Il governo ribadisce quanto annunciato informalmente dopo il vertice Letta, Saccomanni, Visco, e cioè che la recessione dura è finita e ci sono alcuni timidi segni di ripresa. A sostanziare ulteriormente questa tesi, argomentata con i dati dell’Istat sulla produzione industriale, sono stati ieri sia il ministro del Lavoro Enrico Giovannini che ha parlato a «Radioanchio» al mattino (prima della diffusione dei dati sul Pil) sia il suo collega dell’Economia, Fabrizio Saccomanni che ha rilasciato una lunga intervista serale a SkyTg24.

Il ministro Giovannini aveva anticipato alla radio quanto l’Istat, un’ora dopo, avrebbe confermato, e cioè che «nel secondo trimestre il Pil avrà ancora un segno meno, ma nel terzo e nel quarto si potrà avere un segno positivo. Quindi potremmo dire che la recessione che ormai dura da due anni è finita, e sembra che l’ottimismo sia aumentato nelle famiglie dove, in particolare, sono diminuite le aspettative di disoccupazione».

Poi, durante la giornata, l’annuncio ha avuto il conforto dei numeri dell’Istat secondo cui il Pil del secondo trimestre si attesta a un -0,2% congiunturale (cioè rispetto al mese precedente). È l’ottavo ribasso consecutivo per l’indice del Pil, ma è meno severo del -0,4% previsto dagli analisti. Su base annua la caduta dovrebbe essere dell’1,7% (rispetto al -2% previsto). Non siamo guariti, dunque, ma la febbre scende.

A far ben sperare è il dato sulla produzione industriale italiana che vede il secondo segno più consecutivo con un aumento congiunturale dello 0,3% a giugno, dopo lo 0,1% di maggio. Sono segnali positivi che non bastano a invertire la tendenza (rispetto a giugno 2012 il dato mostra un -2,1% e nel secondo trimestre il risultato è negativo dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti) ma svelano quantomeno un cambio di passo. Tra i settori che spingono di più rispetto a giugno 2012 c’è l’auto che si lancia in un +7,4%, ma vanno bene anche il farmaceutico (+2,8%)e la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica (+1,5%).

Fin qui il quadro della giornata, alla luce del quale il ministro Saccomanni si è presentato alle telecamere di Sky per trarre le conclusioni e dire agli italiani che la nottataccia è passata. La recessione è finita? Chiede il giornalista Alessandro Marenzi. E il ministro annuisce: «Credo di sì». E poi aggiunge «che tra questo trimestre e il quarto l’economia entrerà in ripresa» In questo momento «ci sono ancora dati negativi e dati che sono positivi». In particolare, spiega Saccomanni, «ci sono una serie di dati, che vengono da diversi settori dell’economia e che vanno tutti nella stessa direzione» come gli indicatori della fiducia delle imprese, i consumi, la ripresa industriale. La Banca d’Italia, aggiunge il ministro, ha anche «calcolato un indice che misura la probabilità di inversione del ciclo, che oggi da 1, cioè il 100% della possibilità di inversione». Il guaio, conclude il ministro, è che per vedere gli effetti della ripresa sull’occupazione bisogna «ancora aspettare».

Certo è che secondo un sondaggio di Confesercenti 6 italiani su 10 sperano proprio in una fase di ripresa in autunno. Le parti sociali non sono altrettanto ottimiste. «La ripartenza sarà molto debole - dice il leader di Confindustria Giorgio Squinzi - e dipenderà soprattutto dal miglioramento della situazione internazionale». E per il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni «è ancora presto per parlare di ripresa economica».

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