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Smart grid e biometano, come il Mise pressa Conte per il Recovery fund

Le proposte del ministero dello Sviluppo economico retto Patuanelli inviate alla presidenza del Consiglio per il Recovery Plan su transizione energetica, decarbonizzazione, smart grid, biometano e non solo

 

Riqualificazione della rete elettrica e ristrutturazione dei poli industriali, modernizzazione della rete carburanti e promozione del biometano. Sono queste parte delle misure che dovrebbero traghettare l’Italia verso un futuro più rinnovabile contenute nella bozza di documento che mette nero su bianco le proposte del ministero dello Sviluppo economico per il Recovery Plan.

Ecco tutte le proposte del Mise a Palazzo Chigi (che poi deciderà le priorità) per transizione energetica e decarbonizzazione, per investimenti complessivi pari a 12,5 miliardi di euro (9 miliardi per l’attuazione del Pniec e 3,5 miliardi per la decarbonizzazione).

REDDITO ENERGETICO

Tra le prime misure sul tema proposte dal ministero dello Sviluppo economico c’è un reddito energetico, che ha come obiettivo quello di promuovere l’autoproduzione collettiva di energia elettrica rinnovabile, attraverso il coinvolgimento della rete dei Comuni minori e la valorizzazione di aree/spazi idonei alla localizzazione degli impianti. Si tratta di una proposta, si legge nel documento, “in sinergia con analoga misura recentemente approvata dal CIPE e con esperienze già in corso in Italia”.

INNOVAZIONE DELLA RETE ELETTRICA

Tra gli interventi da attuare (e finanziare) c’è l’adeguamento della rete elettrica in smart grids, per gestire l’incremento di energia rinnovabile e la diffusione dell’autoproduzione di piccola taglia, ma anche per supportare nuovi servizi, come l’erogazione di elettricità per la mobilità elettrica. Tra gli obiettivi c’è anche quello di adeguare le reti a contrastare eventi climatici estremi.

L’iniziativa, si legge nel documento, “abilita a valle un’ampia gamma di investimenti e servizi collegati, prevede una grande prevalenza di spesa in Italia (oltre il 95%), una domanda importante di prodotti e servizi a comparti industriali strategici per il paese (elettronica, elettrotecnica e costruzioni) e il coinvolgimento di un elevato numero di PMI nei lavori di costruzione (e di manutenzione) dell’infrastruttura”.

MODERNIZZAZIONE SULLA RETE CARBURANTI

Il Mise propone anche lo stanziamento di risorse (a partire dal 2021, per concludere i lavori entro il 2023) per modernizzare parte della rete distributiva di carburanti (1000 impianti, su complessivi oltre 20.000). Il Mise punta all’installazione di ricariche elettriche veloci ed ultra veloci dotate di sistemi di accumulo, anche in grado di dialogare e fornire servizi alla rete elettrica.

PROMOZIONE DEL BIOMETANO

Il ministero promuove anche il biometano, con la “conversione di buona parte dei circa 1200 impianti di produzione di elettricità alimentati a biogas (i cui costi non si sono ridotti rispetto ad altre fonti rinnovabili) alla produzione di biometano destinato ad usi termici nei settori industriale, residenziale e agricolo (trattori a biometano) arrivando a sostituire il 5% del gas naturale fossile al 2027, con un approccio di economia circolare e importanti ricadute sul settore agricolo”.

I contributi agli investimenti dovrebbero essere fissati per un 40% massimo.

DECARBONIZZAZIONE DEI POLI INDUSTRIALI

Prevista anche la decarbonizzazione di alcuni poli industriali. La misura si rivolge, in primis, al comparto della raffinazione e della produzione di ceramiche, settori fortemente esposti verso la concorrenza industriale da parte di players extraeuropei, e comunque impattati dalle politiche di decarbonizzazione stabilite a livello nazionale ed europeo, spiega il Mise.

Il programma interesserà anche i siti delle centrali di generazione elettrica a carbone, quelle, per intenderci, che dovranno chiudere, secondo il Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), entro il 2025.

L’ATTENZIONE AI LAVORATORI

Non manca, da parte del Mise, uno sguardo ai dipendenti dei poli citati. Il ministero guidato da Stefano Patuanelli progetta e propone programmi di riqualificazione dei lavoratori interessati dalle operazioni di riconversione dei siti industriali interessati

NUOVE INFRASTRUTTURE PER RICONVERSIONE ATTIVITA’ INDUSTRIALI

Il documento che di proposte firmate dal Mise prevede anche la costruzione di infrastrutture che facilitino la riconversione delle attività industriali con cicli produttivi a emissioni ridotte, “in particolare nel settore della produzione di alluminio in Sardegna, della ceramica nello specifico distretto industriale, e della produzione di prodotti petroliferi a basso contenuto di carbonio proveniente da fonti fossili (tra cui area di San Filippo del Mela – Sicilia)”, si legge nel documento.

PROGRAMMI DI RIQUALIFICAZIONE PER AREE INDUSTRIALI

Tra le ultime proposte in tema di decarbonizzazione c’è quella di finanziamento di programmi per l’insediamento nelle aree industriali soggette al processo di riconversione di nuove attività con minore impatto emissivo.

Qui il documento con tutte le proposte del Mise: tempi e importi 

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