L'imprenditore e formatore Mauro Baricca smaschera le bufale dei nuovi canali online e ne mette in luce il potenziale concreto, rivolgendosi in particolare alle pmi italiane.

Il marketing sta cambiando, gli strumenti anche. Vuoi continuare a perdere opportunità o darti una mossa? Questa la domanda con cui si è aperto il seminario organizzato da Casa Imbastita Campus, indirizzato soprattutto alle pmi italiane.

Mauro Baricca"Se quasi il 100% delle aziende è presente sul web ma solo meno del 20% riesce a fare business online e sui social media in modo profittevole, un motivo c’è", sostiene Mauro Baricca (in foto), imprenditore, autore e formatore sul tema. Fatta eccezione per grandi nomi e grandi brand, che non rappresentano tuttavia la maggioranza del tessuto imprenditoriale italiano, nel mare di Facebook e delle piattaforme varie molti continuano ancora a navigare a vista, perdendo occasioni e rischiando di rimanere sempre più indietro.

"La vera opportunità offerta dai nuovi strumenti è che essi consentono di ottenere risultati a costi sostenibili. Ma nondimeno richiedono investimenti, competenze, professionalità e tempo", spiega Baricca, evidenziando in particolare questi 5 falsi miti da sfatare:

1I social non richiedono professionalità specifica
"Okay far seguire anche i social alla nostra agenzia, ma non lasciandole produrre contenuti preconfezionati per i miei canali. Sui social agli utenti bisogna offrire gratuitamente contenuti di valore e in linea con l’identità dell'azienda, che non si possono quindi delegare a un esterno ma vanno seguiti da vicino da qualcuno del team marketing aziendale, che si interfacci con l’agenzia stessa".

2 I social sono fatti per vendere
"Sui social la gente ci va soprattutto per intrattenersi con fare disimpegnato, quindi o io offro contenuti che rendano la mia pagina interessante e solo ogni tanto provo a vendere qualcosa, o non otterrò mai niente. Se sulla pagina si trova solo pubblicità è inutile, personalmente penso che il principio di Pareto sia sempre utile: 80% di notizie utili e un 20% massimo di promozione. Gli argomenti delle notizie, poi, devono essere collegati alla natura del mio business: non ha senso pubblicare cose sul turismo se vendo shampoo, per intenderci".

3 Sui social si ottengono risultati subito
"Chiunque si occupi di marketing sa che la curva dell’asse di redemption inizia a salire dopo un periodo piatto. Oggi sul mercato c’è di tutto e i social sono sempre più affollati, chi ottiene risultati oggi sta investendo da anni. Non parlo certo di Nutella o Nike, ma di pmi. La strategia social deve essere portata avanti tutti i giorni, non si può provare con 2 o 3 tentativi one shot e poi mollare se non si ha riscontro immediato".

4Promuoversi sui social è gratis
"Vendere sui social comporta invece un costo e sarà sempre di più così, non è un caso che le grandi aziende stiano spostando il budget dai media tradizionali a questi canali. Fino a 5 anni fa se pubblicavo un post sulla mia pagina Facebook magari la piattaforma lo faceva vedere a 5mila persone, oggi sono molte meno: la visibilità va acquistata. Ovvio che per le pmi resti comunque il canale più economico: quello che posso fare con 1.000 euro al mese sui social è molto di più rispetto a quello che otterrei con la stessa cifra spesa altrove, ma resta il fatto che il budget ci vuole".

5 Il mio business non è fatto per i social
Tutti i business sono fatti per il social media marketing. C’è chi dice “il mio pubblico non è sui social”, affermazione di per sè già discutibile considerato i 30 milioni di italiani solo su Facebook. Quand'anche fosse vero, comunque, magari perché abbiamo un’attività di tipo geriatrico, resta il fatto che bisogna essere lungimiranti perché in futuro tutti saranno digitalizzati e online. “I social sono le nuova agorà”.

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