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I motivi per scegliere di studiare psicologia – Introduzione alla psicologia

Gli studi di psicologia permettono di acquisire una serie di competenze diverse che variano dal comportamento osservato alla fisiologia del cervello.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 06 Ott. 2016

Gli studi di psicologia permettono di acquisire una serie di competenze diverse che variano dal comportamento osservato alla fisiologia del cervello. Lo scopo è comprendere come la mente umana funzioni e in che modo consenta la messa in atto di comportamenti diversi in situazioni diverse.

Introduzione

Ogni anno in molti, dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, devono scegliere quale percorso di studi intraprendere. Tante sono le offerte formative proposte dagli atenei e tanti sono i dubbi che possono sopraggiungere. Decidere cosa studiare spesso è un processo lungo e difficile, visto che si tratta di una scelta che andrà a incidere sul proprio futuro.
Tra i molti percorsi di studio possibili troviamo quello in Psicologia.

Storia della psicologia

La psicologia nacque nell’antica Grecia nel momento in cui iniziarono le prime trattazioni sistematiche sulla mente umana, argomento trattato da molti filosofi. Successivamente, la psicologia acquistò una sua autonomia e diventò una disciplina autonoma, ma solo nel XIX secolo si crearono le condizioni che permisero di rendere la psicologia una scienza vera e propria. Nell’800 si ottenne un repentino sviluppo negli studi anatomici e fisiopatologici del sistema nervoso, che permisero di identificare le leggi che regolano l’attività nervosa. Si evidenziò, in questo modo, la relazione esistente tra funzionamento di una serie di aree del cervello, le attività dell’organismo sottese da queste aree e, di conseguenza, i processi psichici a esse legate (Ellemberger, 1976).

Definizione di psicologia

Il termine “psicologia” è stato utilizzato per la prima volta da Wundt, psicologo- filosofo tedesco, alla fine dell’800, per individuare un’area di studio riguardante il comportamento umano. Per questo, fondò nel 1879 il primo Laboratorio di Psicologia a Lipsia.

Proprio il 1879 è considerato l’anno di nascita della psicologia moderna e sperimentale. Solo col passare del tempo e grazie al lavoro di molti studiosi psicologi è stato possibile attribuire al termine psicologia una definizione precisa (Ferraris, 2006).

Per psicologia si è soliti intendere la scienza che indaga l’attività psichica e il comportamento umano. La psicologia è una scienza che studia le mille sfaccettature della mente: come funziona, come si sviluppa e come si traduce in comportamenti (Legrenzi, 2012).
Indubbiamente, la psicologia investe un ambito molto ampio, che varia dalla psicologia dello sviluppo, alla psicologia sociale, alla psicologia del lavoro, etc.
Molte, dunque, potrebbero essere le aree che possono muovere interesse, incuriosire e, per questo, potrebbero influenzare il percorso di studi da intraprendere.

Perché studiare psicologia

Gli studi di psicologia permettono di acquisire una serie di competenze diverse che variano dal comportamento osservato alla fisiologia del cervello. Lo scopo è comprendere come la mente umana funzioni e in che modo consenta la messa in atto di comportamenti diversi in situazioni diverse.

Quali potrebbero essere, quindi, le motivazioni che spingono a scegliere la facoltà di psicologia?

Ci sono diversi motivi per studiare psicologia, primo tra tutti capire come funziona la mente umana. Comprendere il funzionamento della mente umana, aiuta a definire il motivo di molti comportamenti normali o patologici. Quotidianamente siamo tempestati da un gran numero di emozioni e pensieri, che possono aiutarci ad affrontare le situazioni o renderle più difficili. Quindi, capire come reagiamo, per esempio, a un lutto o a una perdita, o perchè effettuiamo scelte relazionali sempre uguali, o individuare i motivi dell’ansia pre-esame, può aiutare a gestire meglio gli eventi quotidiani o imprevisti, attribuendo dei significati a degli stati d’animo o emozioni. Tutto questo aiuta a comprendere meglio cosa avviene nella nostra mente, soprattutto se supportato da una serie di spiegazioni su cosa avviene fisiologicamente nel cervello, sia a livello di neurotrasmettitori, sia a livello di aree che si attivano in maniera selettiva per comportamenti specifici. Di conseguenza, le neuroscienze svolgono un ruolo fondamentale, poiché forniscono le risposte in relazione ai diversi comportamenti attuati. Per esempio, si parte dalla percezione, conoscenza diretta del mondo esterno, per capire come funziona normalmente e quando è alterata: illusioni ottiche, dispercezioni di alcune parti del corpo e allucinazioni. Cosa fondamentale è comprendere i meccanismi che utilizza la mente, ovvero come funzionano le diverse aree cerebrali, le cellule di cui sono composte e come interagiscono tra loro, o perchè non lo fanno e a quali conseguenze, emotive e comportamentali, può portare questa non interazione.

Conoscere come si sviluppa nel corso del tempo la mente umana può essere un altro motivo che induce a scegliere di studiare psicologia. La psicologia evolutiva aiuta a comprendere come avviene lo sviluppo cognitivo dai primi giorni di vita all’età adulta. Lo sviluppo è un processo di evoluzione e di cambiamento incrementale. Si parte dallo studio dello sviluppo cognitivo nei bambini, che si conclude entro l’adolescenza, per poi passare al cambiamento decrementale cognitivo, come il deterioramento cognitivo e il declino di una serie di processi mentali. Il tutto è coadiuvato dallo studio delle relazioni, soprattutto quella madre- bambino, che non solo è alla base di un adeguato sviluppo cognitivo, ma può anche influenzare le possibili scelte relazionali future.

