«Mi piaceva che fosse un film ambientato al Sud. Anche se io sono siciliana e questo è un road movie girato tra la Puglia e la Basilicata, ogni Sud è paese: mentalità e modo di vivere sono comuni».
Al telefono con Eva Riccobono, la prima domanda non può che essere Che cosa ci fa lei, supermodella internazionale e attrice, in un film locale e low budget intitolato Le frise ignoranti?
La risposta è sicura. «Mi piaceva il ruolo che i registi Antonello De Leo e Pietro Loprieno mi hanno proposto.
Io più che i film scelgo i personaggi: sto cercando di fare la gavetta in modo intelligente, se mi offrono un ruolo che non mi permette di giocare più di tanto, non lo accetto».
A interpretare Caterina, la moglie borghese e provinciale (e molto, molto assillante) del protagonista Luca (William Volpicella), Eva Riccobono si è divertita parecchio: «Mi piaceva fare la stronza», ammette.
«Caterina», spiega, «è una di quelle donne che solo noi del Sud conosciamo. Borghese, chiusa e provinciale, pensa che parlare in dialetto sia volgare, va in giro tutta griffata, e vuole il marito con l’impiego giusto, “sennò fa brutto con le amiche”».
Da come ne parla, sembra averci preso gusto.
«I colleghi sul set mi prendevano in giro: “Sai che sei proprio brava a fare la rompiscatole?”».
Lo è?
«No, per niente: io mi reputo una compagna super cool. L’altro giorno Matteo (Ceccarini, il sound designer con cui fa coppia da undici anni, ndr) mi ha raccontato di essere stato abbordato da cinque americane in ascensore. Io lo stavo a sentire e ridevo. Ho un lato maschile e goliardico molto sviluppato».
Però è facile non essere gelose, quando si è Eva Riccobono.
«Io amico degli uomini lo sono da sempre, sin da piccola. Ma amico con la “O”. Più sei gelosa e più gli uomini ti tradiscono. Io sono un Acquario, mi piace sentirmi libera: non voglio un uomo che mi rompa le scatole, né io a lui. E per fortuna l’ho trovato, tant’è che siamo insieme da 11 anni. Anche oggi che sono mamma, se la sera non posso uscire perché devo allattare, a Matteo dico “Vai da solo, vatti a divertire”».
A proposito: lei dell’allattamento sembra essere fervida sostenitrice, sui suoi social la vediamo allattare in pubblico ovunque.
«Sì ma il mio non è esibizionismo, faccio promozione all’allattamento perché diventando mamma ho scoperto cose agghiaccianti sull’argomento. Questa è una cosa naturale meravigliosa».
A cui, però, non tutte le donne sono «naturalmente propense». Chi non allatta sbaglia, secondo lei?
«Purtroppo c’è tanta cattiva informazione sull’argomento. Per esempio non è vero che alcune donne “non possono avere latte”, altrimenti saremmo già estinti».
Ma se una sua amica le dicesse semplicemente «di allattare non mi va»?
«Ovviamente non approverei, perché se fai un figlio devi avere voglia di dargli il meglio. Ma mi è capitato di discuterne con amiche che non hanno voluto, e le stimo comunque, almeno sono sincere».
Il vostro Leo tra poco più di un mese festeggerà un anno. State già pensando a un fratellino/sorellina?
«In verità sì, mi è piaciuta così tanto l’esperienza! (ride). Nella vita non si possono programmi, però sì, sarei già pronta a rifarlo. Chi mi conosce me lo dice: “Ma te sei appassionata di brutto!”».
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Dica la verità, è diventata una di quelle mamme che non fa altro che parlare di pappe e nanne…
«Un po’ sì, me lo dice anche mia sorella: “Sei diventata infrequentabile per le donne che non hanno figli”».
Da neomamma la vita sul set è più facile che sulle passerelle?
«È facile dappertutto, basta organizzarsi. Né io né Matteo vogliamo una tata fissa e così ci dividiamo gli impegni. Per girare Le frise ignoranti obbligavo la troupe a stoppare le riprese ogni due ore perché dovevo allattare!».
Fa bene a imporsi, ma c’è anche chi non può permetterselo.
«Sono una libero professionista e per vivere appieno la maternità perdo anche dei lavori. Di recente me ne hanno proposto uno in cui si girava dalle otto di sera alle 5 del mattino, ma non me lo potevo permettere. Di occasioni ne perdo tante: il mio è un lavoro precario».
Più fortunato di altri, però.
«Sicuramente. In Italia, poi, non c’è alcuna forma di sostegno alle famiglie. Noi adesso viviamo a Londra e la cosa che mi ha sconvolto di più è che quando sono andata a registrarmi all’anagrafe, vedendo che ero incinta, mi hanno chiesto se volessi il sussidio per la maternità. Mi ero appena trasferita!».
Dall’inglese di Londra al pugliese delle Frise ignoranti come se l’è cavata?
«Benissimo, io sono una che appena parla con qualcuno prende subito il suo accento. Ai ragazzi sul set dicevo “datemi una sensazione di pugliese”. E li sorprendevo».
Il dialetto siciliano lo parla?
«Molto bene, quasi da scaricatore di porto. Dei dialetti adoro soprattutto gli insulti, che a volte sono delle opere d’arte per quanto geniali. Una volta ho sentito per strada due che litigavano e uno a un certo punto ha detto all’altro “ti tiro uno schiaffo così forte che per darti l’altro ti devo venire a cercare” (lo dice in siciliano, ndr)».
A dispetto delle apparenza anche lei ha questa tempra?
«Sicuramente. Quando m’incazzo si sente. E poi credo nell’orgoglio, ho la mia etica, la mia morale. Sono stretta in certi principi, anche nel lavoro. Tutti dicono che per far carriera devi essere gentile, fare pr, ma se a me qualcuno sta sulle palle sta sulle palle».
E questo temperamento come si sposa con la sua anima più nordeuropea (la mamma è tedesca, ndr)?
«Io trovo un mix bellissimo, dove eccede una cultura la smorza l’altra. Il tedesco è aperto, preciso, e io sul lavoro sono molto puntuale, studiosa. Sin da piccola, poi, mia mamma mi ha sempre educata all’apertura verso il mondo, mentre il siciliano è più chiuso nella sua famiglia. Ecco, io ho ereditato entrambi gli aspetti».
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