I cuori del pubblico li aveva conquistati con la raggiante Carmen di Un Posto al Sole, ma è grazie a Tale e Quale Show, vinto nel 2014, che Serena Rossi è riuscita a (di)mostrare a tutti il suo talento e la sua simpatia. Solare e divertente, dotata (anche) di una incantevole voce, Serena – di nome e di fatto – è l’attrice «della porta accanto», come conferma anche quando ci sentiamo per questa intervista.
Serena si gode un momento di relax («sono accoccolata sul divano con la mia cagnetta Emma», dice), dopo mesi intensi di lavoro, che l’hanno portata anche nella nuova stagione dell’Ispettore Coliandro, la fiction di culto dei Manetti Bros con Giampaolo Morelli, che riparte il 15 gennaio su Raidue in prima serata.
«Con i Manetti è nato l’amore sul set di Song'e Napule», racconta. «Prima mi hanno invitata a fare una puntata di Rex, poi mi hanno proposto questo ruolo un po’ particolare: la ragazza bolognese. A me, che c’ho scritto "terronia" sulla fronte!».
E questa ragazza bolognese che tipo è?
«Una tutta casa e chiesa, un po’ ingenua, molto diversa da me. Sono la sorella di Vito, un ragazzo autistico che assiste a un omicidio su cui indagherà Coliandro».
Un tipo tutt’altro che casa e chiesa.
«All’inizio infatti lui la prende malissimo! Ma poi c’è questa scena al rallenty, molto divertente, in cui io esco dalla Chiesa con capelli al vento e lui vedendomi esclama: “Ah ok va bene, se ppo’ ffa”».
Coliandro subisce il fascino della brava ragazza?
«Lui è disperato, vede una femmina e non capisce più niente. Sul set tra “ragazze di Coliandro” ci davamo il cambio: arrivavo io e andava via Francesca Chillemi, andavo via e subentrava Euridice Axen. Ci incontravamo e domandavamo “Io sto nel due, tu in che episodio stai?”».
Con il «bolognese» poi com’è andata?
«Ho studiato prima con un coach qui a Roma, poi ho approfondito “sul posto”. Ho un orecchi musicale che acchiappa tutto facilmente, ma certo con un dialetto del Sud sarebbe stato più facile. I Manetti me lo avevano detto: “Sarà una sfida troppo grande, non ce la farai mai”. Invece ce l’ho fatta e tante grazie per la fiducia! (ride)».
Lei passa con disinvoltura dai set di polizia (era anche in Squadra Mobile su Canale 5) alle atmosfere Disney, per cui ha doppiato la principessa Anna di Frozen e Cenerentola in C’era una volta. In quale «contesto» si trova più a suo agio?
«Di fondo sono romantica e fare la poliziotta è stato difficile: quando sparavo chiudevo gli occhi e mettevo i tappi! Essere una “principessa” è molto più bello: anche tra molti anni le bambine guarderanno Frozen e sogneranno sentendo la mia voce».
Sarebbe stato bello sentire la sua voce anche sul palco dell’Ariston, al fianco di Carlo Conti?
«Io ho trent’anni e Sanremo si fa tutti gli anni: c’è ancora tempo. Annunciare “Dirige l’orchestra Beppe Vessicchio” rimane un grande sogno».
Potrebbe provare anche come cantante: la voce di certo non le manca.
«Un sacco di gente me lo dice, ma io non voglio fare la cantante “di dischi”, piuttosto mi piacerebbe diventare un’attrice che canta, così ho anche meno “competitor” (ride). Ho iniziato 15 anni fa con il musical, ho recitato in Rugantino con Brignano: in teatro godo».
Intanto presto la rivedremo anche sul grande schermo in un nuovo film di Alessandro Siani, Troppo napoletano.
«È stato divertente e poi finalmente gioco in casa. Nel film interpreto una giovane mamma del rione Sanità, uno dei quartieri più popolari e “ruspanti” di Napoli. Il papà di questo “criauturo” non c’è e io, da mamma chioccia, divento testimone del razzismo che c’è in città: mio figlio, 10 anni, s’innamora di una bimba dei quartieri “alti” e sarà un amore contrastato».
Commedia mica tanto.
«La competizione è vera, Posillipo e Sanità sono due universi paralleli. Anche per questo è stato bello girare a Napoli: ho avuto la possibilità di vedere posti che non conoscevo e scoprire tantissime realtà, come le cooperative di giovani che con il prete parrocchia gestiscono siti archeologici. Mi sono sentita una napoletana orgogliosa».
Lei da quale realtà proviene?
«Sono nata in un quartiere a tre minuti da Scampia, ma mio padre era medico: sono un ibrido, cresciuta in una famiglia perbene all’interno di un quartiere difficile. Ma Napoli ha una potenza così grande che nel bene e nel male devi tirar fuori le unghie per uscirne».
Lei come ce l’ha fatta?
«Grazie a una famiglia musicale: mia mamma e il nonno erano musicisti, anche se non per professione. Al liceo ho iniziato a cantare nei pianobar, finché poi non ho fatto il provino per Un Posto al Sole. Ma a Napoli chiunque ha fatto il provino per Un posto al sole, o per La squadra».
Essere mamma sul set com’è stato?
«Avere un figlio è sempre una bella emozione, anche se per “finta”. Voglio molto bene a questo ragazzino, quando incontro la mamma chiedo sempre “e nostro figlio come sta?”».
Il suo fidanzato è avvisato.
«Davideee?! (ride). Fare figli per davvero dev’essere un po’ più faticoso, ma l’importante è avere al proprio fianco la persona giusta».
Intanto, per la «gioia» del suo Davide, in primavera la vedremo al fianco di Luca Argentero.
«Sarò con lui e Ambra nel nuovo film di Max Croci (Poli Opposti) e con Argentero avrò una storia di odio-amore, attrazione e repulsione. Ci ritroveremo dopo avere avuto una relazione in passato, e tra noi voleranno scintille».
Insomma Luca Argentero farà la «minestra riscaldata»?
«Sì, ma uno come Luca Argentero può fare anche quella».