Napoli

(ansa)

Napoli, carabinieri-rapinatori assaltano supermarket: un morto e nove feriti

Paura nel centro commerciale "Etè" di Ottaviano. I militari, fuori servizio, tentano un colpo a mano armata. Dopo un rocambolesco inseguimento in auto sono stati speronati dai titolari del centro commerciale e hanno aperto il fuoco. Deceduto il gestore. Ferito il fratello e alcuni dipendenti. Tutto per un colpo da 1300 euro

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Una rapina finita male. Una sparatoria e un inseguimento. Una persona morta e nove feriti. E una svolta inquietante: i malviventi erano due carabinieri. Il tutto è avvenuto dopo l'irruzione a mano armata in un supermercato a Ottaviano, in provincia di Napoli. Nella notte è morto il gestore del supermercato, Pasquale Prisco di 29 anni, colpito da più pallottole. L'uomo, con il fratello e un dipendente, dopo la tentata rapina avevano inseguito e speronato i rapinatori-carabinieri.

La rapina. Intorno alle 13.30 è scattato l'allarme in un supermercato della catena "Etè". Due banditi , a volto coperto, hanno fatto irruzione nell'esercizio commerciale e si sono fatti consegnare gli incassi: in tutto 1300 euro. Prima di darsi alla fuga i due uomini hanno sparato anche dei colpi di pistola.

Per tutta la giornata la dinamica della rapina è stata poco chiara. In serata la svolta clamorosa: i rapinatori sono due militari in servizio a Mestre, originari rispettivamente di Cercola e Chioggia. La Procura di Nola, diretta dal Procuratore Paolo Mancuso, ha disposto il loro fermo, d'intesa con l'Arma che ha condotto le indagini. Ma sempre in serata il più grave dei feriti, Pasquale Prisco, è morto nell'ospedale di Sarno. Ferito all'addome, aveva gravissime lesioni al duodeno e al fegato, oltre che alla colonna vertebrale. I medici l'avevano sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico ma dopo qualche ora è morto.
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La dinamica. Dopo l'irruzione dei rapinatori nel supermercato i due si sono dati alla fuga a bordo di una Lancia blu. Ma l'assalto ha provocato anche la reazione dei titolari del negozio che, dopo essere stati avvertiti da un dipendente, si sono messi in auto sulle tracce dei rapinatori. In otto - tra cui Pasquale e Donato Prisco - hanno partecipato all'inseguimento della Lancia dei malviventi, a bordo di due diverse vetture, una Volkswagen Polo e una Audi A3. Sulla SS 268, all'altezza dell'area industriale di Ottaviano, il contatto: gli inseguitori hanno intercettato i rapinatori e hanno speronato le loro auto, mandandole in testa-coda.

A quel punto tutti sono usciti dalle vetture: ne è nata una violentissima colluttazione, con i titolari del supermarket determinati a farsi giustizia da soli, anche se non è chiaro se fossero armati. Sarà l'esame dello stub a stabilirlo. Di certo i carabinieri-rapinatori hanno sparato, forse con le pistole d'ordinanza.

Le concitate fasi degli eventi hanno creato anche un "giallo": le forze dell'ordine hanno temuto che i banditi, entrambi feriti, fossero fuggiti su un'ambulanza e hanno lanciato un allarme via radio. I due, invece, erano stati regolarmente trasportati in ospedale, a Sarno, in provincia di Salerno. Gli altri feriti sono stati trasportati in altri ospedali di zona. Tutti sono stati ascoltati dagli investigatori e, dopo ore di dubbi e incertezze, sulla base di discrepanze e incongruenze nelle dichiarazioni dei due carabinieri-rapinatori, è arrivata la svolta: la Procura di Nola ha deciso di sottoporre a fermo i militari Claudio Vitale, 41 anni, di Cercola, in provincia di Napoli, e Jacopo Nicchetto, 33 anni, di Chioggia, in provincia di Venezia. Entrambi sono stati trasferiti in un istituto penitenziario-ospedaliero di Salerno. Di stanza in Veneto, da tempo non ricoprivano più mansioni investigativo-operative. Nella sparatoria sono rimasti feriti. Uno è stato colpito ad un gluteo, l'altro all'addome ed è in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita (gli hanno asportato la milza). I due militari appartengono al battaglione di Mestre e non erano in turno di lavoro. Nei loro confronti, in un primo momento erano stati ipotizzati i reati di rapina aggravata e tentativo di omicidio plurimo, ma dopo la morte di Prisco la loro posizione si è ulteriormente aggravata.