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ECONOMIA

Intervista all'economista internazionale Fabio Verna

New York. Che fine hanno fatto le carte di credito? E' finita l'era della "plastica"?

Torna il fascino dei contanti negli Stati Uniti d'America. Il cash è accettato con entusiasmo, e c'è diffidenza nei confronti delle carte di credito. Un tempo invece se si spendeva pagando in cash si veniva guardati con sospetto dai commercianti. Il ritorno all'uso dei "bills" non è per evadere le tasse, ma perché le commissioni bancarie sono diventate più care. Che gli Usa si stiano europeizzando? 

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di Mariaceleste de Martino

Quanto è cambiato lo shopping a New York! Una volta, perfino alla cassa del supermercato, si vedevano clienti tirare fuori varie Visa o Mastercard e American Express custodite negli appositi porta carte di credito a più scomparti, era normale, anzi, chi tirava fuori banconote era sospetto. Oggi a New York invece girano soprattutto i vecchi e sporchi "contanti". 

Quella disinvoltura nel maneggiare la "plastica" sorprendeva noi europei, anche perché chi possedeva più carte di credito non per questo aveva più soldi. Anzi, spesso era il contrario perché acquistava oggi e pagava "domani", un domani anche indefinito, rinviato, destinato in molti casi a non arrivare mai. Le carte di credito erano simbolo di maggiore opportunità e libertà di pagamento, il simbolo di una diffusa fiducia, "credito", appunto. Ora non è più così. Nella capitale dell'Occidente consumistico, il denaro gira, e cola da tutte le tasche nonostante la crisi (che a NYC si avverte leggermente ma resta pur sempre la metropoli dove gira maggior denaro grazie agli acquisti frenetici soprattutto dei turisti), ma non più in forma di tesserina rettangolare di plastica con la banda magnetica, bensì in contanti. "Cash" è la parola d'ordine. Contanti vuol dire soldi sicuri, meglio sporchi e immediati. 

Mi ricordo quando ero ragazzina e vivevo a NYC ed entravo in un negozio per acquistare abiti, scarpe o altro: pagavo spesso con dei "Grant" o dei "Franklin" come amano chiamare i "bills" i nativi di New York (biglietti da 50 e 100 dollari) e la commessa mi guardava prima con sospetto, poi chiamava il manager del negozio per autorizzare l'entrata in cassa dei bigliettoni. A distanza di 30 anni, a New York il cash è ben accetto. Un po' perché la città è sempre più sicura (dai tempi dell'amministrazione Giuliani) e un po' perché le banche, dalla Chase alla Bank of America, confermano che le commissioni sono aumentate. L’invito dei commercianti a New York a utilizzare le banconote cresce sempre più. 

Vi chiederete: ma non è pericoloso girare con tanti contanti in tasca? La percentuale degli scippi è quasi nulla e i furti in caso sono rarissimi. E la prova lampante è il tipo di porta di casa con serrature a una o due mandate al massimo e le scale anti incendio dei palazzi "brisk stone" dai quali sarebbe facilissimo accedere alle abitazioni. 

Sui negozi si vedono cartelli (come quello in apertura) che danno il benvenuto ai contanti. Le carte di credito sono ovviamente sempre ben accettate, anche solo per comprare una caramella. Ma se si acquista in contanti, il proprietario di un negozio o di un ristorante a fine anno avrà guadagnato di più, e non perché ha evaso le tasse considerando le entrate in cash come lavoro in “nero”, ma perché non avrà dovuto pagare le commissioni bancarie, che da un paio di anni stanno aumentando anche negli Usa.
 
Mentre in Italia, sta accadendo esattamente il contrario: sempre più diffuso il pagamento, anche per un acquisto da pochi euro, con la carta di credito. Un aspetto culturale in inversione di tendenza, anche se c'è sempre qualche commerciante che ha la macchinetta del Pos guasta oppure la linea momentaneamente interrotta? 

In Italia invece, al contario, si va sempre più verso l’utilizzo delle carte di credito anche solo per un acquisto di cinque euro.

“New York è da sempre una città che anticipa le tendenze e dunque non mi stupisce che i negozianti e i ristoratori si stia indirizzando a un ritorno al contante, al cash”, “risponde Fabio Verna, economista con un’esperienza pluriennale nei mercati internazionali. “Del resto avevo anch’io riscontrato questa nuova tendenza tramite i miei corrispondenti. Personalmente non ritengo che questa propensione sia legata esclusivamente a una valutazione connessa a un possibile vantaggio economico, che potremmo addebitare all’onere derivante dall’utilizzo delle carte di credito e/o comunque della moneta elettronica. Riterrei che vi sia tra i newyorkesi, ma anche per i cittadini di altre metropoli Usa, il desiderio di riappropriarsi di talune libertà individuali e indubbiamente il denaro contante rappresenta bene questo senso di libertà personale. Dunque, vi è un aspetto sociologico che va ad assommarsi al risparmio sulle commissioni bancarie”.

Entrando in qualche banca di Manhattan, dalla Chase alla Bank of America, mi hanno spiegato che si stanno in realtà "europeizzando", e che le commissioni bancarie delle carte di credito sono aumentate. Questo, oltre la crisi, potrebbe frenare il potere d'acquisto?

“Il potere di acquisto del dollaro non viene assolutamente messo in discussione da un minor uso delle carte di credito. Le politiche monetarie della Fed hanno ampiamente sostenuto i consumi interni dopo la crisi causata anni addietro dall’esplosione della bolla determinata dai mutui subprime”.

Per quanto riguarda la sicurezza, anche negli Usa ci sono stati casi di clonazione delle carte (una novità per gli Usa, Paese prettamente e fondamentalmente ingenuo e onesto, anche perché se fai il "truffatore" vai in galera---a cominciare dagli evasori fiscali). Anche lì da febbraio 2016 sarà obbligatorio attivare il sistema di pagamento con carte dotate di chip. Alcuni negozi già lo hanno. Che l'America stia cambiando, in peggio? 

“Era stata già rilevata una certa diffidenza per quanto concerne l’utilizzo delle carte di credito per i pagamenti online, testimoniata dalla grande diffusione delle carte cosiddette ricaricabili, anche se sicuramente la più ampia diffusione del chip tranquillizzerà molti correntisti. Ma il fenomeno già in via di esame da parte degli studiosi dei mercati monetari  riguarda un senso di incertezza generale che si è purtroppo diffuso negli ultimi anni, chiaramente l’innalzamento dei costi di utilizzo, oramai in linea quasi in tutto il mondo, ha contribuito a far emergere questo fenomeno”.