Perché un brand deve usare Instagram?

Il social network di photo sharing in 2 anni ha raddoppiato gli account di top-brand, oggi conta 200 milioni di utenti attivi al mese

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(Foto: Getty Images)[/caption]

Instagram piace. Tanto. Ma perché? L’app di photo sharing nata nell’ottobre 2010 oggi conta 200 milioni di utenti attivi al mese. Praticamente una nazione.

Tra le ragioni del suo successo:

  • Instagram è semplice: scatti, filtri, pubblichi. Fine. È talmente lineare che vengono condivise 60 milioni di fotografie, al giorno;
  • Instagram è social tanto che solo i cuoricini (like) sono 1.6 miliardi ogni 24 ore;
  • Instagram è mobile e la maggior parte di smartphone permette di utilizzare con un clic la fotocamera;
  • Instagram è gratis;
  • Instagram è creativo: permette attraverso il photo-editing di personalizzare una fotografia appena scattata e farla diventare un capolavoro (e farci sentire dei giovani Henri Cartier-Bresson);
  • Instagram è immagine: con Twitter devi far caso sempre al limite di caratteri, con Facebook pubblichi status update testuali di senso compiuto. Con Instagram tutto è in una fotografia, non è obbligatorio descriverla. L’immagine batte la parola.

È facile quindi comprendere come anche i brand possano vedere nel successo e nella diffusione di questo canale un’opportunità: a oggi l’86% dei top brands mondiali ha un account Instagram (il dato è raddoppiato dal 2012).

Uno studio ha analizzato l’attività di 80 aziende su Instagram in 3 anni, andando nel dettaglio di 6mila post e più di un milione di commenti. Cosa emerge? Vediamolo nel dettaglio e capiamo come si può sfruttare al meglio ogni singola statistica.

EngagementI brand attivi dal 2011 a oggi hanno aumentato la frequenza dei loro contenuti e hanno dato maggiore peso alle tattiche di coinvolgimento. A questo si aggiunge che l’audience si è allargata e gli utenti sono diventati più ricettivi nei confronti degli account social dei grandi marchi. Oggi commenti e like sono 12 volte tanto rispetto al 2011.

Consiglio: per un brand risulta importante avere una cadenza costante e bilanciata dei propri post e una strategia editoriale alla base.

Engagement per PostÈ aumentata la consapevolezza dei brand di dover creare per ogni immagine una storia, un singolo pezzo di contenuto emozionale e d’impatto. I singoli post hanno avuto in due anni una crescita di interazioni del 416%.

Consiglio: ogni singolo post è importante, meglio pensare a una linea di storytelling che permea la propria strategia.

Velocità (e qualità)Le interazioni si sviluppano dal momento della pubblicazione per le 5 ore successive, poi si esauriscono. Eppure è interessante vedere come i contenuti di qualità riescono a sopravvivere nel tempo: alcuni brand guadagnano il 10% delle interazioni di un post anche dopo 13 giorni.

Consiglio: è bene quindi focalizzarsi sulla qualità dei contenuti per una maggiore performance e per ottimizzare l’effort della produzione di essi nel tempo. Un buon post può scomparire dal newsfeed degli utenti ma può riemergere nella sezione “Esplora” (e qui, si sa, il colpo d’occhio è essenziale).

I brand più attiviInstagram è un parco giochi per i brand. Quelli che stanno sperimentando di più sono nel settore Media. La categoria automotive è quella maggiormente rappresentata.

Consiglio: un brand hanno può trovare in Instagram una piattaforma per far risaltare il lato estetico e emozionale dei propri prodotti.

Didascalie brevi (o no?)In media un brand pubblica un’immagine correlata da una didascalia di 138 caratteri (hashtag inclusi). Praticamente un tweet. Eppure è emerso che non c’è una correlazione tra la lunghezza della frase e engagement del post.

Consiglio: mantenere la didascalia al minimo indispensabile è una scelta comune, ma i brand non devono temere di essere più prolissi quando ce n’è bisogno. Rimane sempre da tenere in considerazione l’equilibrio tra immagine e testo, l’uno non deve cannibalizzare l’altro e viceversa.

@MentionStatistiche diacono che il 56% dei post con mention di altre persone o brand risultano più coinvolgenti. Solo un terzo dei brand su Instagram al momento include almeno una mention nei post.

Consiglio: menzionando altri brand o utenti si espande la propria audience. Evitare di diventare spammer.

#HashtagIl limite su Instagram è 30 tag, la maggior parte dei brand ne include solo uno (88%) e questi post in media sono del 16% più coinvolgenti.

Consiglio: gli hashtag sono importanti per scoprire e farsi scoprire in modo organico da un’audience già targettizzata.

Geo-TagLa localizzazione è un ulteriore elemento che può fare trovare nuovi contenuti di un brand alle persone. Anche in questo caso i post con un geo-tag ricevono quasi l’80% in più delle interazioni.

Consiglio: è una feature ancora poco utilizzata dai brand, per questo può ripagare in termini di audience.