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Corsi-fantasma con fondi europei, 3 alla sbarra

Accusati di truffa per aver ricevuto un milione di euro. Tra gli imputati il commerciante Rosini

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«Tutto regolare, siamo supercontrollati e la nostra amministrazione è cristallina».

Questo aveva dichiarato tre anni anni fa Roberto Rosini, 65 anni, commerciante più che noto in città. L'inchiesta della Guardia di finanza sulla destinazione e uso di un milione di euro di fondi europei in quel momento si era appena avviata. Riguardava il Led (Laboratorio regionale dell'economia della distribuzione), con sede in via Della Zonta 2 che incamerava denaro pubblico per tenere dei corsi in realtà inesistenti. Rosini assieme a Paolo Arzioni, 52 anni, ritenuto l’organizzatore dei corsi fantasma e l’impiegato Fabrizio Gherlani, 48 anni, saranno imputati nel processo che inizierà lunedì 22 davanti al giudice Marco Casavecchia. Accusa: truffa aggravata e utilizzo di fatture false. Nel corso delle indagini è stato sequestrato un appartamento riconducibile ad Arzioni che si trova in via Ananian 4/1. Il provvedimento era stato attivato come «sequestro per equivalente» che prevede la possibilità in casi di truffa aggravata di acquisire da parte dell'erario dei beni nella disponibilità dell'indagato in misura equivalente al profitto del reato contestato.

Non solo. Arzioni era finito nei guai anche per detenzione di materiale pedopornografico. Nella perquisizione i finanzieri avevano trovato alcuni files video memorizzati su un cd dal titolo Lolitas Ra@ygold. Per questa accusa l’organizzatore dei corsi fantasma ha patteggiato in un procedimento a parte nel giugno dello scorso anno davanti al Gup Guido Patriarchi la pena un mese di reclusione e mille200 euro di multa.

Nel corso del blitz nelle sedi del “Led” erano stati sequestrati dalla Guardia di finanza su ordine del pm Cristina Bacer tutti i faldoni relativi al corsi effettuati dal 2002 al 2005 che - attraverso la Regione - erano stati finanziati al Fondo sociale europeo. Corsi riguardanti diverse discipline che costano circa 6700 euro per ogni iscritto e che vengono pagati con denaro pubblico quasi in toto, esclusa una modesta quota di 80 euro. L'indagine del pm Cristina Bacer era partita da un esposto in cui erano state ipotizzate presunte irregolarità nella gestione dei corsi finanzati dall'Unione europea. Nel 2009 il laboratorio regionale per l’economia della distribuzione era stato messo in liquidazione. Il Led era nato nel 1989 per volontà di un gruppo di imprenditori, professionisti e docenti universitari che volevano colmare «le lacune della preparazione scolastica insufficiente e per raggiungere le capacità operative che le aziende richiedono». (c.b.)

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