Milano, 6 ottobre 2015 - 16:20

«Mozziconi di sigaretta, così 4 mila veleni finiscono sulle nostre tavole»

Enea e Agenzia nazionale per la prevenzione rilanciano l’allarme sulla pericolosità
delle «cicche» disperse nell’ambiente e chiedono misure urgenti per ridurne l’impatto

di Ruggiero Corcella

shadow

Lotta dura anche al mozzicone di sigaretta. Enea (Agenzia nazionale nuove tecnologie), Sitab (Società italiana di tabaccologia), Agenzia nazionale per la prevenzione e Consulta nazionale sul tabagismo rilanciano il documento di principio per la riduzione dell’impatto su ambiente e decoro urbano dei mozziconi presentato un anno fa ai ministeri della Salute e degli Affari Regionali e rimasto lettera morta.


Rifiuto tossico non differenziato

«La cicca è un rifiuto tossico e non differenziato — spiega il professor Giacomo Mangiaracina presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione — . Tutti e 4 mila i veleni contenuti nella sigaretta, si ritrovano in forma concentratissima anche nel mozzicone». Come hanno ribadito gli esperti nel 1°Convegno «Mozziconi di sigaretta: Impatto sull’ambiente e sulla salute» tenutosi lunedì di recente all’ospedale Niguarda di Milano, si tratta di nicotina, benzene, ammoniaca, polonio 210, metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici, sostanze che possono avere effetti gravi sia per l’uomo (dalla semplice intossicazione, ai tumori) sia per l’ambiente. «Alcuni esperimenti hanno provato che una cicca in un litro d’acqua uccide le dafnie, piccoli organismi marini — aggiunge Mangiaracina —. L’altro aspetto è che l’acetato di cellulosa del filtro si disgrega in microplastiche per cui dopo 5 anni non le vediamo più ma continuano ad esistere entrano nella catena alimentare e ce la ritroviamo nel pesce che mangiamo».


Una vera invasione

Quella delle cicche è un’invasione sotto gli occhi di tutti. In base ai consumi di sigarette, studi scientifici hanno evidenziato che ogni anno nel mondo vengono immesse nell’ambiente più di 5 trilioni di mozziconi. Il dossier informativo presentato da Enea e Agenzia nazionale per la prevenzione sostiene che in Italia ogni anno oltre 50 miliardi di cicche vengono gettate ovunque. Con le sole cicche gettate a terra ogni anno a Roma (circa 1,7 miliardi) mettendole in fila una dietro l’altra si costruisce una fila lunga più di 51 mila chilometri. In altre parole, si potrebbe fare il giro del mondo. La proposta di Enea, Sitab , Anp e Cnt prevede di introdurre il divieto di gettare i mozziconi in giro e di metterli invece posti «in appositi contenitori tascabili o nei contenitori dei rifiuti». Per i contravventori sarebbe prevista una multa. « Pensiamo a un importo di 30-35 euro — dice il presidente di Anp — e non ai 150 euro ipotizzati del Comune di Roma, una misura che sembra fatta apposta per non essere osservata . Comunque la multa non è l’aspetto fondamentale. Nel nostro progetto insistiamo sull’informazione al cittadino, la promozione dei posacenere tascabile, la delibera di una policy Smoke-free da parte dei Comuni, la formazione per professionisti di riferimento e addetti al controllo».


Il disegno di legge

E tuttavia gran parte delle proposte sono contenute nel Disegno di legge “Green Economy”,all’esame del Senato dopo essere stato approvato alla Camera. Il provvedimento introduce multe da 30 a 150 euro per «l’abbandono di mozziconi dei prodotti da fumo e di gomme da masticare sul suolo,nelle acque e negli scarichi». Sullo stesso tema, pochi giorni fa a Parigi ha varato il divieto con una multa di 68 euro, Rotterdam ne fa pagare 100 e da noi si va dai 150 euro di Firenze fino ai 500 di Trento e ai 1.000 di Pollica (provincia di Salerno). I comuni inoltre devono installare raccoglitori per le cicche di sigaretta e le gomme da masticare «nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale». Sono previste anche campagne di informazione, attuate dai produttori, in collaborazione con il Ministero dell’ambiente . Resta aperto il capitolo sullo smaltimento. Non sono ancora state definite specifiche procedure sulla raccolta differenziata e lo smaltimento dei mozziconi delle sigarette. «Abbiamo evidenziato come i filtri possano addirittura essere recuperati - conclude Mangiaracina —. Esistono già delle startup impegnate nella detossicazione dei filtri e l’utilizzo dell’acetato di cellulosa per fare ad esempio pannelli fonoassorbenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT