Sono passati soltanto pochi mesi dallo storico annuncio della prima rilevazione delle onde gravitazionali, che già oggi arriva la notizia di un bis. Le stazioni del Large Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (LIGO) hanno rilevato, per la seconda volta, quelle preziosissime increspature dello spazio-tempo prodotte da fenomeni cosmici violenti. Più precisamente il 26 febbraio scorso, alle 04 38’ 53’’ (ora italiana) i sensibilissimi strumenti dislocati nei due impianti di Livingston (Louisiana) e di Hanford (nello Stato di Washington sulla costa del Pacifico) hanno segnalato il passaggio di un treno di onde gravitazionali che, stando ai calcoli effettuati, sarebbero state prodotte dalla fusione di due buchi neri che si sono definitivamente fusi in uno solo. I dettagli di questo annuncio saranno pubblicati sulla rivista Physical Review Letters dai ricercatori che collaborano a LIGO, insieme ai loro colleghi italiani ed europei del progetto Virgo coordinati dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

Le onde gravitazionali sono state prodotte dalla fusione di due buchi neri

La seconda rilevazione riguarda le fasi conclusive del processo di fusione di due buchi neri, molto più piccoli di quelli che hanno prodotto le onde gravitazionali rilevate per la prima volta: i primi avevano una massa pari 36 e 29 masse solari, quelli successivi invece 14 e 8 masse solari. Il buco nero frutto della fusione rilevata per ultimo è risultato quindi grande quanto 21 masse solari. “E’ molto significativo - spiega la portavoce di LIGO, Gabriela Gonzalez - che questi buchi neri siano molto più piccoli di quelli che avevamo visto a febbraio. E’ un inizio promettente per pensare di riuscire a fare una mappa dei buchi neri nel nostro Universo”.

Grazie a Virgo si potranno localizzare le sorgenti delle onde gravitazionali

L’evento si sarebbe prodotto approssimativamente 1,4 miliardi di anni fa, ma non è stato possibile individuare l’esatta posizione nello spazio. “Nel prossimo futuro – dichiara Fulvio Ricci portavoce del progetto Virgo - proprio l’entrata in funzione delle antenne di Virgo permetterà di avere quei dati necessari ad effettuare l’esatta localizzazione della sorgente delle onde gravitazionali nello spazio”. Per il momento si festeggiano questi primi risultati straordinari. “La prima osservazione, resa nota a febbraio – dice Albert Lazzarini della Caltech University – è stata una pietra miliare della scienza.

Ora questa seconda osservazione segna il momento zero della attività di ricerca di LIGO. Ora possiamo pensare di fare previsioni in merito alla cadenza temporale con cui ci aspettiamo di osservare dei fenomeni. LIGO ci sta portando a conoscere uno dei fenomeni più potenti del nostro Universo”.

I commenti dei lettori