Un’Italia al 100% a fonti rinnovabili secondo uno studio del Cnr

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Una simulazione del Cnr sulla transizione dell'Italia alle energie rinnovabili entro il 2050. Ingredienti dello scenario: forte elettrificazione dei consumi, massiccio ricorso allo storage, anche con tecnologie innovative, aumento della potenza installata di fotovoltaico ed eolico, rispettivamente, di 16 e 21 volte.

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Nel corso di un convegno alla Camera su globalizzazione e innovazione tecnologica, è stato presentato ieri uno studio del Cnr sulla transizione energetica dell’Italia alle energie rinnovabili al 2050.

Curato dai team del Cnr di Francesco Meneguzzo a Firenze e Mario Pagliaro a Palermo, lo studio (allegato in basso) identifica le tecnologie su cui puntare, e poi quantifica entità, costi e ritorni economici della transizione.

Il fabbisogno elettrico complessivo – nello scenario tracciato – cresce dagli attuali 315 a 730 miliardi di chilowattora. Al 2050, infatti, l’elettricità seconda la visione dei ricercatori verrà utilizzata anche per alimentare i trasporti e il fabbisogno di calore degli edifici e delle industrie.

Il parco fotovoltaico italiano in questo ipotesi di scenario dovrà crescere di circa 16 volte, dagli attuali 19 GW a 300 GW. Mentre quello eolico di circa 21 volte: da 9 GW a 190 GW.

Tassi di crescita vertiginosi, specie per l’eolico che sconta la limitata disponibilità di siti idonei, ma forse non impossibili, visto quanto accaduto negli ultimi anni (riassunto dal grafico sotto).

Un notevole peso lo dovrà avere il fotovoltaico su tetto: ben il 34% della nuova potenza solare necessaria si otterrà dalla solarizzazione degli edifici già esistenti, il cui potenziale produttivo annuo – stimano gli autori – è di 126 miliardi di kWh.

Le simulazioni condotte nello studio indicano che 550 dei 730 miliardi di kWh complessivi andranno temporaneamente accumulati in modo da far fronte all’intermittenza della generazione solare ed eolica.

Se in una prima fase – si spiega – avrà un ruolo da protagonista lo storage elettrochimico in batterie al litio, nel medio termine i ricercatori scommettono sull’affermarsi di una tecnologia al momento ancora in fase sperimentale.

Nello scenario tracciato per il 2050 ritengono che gran parte dell’energia verrà stoccata “in modo semplice e a costi contenuti” sotto forma di polisaccaridi generati mediante processi di fotosintesi artificiale.

Il team del Cnr suggerisce che, grazie al basso costo e alla facile scalabilità, la tecnologia vincente fra le molte altre in fase di studio sarà quella in cui l’anidride carbonica è convertita in polisaccaridi che agiscono come veri e propri carrier di idrogeno dall’elevatissima densità di energia: “4mila e 700 wattora per chilo a fronte dei 200 delle migliori batterie al litio”, si fa notare.

Il costo degli investimenti, stimato in 32 miliardi di euro all’anno in moneta corrente – secondo i calcoli dei ricercatori – verrebbe sostenuto dal risparmio generato sull’acquisto dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), pari a circa 35 miliardi di € del 2015.

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