Perdite d'acqua? Basta sprechi ecco un aiuto dal cielo

Droni e satelliti fanno da sentinelle e scovano le magagne dell'acquedotto

Un drone (Foto archivio)

Un drone (Foto archivio)

Prato, 5 gennaio 2020 - Gli ultimi ritrovati tecnologici per battere gli sprechi. Succede a Prato dove l’acquedotto che in più occasioni ha mostrato tutte le proprie falle e deficienze dovute all’anzianità di tubature non più funzionali, è tenuto costantemente sotto osservazione dal cielo tramite droni, ma anche dal sottosuolo attraverso gli occhi di robot supertecnologici e perfino dai satelliti capaci di regalare immagini con punti di vista impensabili per l’occhio umano.

Publiacqua punta sulla tecnologia per risolvere uno dei problemi più annosi della città, quello delle perdite occulte. La percentuale delle perdite è attualmente al 42,9% - che significa che si perdono nei tubi 42,9 litri d’acqua ogni 100 immessi - con l’obiettivo di abbassare tale soglia di due punti percentuali ogni anno. "In due anni grazie all’effetto combinato dell’individuazione e riparazione delle perdite occulte e alla gestione dei diversi distretti secondo pressioni ottimali, le dispersioni sulla rete pratese si è ridotta complessivamente del 5%. Inoltre gli interventi effettuati a partire dal 2015 sulla rete hanno permesso di ridurre del 20% l’acqua immessa in rete, garantendo quindi un importante risparmio di risorsa", spiegano dall’azienda. Quante volte ci è capitato di vedere marciapiedi bagnati anche quando la temperatura esterna raggiunge i 40 gradi, oppure vere e proprie fontane sgorgare dall’asfalto?

È proprio per mettere un freno a tutto questo che Publiacqua ha deciso di fare un salto di qualità puntando sulle innovazioni. "Distrettualizzazione e telecontrollo della rete, con possibilità di manovra in remoto, sono gli strumenti principali adottati in questi anni ma, per garantire una maggiore efficienza della rete, abbiamo messo in campo anche vere e proprie innovazioni, come la sperimentazione della ricerca perdite satellitare e l’analisi del rischio rottura attraverso la valutazione dello stato di degrado della tubazione calcolando lo spessore effettivo", chiarisce Publiacqua. E i primi risultati sono già arrivati: in poco tempo sono oltre mille le perdite occulte viste e riparate che altrimenti non sarebbero mai state trovate.Ma la vera innovazione arriva dal cielo. 

L’acquedotto di Prato è stato scelto per sperimentare l’uso del satellite per la ricerca delle perdite occulte. In sostanza le tubature della città vengono scansionate dal satellite che in base alle frequenze che riceve è in grado di verificare o meno la fuoriuscita di acqua arrivando a vedere fino a sei metri di profondità nei terreni e tre metri sotto l’asfalto. Il margine di errore è impressionante: il satellite riesce a indicare la perdita con uno scarto di appena 50 centimetri. Grazie alle informazioni ricevute, l’addetto di Publiacqua, va a colpo sicuro a riparare il guasto. "Dopo una prima scansione, attraverso un algoritmo matematico, vengono individuate e corrette le informazioni ricavate da satellite che poi vengono utilizzate per affinare ulteriormente la ricerca con una seconda scansione satellitare, con questo sistema il margine di errore è ridotto quasi a zero", spiega Publiacqua. 

A fianco del satellite ci sono i droni che da un’altezza minore riescono comunque a dare grandi risposte. Da qualche mese vengono utilizzati dall’azienda per eseguire verifiche nei luoghi di difficile accesso, ma anche per controlli di serbatoio e impianti, nonché per monitorare elementi inquinanti, quando cioè si verificano sversamenti nei fiumi. Il drone garantisce anche operazioni di ricognizione e sorveglianza, o di verifica dello stato di manutenzione degli impianti in caso di infiltrazioni di acqua. In campo per la lotta alla perdite ci sono anche i robot, fondamentali per la videoispezione: il loro utilizzo consente tra l’altro di non inviare personale in luoghi pericolosi o angusti, ma robot capaci di restituire immagini attraverso una telecamera. La guerra agli sprechi continua e diventa sempre più tecnologico.  

Silvia Bini © RIPRODUZIONE RISERVATA