l’’opera a kreuzberg

Berlino addio, la protesta
di Blu contro il cemento

Cancellate le celebri gigantografie simbolo di Kreuzberg. Così l’artista bolognese sfida lo sviluppo immobiliare della capitale

l’’opera a kreuzberg

Berlino addio, la protesta
di Blu contro il cemento

Cancellate le celebri gigantografie simbolo di Kreuzberg. Così l’artista bolognese sfida lo sviluppo immobiliare della capitale

BOLOGNA - È successo a Bologna e ora succede anche a Berlino. I graffiti di Blu, misterioso artista formatosi sotto le Due Torri, scompaiono sotto i colpi della riqualificazione «fighetta» delle periferie, in via San Donato come a Berlino. Solo che questa volta pare ci sia la stessa mano dello stesso artista, che avrebbe cancellato la sua opera in polemica con la speculazione edilizia della zona di Kreuzberg, Berlino Ovest. É il Mitte a riportarlo, il quotidiano online in lingua italiana per gli emigrati del Belpaese che vivono nel Brandeburgo e nella capitale tedesca.

Nella notte tra giovedì e venerdì, grazie a due autogru, sono stati interamente coperti con il nero due murales visibili già dall’Oberbaumbrücke: Chains, che rappresenta il mezzobusto di un uomo intento a sistemarsi la cravatta con con due costosi orologi a mo’ di manette; e Brothers, realizzato con il writer Jr, completato nel 2007 e rappresentante due uomini intenti a sollevarsi a vicenda una maschera, metafora di Berlino Est e Ovest.

Le due opere, disegnate nel corso dei festival Backjump e Planetprozess, erano considerate tra le più belle dell’ex quartiere operaio berlinese ed erano state segnalate in numerose guide turistiche.
Blu pare abbia deciso di coprire i suoi graffiti contro la gentrificazione selvaggia in procinto di arrivare: sull’area di proprietà dell’investitore Artur Süsskind partiranno infatti i lavori per la costruzione di 250 appartamenti con supermercato, asilo e terrazza prospiciente il fiume Sprea. Dmitry Paranyushkin, il blogger che ha postato nella notte la notizia sul blog Polysingularity.com ha spiegato che Blu avrebbe coperto le sue opere affinché non fossero usate come pretesto per conferire valore economico agli alloggi che si affacciavano su di esse. Jascha Herr, un residente della zona, aveva avviato una petizione con 8.000 firme per salvarli, ma, evidentemente, non è servito.

Segnalato dal quotidiano britannico The Guardian come uno dei 10 miglior street artist in circolazione, Blu ha già visto i suoi graffiti volatilizzarsi, a Bologna, nella casetta all’inizio del ponte di San Donato, così come Oltreoceano, al Museo di arte contemporanea di Los Angeles, dove non erano piaciute le sue banconote che coprivano dei feretri al posto della classica bandiera d’onore. La vera minaccia alla graffiti art — sosteneva il quotidiano americano Salon, riflettendo sul documentario Hbo sulle prodezze di Banksy sui muri di New York — verrebbe proprio dalla gentrificazione, che elimina le superficie abbandonate e costringe gli street artist a disegnare all’interno delle gallerie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Andrea Rinaldi
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