A novembre era stato lanciato il progetto di Acda per la ricerca delle perdite sulla sua rete attraverso una tecnologia satellitare: un “esperimento” inedito in Piemonte, basato su tecnologie brevettate, israeliane e statunitensi: in meno di due mesi sono state già localizzati oltre 200 punti da verificare, su circa 600 chilometri di tubature monitorate finora.

Acda è la società pubblica che gestisce il ciclo idrico integrato per 100 Comuni associati della Granda (oltre 221 mila residenti) e copre oltre la metà del territorio provinciale, dalla val Tanaro alla valle Po. Le perdite superano il 33%: cioè un terzo dell’acqua immessa da 1.094 sorgenti e 900 vasche e serbatoi si perde lungo la rete di poco meno di 6 mila km di acquedotto e non viene pagata dai consumatori.

Spiegano dalla società: «I vantaggi sono evidenti perché consentono l’individuazione di perdite sulla rete che sarebbero, diversamente, molto più difficili da individuare e molto più costose. Il personale Acda è già operativo nel processo di verifica delle entità delle perdite e nella definizione degli interventi di risanamento. Questa azione di monitoraggio satellitare è ancora all’inizio, presto avremo dati più precisi sulla percentuale di interventi che dovremo realizzare in rapporto alle segnalazioni satellitari».

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