5 agosto 2021 - 07:13

A Milano nasce il «Mad», nel 2026 apre il Museo dell’Arte digitale in Porta Venezia

Budget di 6 milioni di euro. Si svilupperà nell’ex Albergo Diurno, nel Meet allo spazio Oberdan, con un possibile prolungamento nei Giardini Montanelli. Dallo Stato fondi anche al Museo nazionale della Resistenza e alla Beic

di Mariavittoria Zaglio

A Milano nasce il «Mad», nel 2026 apre il Museo dell'Arte digitale in Porta Venezia
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Non si sa ancora se si chiamerà «Mad» ma è sicuro che nascerà a Porta Venezia. Il Museo dell’Arte digitale sarà la realtà nazionale dedicata alle tecnologie, le innovazioni culturali, il nuovo linguaggio dell’arte e avrà sede a Milano. Il placet è arrivato con la dichiarazione del ministro della Cultura Dario Franceschini, ora manca solo l’approvazione nel decreto. Un nuovo capitolo, quello del Museo dell’Arte digitale, che si innesta in un percorso di rinnovamento e sviluppo più ampio. Il budget destinato all’infrastruttura culturale della città da parte dello Stato conta 121 milioni complessivi da dividere in tre progetti distinti. Il masterplan dello studio Herzog & de Meuron del Museo Nazionale della Resistenza lungo i Bastioni di Porta Volta (a cui spettano 14 milioni), di fronte alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la cui apertura è prevista per il 2026 (ma già online dal 25 aprile 2021). La realizzazione della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic), che prevede una fetta di stanziamento che supera i 100 milioni e che è già stato approvato dal governo nel Piano per i Grandi attrattori culturali lo scorso aprile e che, dopo anni di attesa per mancanza di fondi, potrà finalmente sorgerà in Porta Vittoria.

Un futuro per la crescita culturale di Milano in sintonia con il rapporto annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere che inserisce l’area metropolitana al primo posto per incidenza sulla ricchezza e la creazione di lavoro prodotto dal settore culturale (sfiorando il 10 per cento sul valore complessivo). «Sono particolarmente orgoglioso del lascito del mio mandato e dell’investimento destinato al settore della cultura che non ha precedenti storici nell’amministrazione — dice l’assessore uscente alla Cultura Filippo Del Corno — Milano è medaglia d’oro nel racconto del ‘900, sarà cruciale per lo sviluppo della cittadinanza prossima con la Beic e chiave di lettura del futuro con il Museo dell’Arte digitale».

La sede principale del polo innovativo (per cui l’investimento iniziale è di 6milioni) sarà nel gioiello liberty dell’ex Albergo Diurno Venezia, «anche grazie al contributo e alla valorizzazione del Fai in questi anni», sottolinea Del Corno. Lo spazio diventerà diffuso entrando in dialogo (attraverso un distaccamento) con il Meet, il Centro internazionale di Cultura Digitale all’interno dello spazio Oberdan e con un possibile prolungamento nel «deposito del verde» dei giardini di Porta Venezia. A completare il distretto museale cittadino, che si spera possa essere inaugurato per il 2026, la vicinanza con il Planetario, il Padiglione di Arte Contemporanea, la Galleria di Arte Moderna e quella di Arte Etrusca. «Un’occasione per creare relazioni e contenuti tra linguaggi artistici diversi, portando nuovi stimoli. Abbinare il nuovo orizzonte dell’arte digitale ad approcci tradizionali, il primo passo per sperimentare l’equilibrio tra passato e futuro nel mondo della cultura», conclude l’assessore. «Non dimentichiamo che anche l’invenzione della stampa, all’inizio, fu considerata demoniaca».

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