Comprare follower è sbagliato? Sì… e non serve a niente!

Comprare follower è sbagliato e non serve a niente

Ogni giorno un Social Media Manager si sveglia e sa che dovrà spiegare a un cliente che comprare fake follower non serve a niente!

Avevo già parlato del fatto che comprare follower è sbagliato, ma voglio tornare sull’argomento, dopo aver letto una domanda posta ad una collega, alla quale è stato chiesto come poter acquistare 500-1000 follower, per dare un po’ di “interesse” al proprio profilo Instagram.

Resto attonito ogni volta e spero sia solo un’usanza tutta italiana quella di voler trovare sempre la scappatoia o la via più semplice, che non preveda di passare dalla gavetta e ottenere ciò che solo il duro lavoro e le capacità possono darci.

Sostanzialmente… comprare follower e fan è eticamente sbagliato, ma soprattutto non serve alle aziende. Si tratta di collezionare finti follower, che non interagiranno mai con il brand, che non compreranno niente e non mangeranno nemmeno nel vostro ristorante. Tutto questo per cosa? Per mostrarsi più grandi e grossi della concorrenza? Quella stessa concorrenza che con 2.000 fan su Facebook e 145 commenti sotto ogni post vi sta facendo impazzire? Ecco, forse loro hanno fatto un vero investimento sulla propria attività professionale e hanno una strategia seria di social media marketing.

Sia chiaro, anche a livello personale i follower finti non servono a niente. Sì ok, aumentano l’ego e la sicurezza di chi si trincea dietro i numeri, ma poi? Se questi numeri non fanno sostanza, a cosa serve questo investimento? A buttare fumo negli occhi di chi vedrà il vostro profilo per invogliarlo a seguirvi? Niente di più sbagliato.

Il social media marketing è basato sulla costanza, la trasparenza, l’onestà e su un progetto di business solido, e fondato sulla qualità assoluta del prodotto e dei contenuti pubblicati.

I numeri non sono tutto, ma se proprio vogliamo ragionare a numeri, proviamo a farlo! Qualche giorno fa su Instagram ha iniziato a seguirmi questo profilo:

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Cavolo, penso subito, 155mila follower, vediamo le foto… diciamo che sono mediamente belle, viene impiegato frequentemente il bianco e nero e scatti e location sono già visti e rivisti. Qual è il quindi “trucco”? La mia attenzione si sofferma subito su un paio di particolari: il numero di like e le interazione sono veramente bassi.

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Come è possibile che con 155mila follower questo profilo abbia solo così pochi like e interazioni? Basta fare 2+2 e… concludo che sono follower comprati! Non c’è altra spiegazione.

Volete affidare il vostro business ad un influencer? Cercate di capire l’attività che svolge l’influencer, senza considerare come fattore principale di scelta il numero di follower. Il numero di like per foto non è sempre un parametro fondamentale, ma è chiaro che il numero di foto pubblicate, la qualità del contenuto e anche la qualità delle discussioni sotto a ogni fotografia sono fondamentali. Se nei commenti trovate interesse verso un vostro prodotto… BINGO!

Questa è una breve lista delle obiezioni che vengono fatte quando si parla con qualcuno che abbia deciso di comprare dei follower:

1. i miei follower crescono lentamente

Vero, ma i social sono fatti così. Le regole del gioco delle relazioni sono definite da millenni: per guadagnare la fiducia di qualcuno hai bisogno del tempo e di dimostrare che tu sei una persona valida.
Da una sola fotografia non posso dire che sei un bravo instagramer, con 100 posso invece dire qualcosa in più. Per pubblicare e valutare 100 fotografie è necessario del tempo. Ecco cosa ci vuole: ci vuole TEMPO… e pazienza. Gestire i social media richiede soprattutto questi due ingredienti: tempo e pazienza, oltre ovviamente alla creatività, a contenuti di qualità e alla passione per quello che fai.

2. per le collaborazioni ho bisogno di numeri alti

Parzialmente vero. Le aziende serie dovrebbero sapere che non devono guardare solo i numeri, ma la sostanza. Collaborare con persone influenti in un settore non significa cercare “chi ce l’ha più grosso”; piuttosto è meglio cercare “chi converte di più”. Quindi, se io pubblico il mio contenuto per un fantomatico pubblico di 150mila persone e ottengo soltanto poche centinaia di like o reali interessamenti al brand, che valore posso offrire a questa azienda? Qual è il ROI di questa campagna? Con questa strategia posso “fregare” una volta, ma la seconda questa azienda mi chiederà di più e io non sarò in grado di offrirlo. Perderò il cliente e ci rimetterò la faccia.

3. non esiste pubblicità su alcuni media, come ad esempio Instagram

È vero anche questo, ma sta arrivando. Comunque sia, i follower acquisiti con campagne ads non saranno mai della stessa qualità di quelli conquistati con il sudore e la pazienza di un lavoro giornaliero, attraverso il quale ti puoi definire un “amico” di quel singolo follower.

4. gli altri mi seguono solo se ho i numeri

No, gli altri ti seguono se quello che pubblichi è interessante, utile e/o bello da vedere. Personalmente seguo profili Instagram che mi sono di ispirazione, persone che interagiscono con me e a cui piace trascorrere il tempo a far foto con me e come me. Su Twitter o Facebook seguo profili o pagine che pubblicano contenuti di qualità, che arricchiscono la mia sfera personale e professionale, che dialogano con me e mi aiutano a capire meglio le cose, fornendomi spunti e punti di vista originali.

Non compro consensi, cerco di meritarmeli!

Per concludere, credo che comprare follower sia un inganno soprattutto verso sé stessi prima che verso i vostri follower o chi deciderà di seguirvi.

 

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