Economia

Bollette, ancora rincari: elettricità sale del 7,6% e il gas del 6,1%

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MILANO – Bollette dell'elettricità e del gas: ancora una notizia negativa per i consumatori. Nei prossimi tre mesi, a partire dal primo ottobre, le tariffe del metano e della luce saranno destinate a salire ancora. Incrementi consistenti, che si sommano ai rincari dei tre mesi precedenti. Secondo quanto comunicato dall’Autorità per l’energia (responsabile dell’aggiornamento delle tariffe), la bolletta elettrica salirà del 7,6 per cento, mentre la spesa per il gas naturale del 6,1 per cento. In soldoni, questo significa rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, un maggior esborso di circa 100 euro per una famiglia che consuma nella media.
 
Mercati dell'energia al rialzo. A favorire la corsa dei prezzi (tre mesi fa l’aumento per il metano era stato dell’8,2% rispetto al periodo marzo-aprile e del 6,5% per la luce) sono una serie di fattori di carattere economico e geopolitico. La spiegazione principale è da ricercare nell’aumento dei prezzi delle materie prime, fattore che non riguarda il solo petrolio, con il prezzo al barile che ha superato in Europa gli 80 dollari al barile (contro i 60 dollari del settembre scorso): mentre il gas naturale sul mercato all'ingresso viaggia a prezzi più alti del 50 per cento rispetto a un anno fa.

Le responsabilità dell'Asia. Sulle tariffe del gas, in particolare, incide la corsa dei prezzi del Gnl (il gas liquido trasportato via mare): la maggior richiesta dei mercati asiatici non soltanto incide sulle quotazioni (+22 per cento rispetto al secondo trimestre del 2018) ma limita la disponibilità in Europa mettendo sotto pressione i prezzi all'ingrosso.

Nucleare francese in crisi. Una parte della responsabilità delle bollette più care va ricercata anche in Francia. Nei mesi estivi, a causa della siccità per le temperature elevate che si sono registrate in tutta Europa, 22 dei 56 impianti nucleari francesi sono stati fermati o hanno avuto una resa molto limitata: i corsi d'acqua dai quali si riforniscono per le operazioni di raffreddamento dei reattori e degli impianti non sono stati in grado di rifornirli adeguatamente. Questo ha comportato un crollo delle esportazioni di energia elettrica verso i paesi confinanti tra cui l'Italia: la Francia copre di media attorno al 10 per cento dei nostri consumi, grazie a un prezzo più favorevole rispetto alla media degli impianti italiani.

I permessi per inquinare. Ultimo elemento che spiega il nuovo aumento delle bollette riguarda "la crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica". Si tratta dei titoli che vengono assegnati alle aziende che producono energia elettrica per compensare le emissioni di CO2. Si tratta di titoli che possono essere scambiati: negli ultimi tre mesi il loro prezzo sul mercato è salito del 29 per cento, dopo che la Ue ha alzato i valori con cui vengono assegnati, per far ripartire un mercato che era diventato di fatto inesistente. L'intento è nobile: più i diritti a inquinare costano più le aziende dovrebbero essere portate a essere meno inquinanti. Nel frattempo, i costi incidono sulla produzione e di conseguenza sui prezzi medi per i consumatori.

L'intervento "calmierante" dell'Authority. Infine, bisogna sottolineare come i rincari sarebbero stati anche più salati per i consumatori se non ci fosse stato un intervento calmierante dell'Autorità per l'energia. La nuova commissione, che ha avuto il via libera dal Parlamento nel luglio scorso sotto la presidenza di Stefano Besseghini, ha deciso - così come era già avvenuto tre mesi fa con la precedente commissione - di congelare il pagamento in bolletta di una parte degli "oneri di sistema". Si tratta degli incentivi alle rinnovabili e le forme economiche di sostegno a varie categorie industriali, il cui ammontare è diviso tra tutte le bollette delle famiglie e delle imprese. La cifra corrispondente verrà anticipata dai fondi di riserva della stessa Autorità, la quale si rivarrà sempre sui consumatori ma nei prossimi mesi, quando il mercato sarà più favorevole a una diminuzione delle bollette.