Vagina slabbrata? Ci pensa la vaginoplastica

Son tutte belle le vagine del mondo, cantiamo sempre a gran voce parafrasando il successo di Claudio Villa. Esistono tanti tipi di vagina e di vulva quante sono le donne, e tutte sono perfette così. Ma è vero che ci sono situazioni specifiche (come gravidanze, parti e menopausa) che mettono a dura prova quest’organo meraviglioso, causandone a volte cedimenti, a volte dilatazione (do you know vagina slabbrata?). Ecco cosa provoca la vagina dilatata e come funziona l’intervento di ricostruzione vaginale, la vaginoplastica.

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Cause della “vagina slabbrata”

C’era una volta (ma purtroppo c’è ancora) chi pensava che un’attività sessuale troppo intensa potesse portare ad avere vagine dilatate. Tant’è che dare della “figa slabbrata” a qualcuna equivaleva ad additarla come donna di facili costumi. E invece frequenza (e anche promiscuità) del sesso non provocano alcuna dilatazione vaginale (anzi, semmai fare tanto sesso mantiene allenati i muscoli vaginali). La inelegantemente definita vagina slabbrata ha cause ben diverse. Parti vaginali plurimi e difficoltosi e menopausa sono le principali ragioni che provocano una dilatazione della vagina talvolta difficile da risolvere per vie non chirurgiche.

Vaginoplastica o labioplastica?

Ecco che, quando esercizi di ginnastica pelvica e palline vaginali non bastano, entra in gioco la chirurgia. Ma quando si parla di intimità femminile, è bene distinguere tra interventi che riguardano la vagina e interventi che riguardano la vulva. Operazioni di chirurgia estetica come la labioplastica, per esempio, riguardano i genitali esterni (non la vagina!) e non hanno niente a che fare con la vaginoplastica, che è invece un intervento di chirurgia prevalentemente correttiva che riguarda i genitali interni. La labioplastica è l’intervento estetico intimo che ha registrato negli ultimi anni un vero e proprio boom nelle richieste (anche, ahinoi, da parte di giovanissime insicure del proprio aspetto laggiù), mentre la vaginoplastica è una questione un po’ più delicata.

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Vaginoplastica: come funziona la ricostruzione vaginale

La vaginoplastica, o ricostruzione vaginale, viene eseguita in tutti quei casi in cui la vagina abbia effettivamente perduto le sue naturali caratteristiche di tonicità ed elasticità, essenziali non solo per il benessere fisico, ma anche per quello psicologico e sessuale. Una vagina che non riesce a recuperare la sua forma dopo il parto o dopo la menopausa, infatti, è un ostacolo a una vita sessuale serena e appagante. Il tipo di vaginoplastica più diffuso consiste nell’esecuzione di una serie di incisioni, eseguite con il laser, con lo scopo di ridurre gli eccessi di mucosa e di tessuto. Se si interviene sulla parte anteriore della vagina si può ripristinare il supporto alla vescica, riducendo l’incontinenza, mentre sulla parte posteriore può essere combinato a una perineoplastica, utile in caso di cattiva cicatrizzazione post episiotomia o lacerazione da parto.

Vaginoplastica e riassegnazione di genere

Ma la vaginoplastica è anche l’intervento di riconversione di genere MtF, cioè di cambio di sesso da uomo a donna. In questo caso avviene una vera e propria costruzione della vagina, a partire dai tessuti del pene. Dopo l’asportazione di testicoli e corpi cavernosi, si procede alla ricostruzione della vagina utilizzando la pelle del pene per ricavare la vagina, lo scroto per modellare le labbra e il glande per costruire il clitoride (con una sensibilità pari al 70%-80% circa). Nel periodo successivo all’intervento (che ha una durata variabile tra le 3 e le 5 ore e prevede un ricovero post operatorio di una settimana) è necessario mantenere la forma della vagina con appositi dilatatori. I rapporti sessuali possono cominciare dopo circa due mesi.

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