Questioni di stile: Renzi ispira Osborne, ma solo sugli abiti

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4 Febbraio 2016

Il Primo ministro britannico David Cameron sta contrattando con la Commissione europea i termini per assicurare che il Regno Unito rimanga nel gruppo, mentre più il referendum sulla Brexit si avvicina, più si rafforza tra i parlamentari conservatori il fronte di chi vuole abbandonare l’Unione e i sondaggi tratteggiano uno scenario simile nell’opinione pubblica – ma sono gli stessi sondaggi che hanno visto male sulle elezioni dello scorso anno.

Il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi prosegue sulla via dell’apparente scontro con i vertici europei e con la cancelliera tedesca Angela Merkel in materia di riforme, conti pubblici e fondi da destinare all’emergenza immigrazione. Il legame tra Roma e Londra sembra finire qui, sempre ammesso che si possa parlare di legame: i contrasti con Bruxelles hanno motivi diversi di esistere, perché se il governo inglese vuole meno Europa, quello italiano – per bocca del suo capo – ne vuole di più, ma in modo diverso.

C’è dell’altro: temi da apertura per i mezzi di informazione da una parte, fatti meno big issue dall’altra, ma comunque interessanti e che sui giornali italiani verrebbero riportati sotto la voce “retroscena”.

In Gran Bretagna è lampante ormai agli occhi di tutti la trasformazione del Chancellor George Osborne, la mente economica dell’esecutivo conservatore. E’ dimagrito, ha un volto meno paffuto e decisamente più asciutto, ha un nuovo taglio di capelli e ha abbandonato i completi in blu scuro per rimanere sullo stesso colore, ma con tonalità più chiare: un accorgimento per evitare che, sotto le luci degli studi televisivi, il blu si trasformi in nero. L’artefice del cambiamento ha un nome: Thea Rogers, dal 2012 capo dello staff di Osborne, quando a 30 è subentrata a Poppy Mitchell Rose, fedele assistente che ha seguito il marito giornalista radiofonico della BBC negli Stati Uniti.

Anche la Rogers ha un passato nell’emittente pubblica come produttrice. Ha studiato a Oxford e il gossip le attribuisce amori bipartisan, tra cui l’ex deputato laburista James Purnell (oggi Director of Strategy and Digital alla BBC) e Ameet Gill, speechwriter di Cameron, autore dell’intervento con cui la scorsa estate a Birmingham il Primo ministro ha affrontato a viso aperto l’estremismo islamico.

Tra i modelli di riferimento della Rogers su cui lavorare per attribuire a Osborne un’immagine meno grigia c’è Renzi, stando alla rivelazione di Charlotte Edwardes, firma di Evening Standard, Times e Tatler. La Rogers apprezzerebbe lo stile renziano – e probabilmente non ha fatto caso al famoso paio infelice di pantaloni con l’orlo troppo corto. “Ha svolto un ruolo fondamentale nella trasformazione di Osborne e non è solo una questione di cravatte. Ha allargato la cerchia dei contatti e l’ha reso più approcciabile con i colleghi”, dicono della Rogers le voci londinesi.

Forse un giorno Renzi si ispirerà a Osborne, economicamente parlando e come gli ha suggerito indirettamente il Foglio a fine gennaio. Ma è molto più probabile che non accada.

TAG: Brexit, david cameron, george osborne, Matteo Renzi, thea rogers, Unione europea
CAT: Londra, Media, Partiti e politici

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