Toccare, essere toccato. Un'esperienza fondamentale per il neonato che da un semplice sfioramento delle dita di mamma o papà registra subito un'infinità d'informazioni ed emozioni. «Il bambino riceve un’impronta di accoglienza nel mondo quando è ben accudito dalle cure parentali che influenzano sia le sue risposte fisiologiche sia lo sviluppo di comportamenti relazionali sani ed equilibrati in età adulta - spiega la dottoressa Sandra Salmaso, Direttrice Scuola di Specializzazione in Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante e Docente Didatta e Direttrice Scuola di Biodanza SRT- È molto importante sapere che la pelle si forma verso la sesta settimana di vita, dalla stessa struttura embrionale del sistema nervoso (l’ectoderma) per fungere da “contenitore” ai vari segmenti: muscolare, viscerale, motorio ecc.
Questa continuità tra la pelle ed il sistema nervoso fa in modo che ciò che noi sentiamo sulla sua superficie sia immediatamente trasmesso ad esso. È così che il bambino nell’utero cresce e si sviluppa neurofisiologicamente, proprio grazie ad una continua stimolazione tattile».
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Quali sono le regole per un buon contatto?
« La prima è diventare consapevoli che il buon contatto è un bisogno primario. E che si può recuperare durante la propria esistenza, anche da adulti. Grazie alla neuro-plasticità del nostro cervello emotivo che ci permette di riscrivere la nostra storia attraverso delle nuove esperienze più positive. La seconda è che la mamma ha bisogno di prepararsi prima. Anche con un’esperienza personale e sensoriale. Sostanzialmente deve allenare la sua capacità di integrazione affettiva motoria ovvero sentire quello che fa, essere presente affettivamente, predisporre i propri gesti con amorevolezza. In questo senso un momento il rilassamento prima di incominciare a massaggiare è importante perché mette in contatto il nostro cuore con il nostro tocco. Entrambi i genitori è bene che osservino i segnali del bambino e gli chiedano il permesso prima di iniziare a massaggiarlo. I riflessi sono dei segnali innati che devono essere interpretati e possono rivelarci la disponibilità e la non disponibilità del bambino. I momenti migliori per creare relazione con il bèbè sono quelli in cui ti guarda con gli occhi aperti, ti sorride ed è quieto . E’ proprio lo stato di veglia-quieta il momento migliore per il massaggio. Il terzo passaggio è definito dall’appoggio delle mani. Che non vuol dire fare una pressione, ma limitarsi semplicemente al gesto dell’appoggio che infonde nel bambino un messaggio di protezione e sicurezza».
Quanti tipi di massaggi esistono?
«Tra i più noti c’è il massaggio neonatale creato da Eva Reich che si esercita su un bambino traumatizzato. Avviene con degli sfioramenti sottili a farfalla (cioè dal centro verso i lati proprio come se doveste disegnare le ali di una farfalla). Un massaggio, invece, più strutturato è quello proposto dall’AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile) fondamentale per creare il Bonding e l’attaccamento. Il Bonding ha un momento “sensibile” e ottimale nella prima ora di vita ma è un processo più che un evento e non è mai troppo tardi per attuarlo. Il massaggio infantile AIMI, invece, s’impara in cinque incontri seguendo un corso; si può praticare sul bambino da 1 a 9 mesi e può protrarsi anche nell’adolescenza. Durante queste lezioni s'imparano i giochi di buon contatto. In pratica insegnamo a creare un racconto con le dita. Si possono, per esempio, riprodurre sulla schiena le differenti camminate degli animali che il ragazzino si diverte ad indovinare oppure creare una serie di tocchi lievi e profondi che raccontano “la preparazione della semina dei fiori”. Il bambino non solo lo visualizza ma lo sente e si connette maggiormente con se stesso».
Come si fanno?
«I gesti di massaggio possono essere carezzevoli, assomigliano a uno sfioramento gentile, oppure si avvolge teneramente e lentamente con la mano l’arto del bambino, e le varie zone del suo corpicino; le preferite per sciogliere e calmare le tensioni sono l’addome e la schiena. E il tutto deve essere fatto con una qualità altamente affettiva, lentamente e con presenza, perché il massaggio facilita la comunicazione e la crescita della relazione con la mamma e il papà».
Si possono usare prodotti durante il massaggio?
«I prodotti possono aiutare l’azione dello scivolamento ma vanno utilizzati con moderazione. Gli oli idratanti vegetali sono perfetti così come l’olio di mandorle dolci (puro e biologico) e quello di jojoba. Eviterei l’olio di oliva perché è troppo denso e le formule in talco perché ostruiscono i pori. Tutto comunque è legato al modo in cui distribuiamo l’olio che deve essere accompagnato da un gesto di buon contatto».