Sono passati trent’anni, ma la solfa è sempre la stessa. Lupin III, giacca blue e basettoni, non sembra invecchiato di un giorno. Sornione, furbo e all’occorrenza bugiardo, il ladro gentiluomo - che il 30 agosto è tornato su Italia 1, in anteprima mondiale - è apparso identico a quando, nel 1985, fece la sua ultima apparizione televisiva. Allora aveva una giacca diversa e l’alito appestato da centinaia di sigarette, le adorate Gitanes. Fatta eccezione per la metamorfosi salutista, il nipote di Arsenio Lupin è però perfettamente calato nell’universo che, un tempo, orbitava attorno al Monte Fuji.
Solo che questa volta di nipponico l’universo ha ben poco.
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Per il ritorno in televisione del ladro gentiluomo, gli autori al Giappone hanno, infatti, preferito lo Stivale d’Europa. In Lupin III – L’avventura italiana, serie inedita in 26 episodi, la combriccola di furfanti è dunque arroccata sulle meraviglie nostrane. A San Marino, per l’esattezza - dove Lupin si fa trovare all’altare, intento a infilare un anello di diamanti al dito di tal Rebecca Rossellini, ricca ereditiera in cerca di adrenalina. Ma non si preoccupino i nostalgici! Il matrimonio d’interesse non dura che il tempo di un’avventura. Lupin, fatta sua la Corona della Libertà, gira i tacchi, non curante di divorzi o impegni. La collana di Maria Antonietta d’altronde luccica più di qualsiasi occhio innamorato, eguagliando in bellezza solo l’estetica del Bel Paese – le cui città fanno da sfondo al nuovo Lupin.
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Peccato, però, che tra una meraviglia architettonica e qualche commento sul colore locale («Il cappuccino è molto buono»), trovino spazio i lati più sordidi di un Paese, l’Italia, che all’estero non ha mancato di farsi conoscere. Calcioscommesse, ricatti, monopoli criminosi e politica viziata finiscono così per mischiarsi alle rocambolesche vicissitudini di Jigen, Gemon, Fujiko e Zenigata, finendo prontamente su Twitter. Dove lo sconforto per certi immagini (vedi la partita truccata dei giallo-rossi) e certe musiche (vedi la siglia di Moreno) si accompagna a gridolini di entusiasmo e a epitaffi postumi alla memoria di Roberto Del Giudice, storico doppiatore di un Lupin che, trending topic Italia dopo appena un’ora di messa in onda, pare essersi fatto attendere troppo a lungo.
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