07 ottobre 2016 16:10

In Iran, la legge stabilisce che una bambina già a nove anni può ricevere una condanna penale, e mentre per i ragazzi l’età in cui si è ritenuti penalmente responsabili è di 15 anni. Reati come l’omicidio, il traffico di droga e la rapina a mano armata sono puniti con la pena capitale, anche se si è minorenni. Nel 2015, il fotografo iraniano Sadegh Souri ha trascorso una settimana tra le detenute minorenni della prigione di Shahr-e ziba, a Teheran.

Secondo Amnesty international, tra il 2005 e il 2015 in Iran ci sono state almeno 73 esecuzioni di ragazzi che non avevano ancora 18 anni quando hanno commesso i reati. Attualmente più di 160 minorenni sono in carcere in attesa dell’esecuzione, che nella maggior parte delle sentenze è eseguita con l’impiccagione.

Quello che succede nel paese è in pieno contrasto con la convenzione delle Nazioni Unite sull’infanzia. Inoltre, nonostante le pressioni della comunità internazionale, nel 2015 ci sono state 966 esecuzioni, il dato più alto dal 1989. Con il lavoro Waiting girls, Sadegh Souri ha vinto il premio Short story dello spazio World report assegnato dal Festival della fotografia etica di Lodi. La rassegna, nata nel 2010, si propone di approfondire con la fotografia temi d’attualità che hanno una profonda rilevanza etica.

Quest’anno gli organizzatori hanno scelto di puntare su quattro progetti per la sezione principale (Le vite degli altri), in cui gli autori hanno raccontato alcune popolazioni e comunità che vivono situazioni estreme e di confine, dal punto vista sia geografico sia culturale: Pine Ridge di Aaron Huey, Suburbia di Arnau Bach, Days of nights, nights of days di Elena Chernyshova e The Ku klux klan di Peter van Agtmael.

Nei quattro weekend del festival (dall’8 al 30 ottobre) saranno esposti anche A life in death di Nancy Borowick, Heavens di Paolo Woods e Gabriele Galimberti, Where the children sleep di Magnus Wennman e ci sarà il consueto spazio dedicato ai reportage realizzati in collaborazione con le ong.

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