Anna Frank all'Olimpico, di irriducibile c'è solo la miseria umana

Adesivi antisemiti in curva Sud dopo il match con il Cagliari. Perché la Lazio ha consentito l'accesso al settore giallorosso? E come fa questa gente a non disprezzarsi quando parla di "goliardia e sfottò"?

Chi pensano di prendere in giro? Questi Irriducibili, che di irriducibile hanno solo l’amore per il saluto romano, prima confermano all’Ansa le loro responsabilità in merito allo straziante** fotomontaggio di Anna Frank con la maglia della Roma** con cui hanno tappezzato la curva Sud dello stadio Olimpico, insieme ad altri sticker come “Romanista ebreo” o “Romanista Aronne Piperno”, riferendosi al personaggio di origini ebraiche del film Il Marchese del Grillo. Poi, secondo il Corriere dello Sport, ieri pomeriggio nella storica trasmissione Voce della Nord su Radiosei, prendono le distanze dall’episodio. “È un teatrino e appartiene al sistema. Non siamo stati noi. Non è nei nostri pensieri questo gesto, non abbiamo alimentato lo scontro, non dobbiamo giusti­ficare niente con nessuno”. Eh già. Loro, come infiniti altri gruppi di tifosi che tengono in ostaggio le società di mezza Italia, non devono mai giustificare niente. E si permettono pure le pernacchie a un Paese schifato dalla loro subcultura.

I fatti sono talmente miserevoli che raccontarli espande quasi quella miseria su chi li riporta. Ma va fatto, perché individuano anche una possibile responsabilità in capo alla società di Claudio Lotito: la Curva Nord è stata chiusa per due turni dopo i cori razzisti nel corso di Lazio-Sassuolo del primo ottobre. Fra l’altro, il giudice sportivo ha raddoppiato la sanzione perché quegli insulti dagli spalti avevano provocato la revoca della sospensione rimediata sempre per le stesse squallide ragioni in occasione del derby con la Roma dello scorso aprile. Per cui niente Nord sia nella partita contro il Cagliari di domenica scorsa e per la prossima in casa contro l’Udinese.

Ciononostante, con una manovra su cui bisognerebbe vederci chiaro, la società ha consentito al gruppo l’accesso alla curva Sud, storicamente porzione riservata ai tifosi romanisti, al prezzo simbolico di un euro. Per la serie, cacciati dalla porta sono rientrati dalla finestra. C’è da domandarsi a questo punto quanto abbiano senso le dichiarazioni della Lazio: “La Lazio ha sempre condannato ogni forma di razzismo – ha detto il consigliere della Rai, presidente della fondazione Gran Sasso d’Italia e direttore della comunicazione della società biancoceleste Arturo Diaconale – si resta interdetti di fronte a manifestazioni di evidentemente riguardano un gruppo ristrettissimo di persone, che non coinvolgono i tifosi che si sono sempre comportati bene e in maniera regolare”.

Primo: se riguardano un gruppo ristrettissimo di persone perché concedere loro il trucchetto del biglietto a un euro? Secondo: il fatto che la stragrande maggioranza si comporti bene e in maniera regolare è un argomento da cestinare. Fosse anche solo uno, il folle che pensa, produce e diffonde questa roba, la società dovrebbe individuarlo come nemico assoluto.

Gli Irriducibili si sono detti “stupiti da tutto questo clamore mediatico” e convinti che “tutto debba rimanere nell'ambito del nulla, circoscritto a un contesto sportivo animato da scherno, sfottò e goliardia”. Non è la prima volta che minimizzano utilizzando questi argomenti, buoni solo per coscienze come le loro. Scherno, sfottò e goliardia, certo, sulla pelle di un popolo che ha subito 6 milioni di morti nelle condizioni più devastanti che la storia umana abbia mai conosciuto e sulla vicenda personale di una giovane e coraggiosa donna esiliata, vissuta in clandestinità per oltre due anni e morta di tifo nel campo di concentramento Bergen-Belsen dopo un passaggio ad Auschwitz.

Mi domando come, guardando i propri figli, la propria famiglia, allargando lo sguardo al mondo se ne è capace, questa gente non possa provare almeno un po’ di disprezzo per se stessa per aver anche solo pensato a quel materiale. Per giunta, già apparso qualche anno fa in giro per la Capitale.

*“Esistono altri “casi” che meriterebbero le aperture dei telegiornali e ampie pagine di giornale. Non ci dissociamo da ciò che non abbiamo fatto. Ci meravigliamo che queste, che vengono considerate offese, insulti o chissà che altro, quando però arrivano nei nostri confronti non scandalizzino nessuno" *hanno spiegano ancora i componenti del gruppo, infilandosi in seguito la maglietta di esperti giuristi e specificando che non è reato apostrofare un tifoso avversario accusandolo di appartenere ad altra religione”. Ci sono frasi che parlano da sole e (s)qualificano automaticamente chi le scrive o pronuncia. Questa è una di quelle. Non c’è altro da aggiungere.