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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2014 alle ore 06:56.
L'ultima modifica è del 29 ottobre 2014 alle ore 09:54.

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Presidente D'Alema, c'è chi parla di una Bad Godesberg italiana a proposito della Leopolda di Renzi. Anche a lei in passato è stata attribuita più di una svolta riformista. Oggi però è annoverato tra i conservatori. Dove ha sbagliato?
Credo sia semplicemente una raffigurazione falsa.
Un'offesa a una verità storica. È grottesco che si dipinga il centrosinistra italiano come un mondo che ha atteso Renzi per scoprire il riformismo. I nostri governi, a partire dal governo Amato, e poi dal governo Ciampi, dal governo Prodi, compreso il mio, vengono ora raffigurati come quelli della conservazione, ma noi abbiamo cambiato il Paese in profondità.

Converrà che c'è molto da fare...
Guardi, io spero che Renzi riesca a fare riforme all'altezza delle promesse. Per ora vedo soltanto molti annunci. E uno stile di governo preoccupante che punta a creare fratture nella società.

Renzi ha detto che con il sindacato non si tratta, al massimo lo si ascolta e poi si decide.
Appunto. Nel modo in cui vengono affrontate queste cose emerge una volontà di rottura con il sindacato che è sbagliata.

Anche lei si scontrò con la Cgil...
Ma io non ho mai usato quei toni, non ho mai detto "non vi prendo in considerazione", "più mi criticate più guadagno consenso". Questo modo di fare spacca il Paese, prima ancora che il Pd. Vengono usate parole sprezzanti verso i magistrati, verso i funzionari pubblici. Sull'articolo 18 si è condotta una polemica tutta ideologica. Il rischio è quello di avere un Paese incattivito. Mentre da questa crisi si esce solo se si torna a un minimo di concordia.

Non che lei non fosse sferzante. E sull'articolo 18 fu lei a proporre, scontrandosi con il sindacato, il superamento di quella tutela nelle imprese che superavano la soglia dei 15 dipendenti...
C'era un problema di disincentivo alle imprese a crescere. Io proposi, allora, che quelle aziende che superavano i 15 dipendenti potessero avvalersi temporaneamente della normativa precedente. Il senso non era eliminare l'articolo 18, ma estenderlo, ovviamente in modo progressivo e non automatico ai lavoratori che prima non avevano quella protezione.

Il sindacato però vi bloccò.
Il sindacato si oppose prendendo una posizione sbagliata. Sarebbe cresciuto il numero dei lavoratori tutelati. Adesso si sta cercando di fare una cosa molto diversa. Una battaglia tutta ideologica. Si è detto "non esiste più il posto fisso". Ma questo è noto da venti anni. Da allora sono state fatte varie riforme del lavoro. E ora il problema è l'eccesso di precarietà, non il contrario. È lo stesso governo, giustamente, a sostenere che la filosofia del Jobs Act è quella di promuovere un numero maggiore di contratti a tempo indeterminato. Quindi, evidentemente, anche per Renzi il posto fisso è un valore positivo.

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