Recensione Doraemon – Il film: Nobita e la nascita del Giappone

Doraemon – Il film: Nobita e la nascita del Giappone è un film del 2016 diretto da Shinnosuke Yakuwa. Il cast vocale originale della pellicola è composto da: Wasabi Mizuta, Megumi Ohara, Yumi Kakazu, Subaru Kimura, Tomokazu Seki, Chiaki, Kotono Mitsuishi, Yasunori Matsumoto, Ryōko Shiraishi, Hōchū Ōtsuka, Miyako Takeuchi.


Il cast vocale italiano è composto da: Pietro Ubaldi, Davide Garbolino, Federica Valenti, Luca Bottale, Patrizia Scianca, Serena Clerici, Elda Olivieri, Cesare Rasini, Tommaso Sandri, Elisabetta Cesone.

In un tempo passato, un ragazzo caccia un pesce in un torrente. Quando però torna nel suo villaggio, scopre che è stato distrutto e grida dalla disperazione; subito dopo, viene risucchiato in un vortice spazio-temporale. La scena si sposta ai giorni nostri, dove Nobita, dopo essere stato sgridato bruscamente per l’ennesima volta dalla madre a causa del suo pessimo rendimento scolastico, decide di scappare di casa. A causa della proprietà privata, non riesce però a trovare un luogo adatto dove trasferirsi, ed è così costretto a ritornare da Doraemon. Scopre così che sia Shizuka, che Gian e Suneo si trovano – per un motivo o per un altro – nella sua stessa situazione. Sebbene Doraemon sia riluttante, decide di aiutarli, poiché la madre di Nobita gli aveva precedentemente affidato un piccolo criceto da accudire, animali che teme per la sua somiglianza con i topi. Nobita pensa che il posto migliore in cui andare rimanga il Giappone, ma in un’epoca in cui non sia abitato. Il gruppo, d’accordo con lui, decide così di andare indietro nel tempo di 70.000 anni.

   

Probabilmente nei primi anni ’70 era difficile immaginare che un gattone blu robot con un marsupio da canguro potesse diventare un appuntamento ricorrente per i bambini di un’intera nazione, ma se quella nazione è il Giappone, tutto diventa possibile. E così il Doraemon cinematografico, approdato trionfalmente al terzo millennio, diviene un momento imprescindibile della stagione, anche se attinge sempre più dal proprio passato. Nobita e la nascita del Giappone, trentaseiesimo episodio della serie, è infatti il remake con poche variazioni dell’omonimo film del 1989, “coming of age” di un Nobita finalmente desideroso di evadere dall’alveo materno e di conoscere il mondo. Un viaggio spaziale che diviene invece temporale, conducendo Nobita e i suoi amici in un Giappone preistorico e disabitato.

Un desiderio escapista e fortemente antisociale quello espresso dai ragazzini, una voglia di libertà, di poter plasmare il proprio mondo a piacimento, anziché essere obbligati a interagire con gli uomini e con le loro leggi. Un’indipendenza del tutto infantile, che sostanzialmente ribadisce la natura viziata e de-responsabilizzata di Nobita. Doraemon per l’occasione veste più i panni di Lucignolo che del Grillo Parlante, assecondando la volontà dei bambini – che danno vita a grifoni e pegasi anziché a cani e gatti o riempiono i piatti di katsudon a volontà – e limitando la componente pedagogica alla sensibilizzazione sul pericolo di determinare dei paradossi temporali con le proprie azioni. Nobita come Marty McFly, quindi, ben attento a non alterare il continuum spazio-temporale, reso visivamente attraverso dei grafici elementari, consultabili solo grazie agli oggetti del magico gattone.

Netto il miglioramento tecnico rispetto alla versione precedenti, mentre viene acuita la componente drammatica, con una coraggiosa scena di quasi-morte di Nobita in preda alle allucinazioni. Una parentesi che interrompe per un attimo il consueto svolgimento del film, canonicamente suddiviso in tre atti, con prevedibilissimo epilogo e ricomposizione esemplare della situazione.

Nei primi due giorni di pubblicazione il film è stato visto da oltre 544 816 persone, con un totale complessivo di 5,62 milioni di dollari (637.035.600 yen). Nel weekend fra il 12 e il 13 marzo, il film ha raddoppiato gli incassi, arrivando a 10,6 milioni di dollari. Si è inoltre posizionato al primo posto al box office giapponese. Il film è stato trasmesso nei cinema nipponici per ben undici settimane. Durante le prime tre settimane il film è rimasto in prima posizione, mentre alla sesta settimana di proiezione era ancora in terza posizione.

L’incasso totale del film, poco maggiore a 4 miliardi di yen, senza considerare Doraemon – Il film, è il maggiore dell’intera saga dei film di Doraemon. Supera infatti l’incasso totale di Doraemon: Nobita no himitsu dōgu museum, che aveva ottenuto nel 2012 poco meno di 4 miliardi di yen di incasso totale.

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