Robert De Niro fa marcia indietro. Dopo le polemiche che hanno colpito Andrew Wakefield, il regista e co-autore del documentario intitolato Vaxxed: from cover-up to catastrophe (Vaccinati: dall’insabbiamento alla catastrofe), l’attore ha deciso di non proiettare il film sul legame tra i vaccini e l’autismo al Tribeca Film Festival di New York, la kermesse cinematografica di cui è anche il fondatore. Robert De Niro è anche il padre di Elliot, un ragazzo di 18 anni affetto da deficit dello sviluppo psichico, e ha dichiarato: «Non credo che il film possa contribuire alla discussione come avevo sperato.
La mia intenzione era fornire un’occasione di un tema che è profondamente personale per me e la mia famiglia».
Ci siamo occupati più volte della polemiche sui vaccini. Qui di seguito potete leggere alcune storie che abbiamo raccolto.
«La sera alle nove aveva 37 e mezzo di febbre, la mattina alle otto Alessia non c’era più». Quando sente venir fuori, nei «discorsi da mamme», i dubbi sulle vaccinazioni ai figli, Amelia Vitiello non resiste. «Mi intrometto sempre. E spesso, dopo avermi ascoltata, vanno a prendere appuntamento per il vaccino». Il 19 ottobre 2007 Alessia, un anno, muore per una meningite fulminante meningococcica di tipo B.
«L’avevo vaccinata contro tutte le malattie dalle quali era possibile proteggerla, purtroppo l’ha colpita un tipo di meningite per cui ancora non c’era vaccino. Se fosse esistito, oggi Alessia sarebbe qui, perché sicuramente gliel’avrei fatto, come le ho fatto gli altri».
AMELIA E IL COMITATO CONTRO LA MENINGITE
Dice Amelia che è stato il senso di impotenza a spingere lei e il marito Alessandro a costituire prima un’associazione in memoria della figlia, Alessia e i suoi Angeli, e poi, con altri due genitori, il Comitato nazionale contro la meningite, che si batte per un’eradicazione totale della malattia e per la diffusione del vaccino, che solo dal 2014 è disponibile, e offerto gratuitamente, per ora, in Basilicata, Puglia, Veneto, Toscana, Sicilia, Liguria e Friuli-Venezia Giulia. «Mia figlia non me la restituisce nessuno, ma se posso risparmiare a un altro genitore – fosse anche il mio peggior nemico – quello che ho vissuto io, sono contenta. Non è neanche lontanamente immaginabile il dolore per la perdita di un figlio. Perderlo così, poi».
IL RIFIUTO (E LA PAURA) DEL VACCINO
«V. è vaccinata, ma io ero titubante. Senti dire che le case farmaceutiche ci mangiano sopra, qualche dubbio ti viene. Alla fine l’ha spuntata mio marito: da medico, era totalmente a favore. E forse è stato meglio così». La mamma che mi racconta questa cosa, mentre la figlia di un anno dorme nella stanza accanto, preferisce restare anonima. Ma per una come lei che si è lasciata convincere, ci sono sempre più neogenitori in Italia che invece scelgono di non vaccinare i figli: i dati mostrano che le immunizzazioni stanno diminuendo, siamo al livello più basso degli ultimi 10 anni. La Società italiana di igiene registra in alcune aree addirittura un calo del 25%. E all’estero il quadro è simile: il tasso di vaccinazioni di certe scuole di Los Angeles, secondo i dati dell’Oms, è in linea con Paesi come il Chad o il Sud Sudan.
«MALATTIE SOTTOVALUTATE»
«È un problema della nostra società: si mettono in discussione cose che prima venivano date per scontate», spiega Stefania Salmaso, direttore del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità. «Un tempo l’invito a proteggersi era bene accolto perché si aveva memoria di che cosa fosse, per esempio, la poliomielite. Adesso invece si è persa la percezione della gravità delle malattie, che però sono ancora in circolazione in molte parti del mondo, e chi non è protetto rischia».
IL TIMORE DEI DANNI COLLATERALI
Il problema non riguarda solo chi viaggia. Quando in una comunità un gran numero di persone è vaccinato, si creano le condizioni per interrompere il contagio da persona a persona: è la cosiddetta immunità di gregge. «Se vacciniamo i bambini contro il morbillo, e raggiungiamo per molti anni il 95% di copertura, è sicuro che anche chi non è vaccinato non si ammalerà, perché la malattia non circolerà più». [...] Al centro del dibattito, infatti, c’è sempre lo stesso nodo: il timore di possibili effetti collaterali.
ROBERTO E LA MALATTIA DEL FIGLIO DAVIDE
Che ci siano, ne è convinto l’avvocato Roberto Mastalia, da quando, nel 2004, Davide si è ammalato. «Oggi mio figlio ha 12 anni. È nato sano, è cresciuto in maniera precoce: a 8 mesi camminava, a un anno e un mese ha iniziato a parlare. Improvvisamente a 18 mesi, dieci giorni dopo la vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite, ha avuto una regressione, ha perso la parola, tutte le abilità che avevamo visto crescere in lui. Ed è diventato autistico. Era come un vegetale. Aveva perso la percezione del dolore: lo pizzicavamo per vedere se reagisse. Se gli avessimo messo la mano sul fuoco, l’avrebbe lasciata bruciare».
VACCINI E AUTISMO
La comunità scientifica difficilmente riconoscerebbe come causa dell’autismo la diagnosi di «encefalopatia post-vaccinale» che un medico ha fatto a Davide. Roberto però è convinto che è stato per colpa di una reazione al vaccino se suo figlio ha smesso di parlare, di guardare negli occhi, di sorridere. «In corrispondenza di almeno due delle somministrazioni precedenti c’erano stati segnali – problemi respiratori, gastrointestinali, enterite acuta – a cui però né io né mia moglie avevamo dato peso. Ci avessero chiesto, prima del richiamo, se aveva avuto qualcosa di strano, avremmo risposto di sì, e forse un medico ci avrebbe detto: “Allora non lo vacciniamo”. Non è successo».
LA CAUSA CONTRO LO STATO
Roberto, che ha altri due figli, una più grande immunizzata, uno più piccolo che non lo è, ha inoltrato una richiesta di danno da vaccinazione, un indennizzo che in Italia è ammesso dalla legge 210 del 1992. «In primo grado ci è stata respinta perché, trattandosi di un vaccino non obbligatorio, non era compreso inizialmente nella legge. Ma in seguito la Corte costituzionale ha ampliato la portata della norma, e inserito anche i facoltativi. Ho presentato appello, è ancora pendente».