Fra i lavori realizzati in Italia al suo ritorno da Hollywood c’è uno straordinario trompe l’oeil dipinto sui muri della Piazzetta degli Inganni, a San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese, dove figure alate e cavalli sembrano spiccare il volo dalle finestre. Gino Pellegrini però, morto ieri all’età di 73 anni, ha legato la sua opera di scenografo a film che sono entrati nella storia del cinema, da “Gli Uccelli” di Hitchcock a “Mary Poppins”, da “L’ammutinamento del Bounty” a “Indovina chi viene a cena”, da “Tora Tora Tora” a “Un Maggiolino tutto matto” a “Viaggio Allucinante”, senza trascurare grandi musical come “Hello Dolly” e “West Side Story” e persino un celebre cartone animato di Walt Disney, “La Spada nella Roccia”. Una carriera cinematografica non molto lunga, visto che a Hollywood Pellegrini è rimasto per una dozzina d’anni, ma segnata da collaborazioni ad altissimo livello, a cominciare da quella con Stanley Kubrick per “2001 Odissea nello Spazio”, che nel 1969 rivoluzionò il genere fantascientifico.

In un’intervista pubblicata dal blog 2001Italia, lo scenografo raccontava così la sua esperienza sul set: “Dovevo ridipingere continuamente le nuvole per il modellino della terra vista dalla stazione spaziale. Era un modellino di un metro per un metro e venti. Per ogni nuova inquadratura Kubrick voleva che la vista fosse diversa, come se le nuvole si fossero mosse veramente”. Un altro intervento riguardava le quinte della sequenza iniziale dell’Alba dell’uomo, quando il leopardo si avventa sulla scimmia. Dei rapporti non semplici col geniale regista americano, Pellegrini ricordava un episodio emblematico: “Gli scenografi non lavoravano mai abbastanza in fretta. Kubrick era convinto che i suoi collaboratori passassero la maggior parte del tempo a chiacchierare e a bere tè e prese in considerazione l’idea di installare un sistema di monitoraggio a circuito chiuso nascosto per sorvegliarli, fino a quando i lavoratori più informati sulle regole del sindacato britannico lo avvisarono che una mossa simile avrebbe immediatamente provocato uno sciopero”.

Nato a Lugo di Vicenza nel 1941, a soli 16 anni Gino Pellegrini si trasferì a Los Angeles per frequentare i corsi di architettura della UCLA e poi conseguire il Master Degree in Fine Arts. Per un breve periodo è stato cartellonista pubblicitario, prima di entrare nel cinema e nella tv percorrendo le tappe della realizzazione scenica: bozzettista, pittore di scena, aiuto scenografo e infine scenografo. Ha lavorato sui set di film di ogni genere e poi, nel ’72, ha mollato tutto per tornare in Italia, a San Giovanni in Persiceto e poi a Monte San Pietro, occupandosi di scenografia teatrale, video e documentario creativo. Un artigiano di gran classe la cui maestria è ancora ben visibile nella Piazzetta degli Inganni.

I commenti dei lettori