19 febbraio 2016

Obbedire a un ordine fa sentire meno responsabili

Quando qualcuno impartisce un ordine, chi lo esegue percepisce un senso ridotto di responsabilità delle proprie azioni e delle loro conseguenze. E' il risultato di una ricerca che ha ripreso e approfondito gli studi sul conformismo condotti negli anni sessanta da Stanley Milgram, dimostrando che l'obbedienza riduce l'attività delle aree cerebrali che valutano gli effetti delle azioni compiute(red)

Se si riceve un ordine o una forte sollecitazione a eseguire un'azione, la percezione soggettiva della responsabilità delle conseguenze di quell'atto è fortemente indebolita. Non solo: si riduce anche l'attività delle aree cerebrali preposte all'elaborazione dei risultati dell'azione.

La scoperta è di un gruppo di  neuroscienziati e psicologi dell'University College di Londra e dell'Université libre de Bruxelles, che pubblicano su "Current Biology" i risultati di una ricerca che ha ripreso e approfondito gli studi sul conformismo e il senso dell'obbedienza condotti negli anni sessanta dallo psicologo Stanley Milgram all'università di Harvard.

Ai soggetti studiati da Milgram era stato chiesto di somministrare a una persona una scossa elettrica di intensità crescente ogni volta che commetteva un errore in un test di apprendimento (la "vittima" era in realtà un attore che faceva finta di ricevere la scossa). Milgram scoprì che sotto la pressione dell'autorità dello sperimentatore ben il 65 per cento dei partecipanti continuava a somministrare le scosse fino a intensità molto elevate, quando l'attore sembrava in preda ai più atroci dolori. (Qui i filmati originali dell'esperimento di Milgram)

Milgram ne aveva concluso che c'è una tendenza naturale a conformarsi ai ruoli e alle regole imposte dall'autorità. Tuttavia non aveva indagato il vissuto soggettivo di chi somministrava la scossa, attribuendo la giustificazione addotta per le proprie azioni ("Ho solo ubbidito agli ordini") a un tentativo ipocrita di alleggerire la propria responsabilità ed evitare le sanzioni.

Obbedire a un ordine fa sentire meno responsabili
Al processo di Norimberga molti imputati si difesero asserendo di avere "solo ubbidito agli ordini". (ANSA)
Nel nuovo studio, Patrick Haggard e colleghi
hanno indagato questo lato soggettivo progettando un esperimento che coniuga quello di Milgram con una tecnica standard per misurare il coinvolgimento di una persona in un evento che ha provocato.

In questa tecnica viene chiesto al soggetto di valutare il tempo trascorso fra l'azione compiuta e l'evento conseguente: maggiore è la stima del tempo trascorso fornita dal soggetto minore è la sua percezione soggettiva di un nesso causale diretto fra azione ed esito e quindi la sua percezione di responsabilità per quanto accaduto.

Dall'esperimento di Haggard e colleghi, è risultato che questo tempo di latenza percepito (ma non reale) aumentava in modo significativo quando la pressione del pulsante che infliggeva la scossa era eseguita su comando dello sperimentatore rispetto a quando veniva premuto volontariamente per ottenere un vantaggio.

Secondo i ricercatori, questo indica che il soggetto percepisce una riduzione della propria responsabilità quando preme il tasto a comando, una conclusione confermata anche dal fatto che l'attività cerebrale è minore e più lenta nelle aree che sono preposte alla valutazione degli effetti di un'azione.

Tutto questo, sottolineano Haggard e colleghi, non implica minimamente che aver eseguito un ordine possa essere un'attenuante rispetto alle proprie responsabilità, ossia che sia valida la cosiddetta e "difesa di Norimberga" (molti imputati per crimini contro l'umanità al processo di Norimberga si difesero asserendo di aver ubbidito agli ordini).

Tuttavia gli stati dovrebbero impegnarsi, da un lato a  promuovere a livello educativo lo sviluppo del senso di responsabilità e la capacità di controllare le proprie azioni e, dall'altro, a varare leggi che permettano di sanzionare più gravemente chi ha la facoltà di impartire ordini e direttive, così da dissuadere da possibili abusi.