La qualità della relazione madre-bambino determina infatti il tipo di legame di attaccamento che si sviluppa e quindi il modello di relazione che ciascuno andrà ad interiorizzare e sulla base del quale plasmerà scelte ed aspettative relazionali successive. L’attaccamento, che è un sistema dinamico di atteggiamenti e comportamenti volti alla ricerca di cura e protezione da parte dell’altro, può generare sicurezza – il cosiddetto “attaccamento sicuro” – e farci sentire protetti, amati e accolti, o insicurezza – i cosiddetti attaccamenti evitanti o ambivalenti – e indurre a una serie di emozioni e comportamenti caratterizzati dall’incertezza rispetto al legame con l’altro, come dipendenza, paura del rifiuto, ansia e irritabilità. Ne consegue che la strutturazione di un attaccamento insicuro può presiedere allo sviluppo di una serie di disagi con se stessi, relazionali e sociali.

Un’altra motivazione per scegliere psicologia è che tale percorso di studi fornisce una conoscenza di base dei metodi di ricerca. Apprendere come sviluppare una ricerca facilita la messa in atto del pensiero deduttivo, pratico, volto al raggiungimento dello scopo. In questo ambito si facilita l’applicazione del pensiero critico, che consiste nell’analizzare con cura l’argomento oggetto di studio, valutarne le possibili implicazioni e giungere a conclusioni che si suppone possano essere corrette il più possibile. Il pensiero critico aiuta e agevola in molti ambiti, facilita a non giungere a conclusioni affrettate né a procrastinare nel conseguire la scelta. Il pensiero critico porta a non formulare ipotesi aggiuntive rispetto a quelle strettamente necessarie, procedendo per tentativi di errore. Questa modalità di pensiero aiuta nella vita quotidiana ad affrontare le situazioni, eliminando atteggiamenti o comportamenti superflui.

Potrebbe essere motivante anche capire come relazionarsi in situazioni di gruppo e duali. La psicologia sociale studia gli effetti dei processi sociali, identificando il modo in cui gli individui interagiscono tra loro attraverso dei processi sociali, ovvero i modi in cui i pensieri, le emozioni e le azioni sono influenzate dalle persone che ci circondano, dai gruppi a cui si appartiene, dai rapporti individuali, dalla famiglia e dalla cultura di origine. Questi meccanismi condizionano i comportamenti messi in atto in una relazione di coppia o amicale, nel gruppo dei pari e nell’ambiente lavorativo. In quest’ultimo caso si studiano i comportamenti delle persone nel contesto lavorativo e nello svolgimento della loro attività professionale. In altre parole, si applicano i modelli e le teorie della psicologia all’ambiente di lavoro per favorire il benessere non solo individuale, ma anche lavorativo facilitando una possibile progressione di carriera.

Ultima motivazione che potrebbe influire sulla scelta di intraprendere gli studi in psicologia è conoscere la psicopatologia dal punto di vista più propriamente clinico. Si parte dal padre fondatore, Sigmund Freud, secondo cui i processi psichici inconsci condizionano il pensiero, il comportamento e le interazioni tra le persone. Da qui si articola tutta la sua teoria che si basa, in estrema sintesi, sull’interpretazione dei sogni e l’applicazione del metodo ipnotico mentre il paziente è adagiato su un lettino. Dopo Freud, tanti altri si sono occupati di malattia mentale, ricordiamo Jung, Melanie Klein, Bion, e altri fino ad arrivare al giorno d’oggi. Attualmente, la malattia mentale è accuratamente classificata e incasellata nel manuale diagnostico e statistico della malattia mentale (DSM 5), dove criterio dopo criterio si definiscono le diverse patologie riconosciute sul piano clinico.

È possibile, inoltre, diagnosticare la malattia mentale attraverso una serie di test standardizzati e tarati che permettono di giungere a una diagnosi accurata e oggettiva. I test riguardano nello specifico il campo della psicodiagnostica, in cui ogni comportamento osservabile è misurabile e oggettivabile. I test permettono di inquadrare adeguatamente la patologia del paziente, sia per quanto riguarda i disturbi d’ansia, sia per i disturbi di personalità. I test sono usati in molti ambiti, non solo per effettuare diagnosi psicologiche, ma anche in ambito giuridico, oltre a soddisfare, ovviamente, la pura e semplice curiosità personale.

Concludendo, tante sono le aree che possono incuriosire e stimolare interesse. La psicologia è una scienza che investe diversi ambiti, che variano dall’individuale al collettivo, passando, ovviamente, lungo un continuum che va dalla normalità alla patologia. Sicuramente, studiare psicologia anche per pura cultura personale potrebbe aiutare a individuare modelli o teorie che possano facilitare la quotidianità.

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ellenberger, H. F. (1976). La scoperta dell'inconscio. Storia della psichiatria dinamica , Bollati Boringhieri, Torino.
  • Ferraris, O. (2006). Psicologia: i motivi del comportamento umano. Zanichelli, Bologna.
  • Legrenzi, P. (2012). Storia della psicologia. Il mulino, Bologna.
  • Lis A., Stella S., Zavattini G.C. (1999): Manuale di psicologia dinamica. Il Mulino, Bologna
  • Venuti, P., Giusti, F. (1996). Madre e padre, scienze dell’evoluzione, antropologia e psicologia delle funzioni parentali. Giunti, Firenze
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