La maestra Margherita ci è riuscita: ha sposato la compagna di sempre. Le due donne si sono scambiate gli anelli all’hospice Casa Vidas, Milano: una unione civile da celebrare con urgenza, perché Margherita è malata terminale.
Il suo sogno era di poter lasciare reversibilità e liquidazione alla compagna, di farla stare «al sicuro, anche quando non sarò più qui». Aveva lanciato un appello «a tutte le istituzioni di questo Stato al quale noi, insegnanti, in tutti questi anni abbiamo dato il sangue.
Abbiamo investito nei bambini e nel futuro di questo Paese, dal quale non siamo mai volute andare via. Adesso, però, vogliamo quello che ci spetta: il riconoscimento dei nostri diritti, niente di più e niente di meno».
Margherita, che ha 53 anni, e la compagna, una collega, si sono innamorate 25 anni fa. Lei era sposata e la sua famiglia non riusciva a capire come potesse voler lasciare il marito per una donna. Ma quell’amore era così grande che tutti hanno dovuto arrendersi all’evidenza.
La coppia viveva insieme, in un appartamento che hanno acquistato con il mutuo, ed era legata da un sentimento indissolubile, eppure, ufficialmente, le due donne erano due estranee. Margherita ricorda ancora quel giorno, quando la sua compagna fu operata di diverticolite, e i medici non vollero darle nessuna informazione sulla sua salute. «Bisognava aspettare sua sorella. Mi sentii umiliata».
Adesso ce l’hanno fatta: nessuno, mai, potrà più considerarle due persone che non hanno nulla in comune. Il funzionario dell’anagrafe ha verbalizzato l'unione con la formula dell'articolo 101 del Codice civile, quella del «matrimonio in imminente pericolo di vita». A festeggiare la coppia, insieme ai volontari della struttura che hanno fatto partire la marcia nuziale, tanti amici e familiari.
Proprio tanti, perché Margherita è una donna molto aperta, come spiega la psicologa dell’hospice, Sonia Ambroset, «con una incredibile rete di ricche e profonde relazioni. Ha tanti amici e ha voluto salutarli tutti. Nel chiedere di esercitare un suo diritto, ha lavorato anche per la collettività. Ha dato fondo a tutte le sue energie, con grande determinazione. Ed è riuscita a ottenere quello di cui più le importava».