Facebook Journalism Project, ecco che cos'è

Con l'iniziativa il social network ammette il proprio ruolo nel meccanismo di diffusione delle notizie

[caption id="attachment_160260" align="alignnone" width="696"] (Foto: Sean Gallup/Getty Images)[/caption]

Si apre un nuovo capitolo nella storia di Facebook, un capitolo nel quale la piattaforma di Mark Zuckerberg ammette a se stessa e al mondo di non essere semplicemente un social network, ma un colosso che gioca, volente o nolente, un ruolo di primo piano nel mondo dell'informazione. Con un annuncio dato su uno dei blog della società, Facebook ha comunicato la nascita del Facebook Journalism Project, una iniziativa multisfaccettata mirata a rafforzare la collaborazione tra il social network blu e i produttori di contenuti informativi, dai giganti delle notizie alle piccole organizzazioni locali.

Il gruppo non ha fatto menzione di prodotti specifici all'orizzonte, ma nella sua dichiarazione di intenti menziona innanzitutto la volontà di svilupparne di nuovi con gli editori e di voler lavorare insieme a questi ultimi su metodi innovativi di confezionamento e distribuzione delle notizie, anziché presentare loro semplicemente le innovazioni alle quali doversi conformare (com'è avvenuto in passato, ad esempio con gli Instant Articles). Facebook metterà inoltre gratuitamente a disposizione degli editori grandi e piccoli CrowdTangle, un prodotto recentemente acquisito dalla società e utile per scandagliare il social network alla ricerca di dati e informazioni utili alla creazione delle notizie.

È chiaro che le critiche nei confronti del social network, accusato di essere troppo permeabile al proliferare di notizie fasulle o non verificate, hanno finito con l'aprire qualcosa di più di una breccia nella posizione iniziale di Mark Zuckerberg, che fino a poco tempo fa insisteva nel considerare la sua creatura come una semplice piattaforma tecnologica. L'istituzione del Journalism Project può in effetti essere vista come una strategia di attacco da affiancare alle mosse difensiva attuate nel 2016, tra le quali la chiusura dei rubinetti nei confronti delle organizzazioni specializzate nella diffusione di fake news sulla piattaforma.

A questo proposito Facebook si spinge infine a promuovere un metodo di fruizione più corretto delle notizie, cercando tramite il proprio sito di educare gli utenti a capire quando una notizia rischia di rivelarsi priva di fondamento. Lo sforzo, su più fronti, si annuncia titanico e i risultati richiederanno del tempo per arrivare; qualcosa in ogni caso si muove, e questa è sicuramente una buona notizia.