I guai peggiori arrivano sempre il giorno dopo. Superata la sbornia democratica, smaltiti i postumi della festa in piazza Syntagma, questa mattina la Grecia si è rialzata con un nuovo ministro delle Finanze (Euclid Tsakalotos), poco più di mezzo miliardo di euro nelle tasche e le sue banche ancora chiuse. Tanto le basta per tirare fino a sera, difficilmente a passare indenne anche la giornata di martedì. Ecco, in 14 punti, il probabile scenario che ci aspetta.
1. I MERCATI
Le borse mondiali hanno accolto il No al referendum greco aprendo con un segno negativo e cedendo ulteriore terreno nel pomeriggio (Milano, la peggiore, ha lasciato sul terreno il 4%).
«Un crollo maggiore è stato forse scongiurato dalle dimissioni di Yanis Varoufakis», spiega Angelo Baglioni, economista docente alla Cattolica e collaboratore de La Voce. «Il ministro delle Finanze aveva finora recitato la parte del poliziotto cattivo ed era visto dalla comunità internazionale come un ostacolo alla ripresa dei negoziati. Già nei mesi scorsi era stato gradualmente messo da parte da Alexis Tsipras. Oggi la sua testa è stata offerta ai creditori dal premier, come segnale della volontà di riprendere le trattative in un clima più sereno».
2. LE TRATTATIVE
La strada delle trattative però è tutta in salita. Il premier Tsipras, reputatosi forte del mandato popolare ottenuto ieri, si è già visto rifiutare la possibilità di «nuove trattative su altri programmi di aiuto» e di una ristrutturazione (leggi, taglio) del debito presso la Banca centrale europea.
3. LA STRATEGIA EUROPEA
L'Europa deciderà la strategia da adottare durante l'Eurogruppo straordinario convocato per martedì a Bruxelles. Merkel, Hollande e soci dovranno decidere se sia possibile raggiungere un altro accordo di salvataggio oppure se ci si debba rassegnare a un'uscita della Grecia dall'Europa. Le condizioni minime per provare un nuovo accordo di salvataggio prevedono enormi sacrifici da entrambe le controparti: «La Grecia deve cambiare strategia e puntare su alcune riforme improcrastinabili, come quella della pubblica amministrazioni, delle pensioni e della lotta all'evasione fiscale», continua Baglioni. «L'Unione europea deve abbandonare i target di bilancio immediati e comprendere che le riforme, le buone riforme, necessitano di molto tempo».
4. LA DATA X
Il tempo è il fatto che più manca alla Grecia. Il Paese ha più di 300 miliardi di debiti. Di questi, 9 sono da onorare a breve. La scadenza più importante è prevista il 20 luglio, quando Atene dovrà rimborsare alla Banca centrale europea 4 miliardi di obbligazioni in scadenza. La rata è tre volte superiore a quella mancata del 30 giugno. «In più, questa volta il creditore non è il Fondo Monetario Internazionale, ma la Bce», continua Baglioni. «E mancare un pagamento verso l'istituto che ti tiene in vita è molto più grave».
5. IL RITORNO ALLA DRACMA
Se la Grecia non dovesse pagare neanche Francoforte, allora lo scenario della sua uscita dalla moneta unica si farebbe molto più concreto. Il Paese non otterrebbe più alcun finanziamento e sarebbe costretto a battere nuova moneta. Nell'impossibilità di stampare euro (prerogativa della Bce), Atene potrebbe ristampare la Dracma, la valuta presente prima dell'entrata nella zona euro.
6. LA GREXIT
Quello della Grexit resta lo scenario più drammatico. Un'eventuale uscita della Grecia raderebbe al suolo il principio dell'irreversibilità dell'Euro, finora preservato. L'Euro come lo conosciamo finirebbe di essere una moneta unica, per ridursi a un semplice accordo di cambio, molto debole e poco credibile.
7. LA LIQUIDITA'
La certezza che condizionerà ogni mossa da ambo le parti è l'esaurimento della liquidità greca. Nelle casse delle banche nazionali, ancora chiuse, è rimasto qualche centinaio di milioni di euro. Una somma sufficiente a tirare avanti fino a lunedì sera, ma non a passare indenne il martedì. Per questo gli istituti greci hanno implorato la Banca centrale europea perché riapra immediatamente i rubinetti e conceda ancora 6 miliardi. «Se non arriva nuova liquidità dalla Bce, le banche greche non possono riaprire», aggiunge Baglioni. «Quelle poche che ci provassero, sarebbero costrette a richiudere nel giro di poche ore in seguito alle massicce fughe di capitali che registrebbero».
8. I BANCOMAT PER I TURISTI
Negli sportelli bancomat permane il limite di 60 euro. Nonostante questo, nell'ultima settimana dagli istituti sono stati ritirati complessivamente 300 milioni di euro al giorno. In teoria, il prelievo è comunque disponibile per i turisti esteri (dotati di bancomat che comunicano con la banca del paese di provenienza).
9.LE CASSETTE DI SICUREZZA
Secondo il Financial Times, il Governo sta studiando di abbassare il tetto dei prelievi fino a 20 euro giornalieri. Nelle scorse ore la viceministra delle Finanze ha spiegato che i greci non potranno nemmeno ritirare i contanti lasciati nelle casse di sicurezza.
10. I DISAGI
Il paese è allo stremo. Le restrizioni alla circolazione dei capitali hanno messo in ginocchio le aziende e causato una restrizione dell'economia di circa 1,2 miliardi. Difficoltà vengono segnalata anche nei rifornimenti di cibo e medicinali.
11. LE CARTE DI CREDITO
Sono sempre di più i bar e i ristoranti che rifiutano i pagamenti elettronici e accettano solo contanti. La stessa Farnesina avverte sul sito Viaggiaresicuri.it che vi potrebbe essere una «ridotta funzionalità delle carte di credito, oltre che dei bancomat».
12. I PREZZI PER I TURISTI
Il crollo del turismo nelle isole, con circa 50 mila cancellazioni al giorno, dovrebbe in teoria calmierare i prezzi sostenuti dai viaggiatori stranieri. Tuttavia la crisi degli ultimi anni, con la forte riduzione dei salari greci, non ha intaccato i prezzi riservati ai turisti, di norma i meno volatili. Lo scenario più probabile è quello di una sostanziale invarianza.
13. I RISCHI PER L'ITALIA
L'Italia è esposta complessivamente per 48 miliardi. Attualmente il valore delle esportazioni verso la Grecia non arriva a 4 miliardi, pari a meno dell'1% del nostro export. Se un effetto della crisi greca sull'economia reale italiane pare contenuto, più probabile è un contraccolpo sul costo del debito, come dimostrato dallo spread in rialzo. A differenza della crisi del 2011, però, oggi l'innalzamento dello spread può essere calmierato dai potenti strumenti di cui si sono dotate le istituzioni europee e internazionali.
14. I MUTUI
La crisi greca non dovrebbe avere conseguenze né sulla concessione dei mutui né sui loro tassi d'interesse. Il sistema bancario europeo resta infatti estremamente liquido. I soldi continuano a circolare tra le banche e una restrizione del credito (causa di tassi più alti) non sembra all'orizzonte.
Nella gallery i festeggiamenti di Atene