, LE IENE: 'SALGONO A 14 I 'MOROSI' - "Di Maio ha così comunicato che sarebbero otto i parlamentari morosi, con un buco di quasi 800mila euro. Ma secondo la nostra fonte sarebbero quasi il doppio. E alcuni di questi parlamentari morosi, ancora senza nome perché prima vorremmo incontrarli per chiedere conto, avrebbero escogitato un altro giochino originale per trattenere più soldi nelle loro tasche. Non si tratterebbe del solito metodo di annullamento del bonifico appena inviato, che permetteva così di inviare la ricevuta al sito tirendiconto.it e quindi di risultare formalmente in regola, che in tanti hanno praticato". Lo afferma il programma Le Iene presentando la seconda puntata dell'inchiesta sulle restituzioni "fantasma" del M5S e sottolineando: "Secondo la nostra fonte, però, i parlamentari coinvolti nella mancata restituzione di parte del loro stipendio sarebbero 14".

 

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