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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2014 alle ore 06:32.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2014 alle ore 17:08.

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L'adozione di uno stile di vita sano, poco incline alla pigrizia, con un'alimentazione che dia grande spazio al consumo di cereali integrali, legumi, verdura e frutta, e il compimento di alcune semplici azioni preventive (come il sottoporsi a determinati, pochi, programmi di screening o ad alcune vaccinazioni) si stima possano ridurre del 30% il rischio di ammalarsi di tumore in Europa. Questa stima è frutto del lavoro di un nutrito gruppo di oncologi, ricercatori, genetisti, che per due anni ha lavorato, su richiesta della Commissione europea e coordinato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), ad aggiornare, alla luce delle più recenti indagini scientifiche, il Codice europeo per la prevenzione dei tumori, giunto ora alla sua quarta edizione.

Il risultato di questo lavoro di confronto e di verifica delle ultime evidenze offerte dalla letteratura in materia, sono 12 raccomandazioni, che indicano al cittadino Ue tutto quello che può fare per il proprio benessere, per la riduzione del rischio-tumore e per aiutare la sostenibilità dei sistemi sanitari pubblici. Il messaggio chiaro è che si può fare molto per la prevenzione, se ce ne assumiamo direttamente la responsabilità.

Grande assente nel Codice è la raccomandazione sull'inquinamento atmosferico, inequivocabile causa di tumori, un punto sul quale, è vero, il singolo cittadino non può fare molto, ma certo, ciascuno potrebbe dare una mano se chiedesse con più forza alla politica e alle istituzioni maggiori azioni a tutela della salute. Il Codice è stato presentato oggi all'Istituto dei tumori di Milano da Franco Berrino, l'epidemiologo milanese, attento studioso del rapporto tra malattia e alimentazione, che ha fatto parte del team di scienziati europei autori delle raccomandazioni.

Ecco le 12 regole del Codice europeo (Ecac) contro il cancro

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