La Repubblica - Economia&Finanza

Obiettivo Capitale

Le strategie di asset allocation nello scenario di mercato attuale e i rendimenti dei titoli pubblici ai minimi Come comporre il portafoglio tra corporate bond, azioni e asset alternativi e quali strumenti finanziari adottare

Proli(Amundi Sgr): “Iniziare a investire con piani di accumulo sui trend secolari”

Portafogli prudenti e diversificati, inserendo anche strumenti con protezione del capitale per affrontare il 2019

di MARIANO MANGIA
“Per generare rendimento bisogna diversificare su asset class più rischiose e quindi occorre gestire il rischio in maniera molto più dinamica rispetto al passato, con una diversificazione reale più significativa, in termini anche di stili di gestione e non solo di asset class, e intercettare i secular trend è la missione più importante durante questo cambio di ciclo, siamo ormai alla fine di un lunghissimo ciclo economico espansivo”. Sono queste le indicazioni di Paolo Proli, responsabile distribuzione retail di Amundi Sgr, per affrontare un 2019 che prevede caratterizzato ancora da volatilità. L’approccio all’investimento dovrebbe favorire i mercati maggiormente penalizzati nel 2018, come quelli dei paesi emergenti; posizione lunga sul Treasury Usa, Amundi prevede un solo aumento di 0,25% dei tassi ufficiali, mentre si raccomanda cautela in termini di esposizione al credito, visto il rallentamento evidente nella crescita economica e degli utili aziendali

Quale approccio consiglia di adottare nel comporre un portafoglio di investimento?
“La rotazione tra le asset class tradizionali, azionario, obbligazionario governativo e credito, non è più sufficiente, laddove il rendimento atteso di queste asset class principali è in deterioramento e, soprattutto, fortemente correlato. Occorre costruire portafogli improntati a prudenza, diversificazione e allocazione dell’asset class azionaria con stile soprattutto value e inserire in portafoglio anche elementi di protezione, prodotti di capital protection su asset più rischiosi, oppure diversificare i punti di entrata sulle asset class di maggiore volatilità, attraverso strumenti che aiutino a ottimizzare le oscillazioni, ovvero piani di accumulo o strumenti target maturity che cumulino, su un orizzonte temporale più lungo, non limitato al solo 2019, l’investimento su tematiche che possiamo considerare trend secolari, come l’invecchiamento della popolazione, la sostituzione del carbon fossile con energie rinnovabili, l’emergere della classe media in Cina e in altri paesi asiatici o la disruption tecnologica. Entrare già nel 2019 su questi temi, in un’ottica di accumulo, ci sembra un ottimo consiglio da dare alla clientela italiana”.

Cambiano anche gli investitori, si affacciano le nuove generazioni.
“C’è in atto un cambio generazionale dirompente, i millennial, le persone nate tra il 1981 e il 1996, negli Usa rappresentano ormai il 35% della forza lavoro, in una decina di anni diventeranno la classe dirigente. I millennial hanno una sana relazione con la tecnologia, hanno un modo di posizionarsi nella vita, nei consumi completamente diverso rispetto alle generazioni precedenti, sono un driver di cambiamento importante. La digitalizzazione dell’informazione finanziaria, dei sevizi di consulenza, la rapidità di esecuzione saranno fondamentali nel futuro. Ma ogni cliente, baby boomer, generazione X o millennial, ragiona e vive le esperienze, la customer experience, in maniera molto diversa. Riuscire a modificare il linguaggio di presentazione di una consulenza su un portafoglio modello nell’ottica di una migliore rappresentazione del come questo portafoglio possa generare i rendimenti attesi e coprire i bisogni che il cliente esplicita, è, per me, la chiave fondamentale per lo sviluppo della consulenza nel prossimo decennio. Una consulenza che sarà sicuramente più digitale, magari semplificata dal roboadvisory, ma che avrà nella figura del consulente finanziario l’epicentro del valore”.

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